Nei giorni scorsi il Tar di Pescara ha ricevuto un ricorso firmato dall’avvocato Francesco Paolo Febbo a nome del WWF, con richiesta di sospensione e annullamento del giudizio n. 4496/2025 del Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale . Il ricorso riguarda l’ok al progetto Mirò, noto anche come Megalò2, destinato a sorgere in un’area sensibile della zona di esondazione del fiume Pescara. Dalla vicenda emergono forti dubbi sulle condizioni ambientali e sulla correttezza delle procedure che hanno portato all’approvazione, mentre organizzazioni come Confesercenti Chieti hanno fornito un supporto economico e politico al ricorso promosso dal WWF.
Le ragioni dell’opposizione al progetto megalo2
L’avvocato Febbo spiega che il provvedimento del Comitato VIA presenta diversi vizi che ne compromettono la legittimità. L’area interessata, infatti, è riconosciuta come ad alta pericolosità idraulica. Si tratta di una zona compresa nella fascia di esondazione del fiume Pescara, dove soggetti e strutture sono particolarmente a rischio, soprattutto in caso di eventi meteorologici estremi. La superficie è già parzialmente occupata e presenta un grave stato di compromissione ambientale.
Il ricorso evidenzia una presunta violazione di pronunce giudiziarie consolidate, che vieterebbero o circoscriverebbero costruzioni di questa natura in aree come quella coinvolta nel progetto. Nel testo di 22 pagine si ripercorre tutta la storia del contenzioso, mostrando come la decisione favorevole del Comitato VIA ignori carenze procedurali e i rischi ambientali reali. Fra le contestazioni si segnala il mancato rispetto di prescrizioni volte alla tutela del territorio e la sottovalutazione degli effetti sull’equilibrio idraulico e naturale.
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Il contesto ambientale e i rischi legati al progetto
Il territorio in questione ha già subito ripetute inondazioni, e gli eventi meteorologici avversi continuano a presentarsi con maggior frequenza e intensità, anche a causa del cambiamento climatico. L’ansa del fiume Pescara dove dovrebbe sorgere Megalò2 era una cassa di espansione naturale, utile a contenere le piene e a ridurre il rischio di allagamenti. Cementificare questa zona vuol dire aumentare la vulnerabilità alle alluvioni, con elevados rischi per le persone e i beni situati nelle vicinanze.
Le amministrazioni locali, secondo gli oppositori del progetto, dovrebbero tenere conto di questi pericoli e proteggere chi vive in queste aree invece di autorizzare nuove costruzioni che aggravano la situazione. Il dissenso si riflette anche sulla possibile ricaduta negativa sull’economia cittadina: infatti, la presenza di megastrutture ha già condotto a problemi di impatto ambientale e sociale, danneggiando il tessuto locale senza apportare benefici sostenibili.
La critica al parere positivo del comitato via e le implicazioni normative
Il Comitato regionale per la VIA ha espresso parere favorevole, seppure con alcune prescrizioni, pur sapendo che alcune opere erano realizzate sotto un provvedimento VIA scaduto e in assenza di un’autorizzazione ambientale valida. Nel documento ufficiale viene segnalato che la proroga non era stata autorizzata, creando una situazione anomala.
Questa circostanza ha suscitato forti perplessità: sembra che si consenta di costruire anche senza valide autorizzazioni, mentre la normativa vigente punta a tutelare il paesaggio, la sicurezza idrogeologica e la programmazione urbanistica. I rischi aumentano in aree soggette a frane, valanghe o alluvioni come l’Abruzzo ha già sperimentato negli ultimi anni. Fenomeni meteorologici estremi, sempre più frequenti per la crisi climatica ormai evidente, aggravano ogni vulnerabilità del territorio.
L’appello al sostegno collettivo per la battaglia giudiziaria
Il WWF ha coperto tutte le spese fino ad oggi, ma per proseguire la battaglia legale serve un sostegno più ampio. L’associazione ha chiesto aiuto alla collettività, rivolgendosi a chiunque voglia tutelare la salute dell’ambiente e delle persone che abitano nella zona.
Confesercenti Chieti e altre organizzazioni di categoria hanno già aderito con contributi economici. Coloro che volessero partecipare possono effettuare versamenti indicando la causale “contributo ricorso Megalò2”. Le donazioni possono essere fatte sia da associazioni al WWF Italia ETS sia da privati al WWF Chieti-Pescara, che ha provveduto a pagare il contributo unificato necessario per il ricorso.
La vicenda rimane aperta in attesa della decisione del Tar Pescara, che dovrà valutare la fondatezza delle contestazioni e dell’eventuale impatto del progetto sul territorio ambientale e umano circostante.