La protesta contro il cosiddetto pacchetto sicurezza coinvolge anche la città di Cagliari, dove è stata proclamata un’astensione dalle udienze fino al 7 maggio. L’iniziativa, promossa dall’Unione delle Camere penali italiane, punta a mettere in luce le criticità di una legge che secondo i legali lederebbe diritti fondamentali dei cittadini. In parallelo, si susseguono manifestazioni e dibattiti per far sentire la voce degli avvocati e delle associazioni coinvolte nella tutela delle garanzie penali.
La protesta a cagliari: sit-in, dibattiti e astensione dalle udienze
A Cagliari la mobilitazione si è concretizzata con un sit-in davanti al palazzo di giustizia e un incontro presso la biblioteca del consiglio dell’ordine degli avvocati “Aldo Marongiu”. Sono momenti di confronto in cui si mette in risalto l’atteggiamento critico verso il provvedimento, definito troppo incentrato sulla repressione e sull’accrescimento del sistema carcerario. L’astensione dalle udienze, annunciata fino al 7 maggio, vuole manifestare una ferma opposizione a una legge definita da molti come un attacco ai diritti dei cittadini, soprattutto a chi vive situazioni di disagio sociale.
L’opinione di franco villa
Il presidente della Camera penale di Cagliari, Franco Villa, ha spiegato quanto la legge porti a una “incontinenza securitaria” da parte di questo governo e di quelli precedenti. La logica sarebbe fondata su una risposta esclusivamente repressiva al dissenso e alle forme di marginalità, in cui la sicurezza viene usata come strumento di propaganda più che come reale tutela sociale. A questo proposito, è stata sottolineata la necessità di una revisione del pacchetto sicurezza che non si limiti a punire ma consideri soluzioni alternative.
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Criticità del pacchetto sicurezza e sovraffollamento carcerario in sardegna
Un punto centrale della critica riguarda il dettato legislativo che porta all’introduzione di nuovi reati e all’inasprimento delle pene. Nel contesto carcerario, si registra un sovraffollamento preoccupante soprattutto nelle strutture sarde, con numeri che superano di gran lunga la capienza prevista. Villa ha evidenziato come a Uta, uno dei maggiori istituti penitenziari in Sardegna, i detenuti siano attualmente 702 contro 561 posti disponibili.
Criticità psicosociali nelle carceri
A pesare sono anche i casi di suicidio che nel 2024 hanno già raggiunto quota 27, un record che denuncia gravi condizioni di disagio psicologico all’interno delle carceri. La situazione, secondo gli avvocati, non può essere affrontata aumentando le misure punitive, ma richiede interventi più mirati per ridurre il sovraffollamento e mitigare le tensioni sociali. La richiesta avanzata dai legali è netta: i parlamentari devono evitare la conversione di un decreto legge considerato sbagliato e penalizzante.
Ruolo dell’associazione socialismo diritti e riforme nella mobilitazione
Anche l’associazione Socialismo diritti e riforme ha avuto un ruolo attivo nella protesta. Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione, ha richiamato l’attenzione sul rischio di un peggioramento delle condizioni nelle carceri sarde a seguito della moltiplicazione dei reati prevista dal pacchetto sicurezza. La sovrappopolazione nelle strutture di Cagliari, così come nelle altre città sarde, rappresenta un problema ormai insostenibile.
Critica all’approccio governativo
Caligaris ha fatto emergere come l’approccio del governo affronti la questione sociale semplicemente con più carcere, senza valutare i bisogni delle persone più fragili. Questo tipo di risposta rischia di alimentare ulteriori difficoltà, invece di favorire percorsi di reinserimento o supporto sociale. L’associazione ha ribadito la necessità di una strategia che ponga al centro la tutela della persona, e non la mera repressione, concentrandosi sulle cause del disagio invece che sulle punizioni.