Nelle scorse settimane, la scena operistica italiana ha visto un’importante proposta al Teatro di Villa Torlonia, a Roma, dove sono stati presentati i due lavori del compositore Francis Poulenc: “La dame de Monte-Carlo” e “La voix humaine”. In questo dittico, il tema della solitudine femminile viene affrontato con una sensibilità che oggi risuona con particolare forza, rivisitando le esperienze di isolamento e vulnerabilità delle donne in contesti moderni.
La tematica della solitudine nelle opere di Poulenc
“La dame de Monte-Carlo” e “La voix humaine” affrontano il tema della solitudine attraverso ritratti di donne che, pur appartenendo a contesti diversi, condividono un profondo senso di isolamento. Il primo pezzo, breve ma incisivo, porta il pubblico nel mondo di una donna che cerca di vivere un’esperienza di lusso al Casinò, indossando abiti sfarzosi. Tuttavia, la sua vita è segnata dalla precarietà e dal fallimento, sarebbe difficile sostenere che riesca a trovare la felicità. Dall’altra parte, “La voix humaine”, rappresenta una donna che stabilisce una conversazione telefonica con un amante, ma si ritrova in un dialogo privo di risposta, accentuando ulteriormente il suo senso di solitudine. Attraverso queste opere, Poulenc e il librettista Jean Cocteau ci offrono uno specchio sulla fragilità delle relazioni umane e sulle sfide quotidiane che le donne affrontano nel cercare di connettersi con il mondo intorno a loro.
La regia di Cesare Scarton e l’interpretazione di Angela Nisi
La regia di Cesare Scarton ha saputo connettere le due opere in un’unica narrazione, creando una continuità tematica e emotiva che guida lo spettatore attraverso le vite delle protagoniste. Scarton ha voluto trasmettere un’idea di progressione verso una sorta di perdizione, simboleggiata dal tragico destino della Dame e l’inesorabile consapevolezza di Elle, la donna in “La voix humaine”. La direzione attenta e curata ha permesso al pubblico di respirare le emozioni delle protagoniste, immergendosi completamente nelle loro storie.
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Particolare merito va anche al soprano Angela Nisi, la quale ha dato vita in modo eccezionale ai personaggi. La sua voce ha saputo esprimere la vulnerabilità e la forza che contraddistinguono entrambe le donne, creando un legame emotivo profondo con il pubblico. La compagine orchestrale di Roma Tre, sotto la direzione di Enrico Saverio Pagano, ha ulteriormente valorizzato le composizioni di Poulenc, conferendo grande intensità alle performance.
L’impatto culturale delle opere
La proposta di mettere in scena questi lavori invita a riflettere sul contesto contemporaneo delle donne, dove la solitudine e l’assenza di connessioni reali appaiono come temi sempre attuali. Le opere mostrano come, nonostante i differenti contesti in cui si trovano le protagoniste, il bisogno di essere ascoltate e comprese è universale. La scelta di presentare un dittico così connesso non è casuale, offre una chiave di lettura che invita alla comprensione di mondi interiori complessi e alla ricerca di relazioni autentiche.
In una società dove la comunicazione digitale ha preso il sopravvento, l’assenza della risposta dall’altro capo del filo in “La voix humaine” diventa un simbolo di isolamento, rappresentando al contempo la fragilità dei legami umani. La rappresentazione di questi brani offre pertanto uno spazio di riflessione non solo sull’identità femminile, ma anche sulle modalità di interazione e comunicazione che caratterizzano la vita moderna.
Il dittico di Poulenc, dunque, non è solo un’opera da ascoltare, ma un’esperienza da vivere e sentire, capace di stimolare una profonda consapevolezza delle realtà spesso dimenticate delle donne nella società contemporanea. Con una cornice così ricca di desiderio e disperazione, “La dame de Monte-Carlo” e “La voix humaine” continuano a colpire i cuori di chi ha la fortuna di assistervi.