Protesta a Torino: attivisti contro Leonardo e l'industria bellica nel giorno della donna

Protesta a Torino: attivisti contro Leonardo e l’industria bellica nel giorno della donna

Attivisti protestano a Torino contro Leonardo, evidenziando il legame tra industria bellica, militarismo e violenza di genere in occasione della Giornata internazionale della donna.
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Protesta a Torino: attivisti contro Leonardo e l'industria bellica nel giorno della donna - Gaeta.it

Il presidio degli attivisti davanti agli stabilimenti di Leonardo a Torino ha attirato l’attenzione sul ruolo dell’industria bellica nel contesto delle crisi internazionali. Organizzato in coincidenza con la Giornata internazionale della donna, l’evento ha enfatizzato la connessione tra militarismo, violenza di genere e le politiche di approvvigionamento delle armi. Con slogan e simboliche azioni, i partecipanti hanno espresso il loro dissenso nei confronti della multinazionale italiana di difesa e aerospazio.

Il presidio e le azioni degli attivisti

Questa mattina, circa un centinaio di attivisti hanno preso posizione di fronte agli stabilimenti dell’azienda, lanciando uova piene di vernice contro il cordone delle forze dell’ordine schierato a protezione dell’entrata. L’azione ha catalizzato l’attenzione sul messaggio degli organizzatori, che accusano Leonardo di complicità nel genocidio in Palestina. Le frasi pronunciate durante il presidio hanno messo in evidenza il malcontento verso le pratiche di vendita e produzione di armi, ritenute alla base dei conflitti globali.

Gli striscioni esposti dai partecipanti e gli slogan scanditi hanno evidenziato una ferma opposizione non solo alla multinazionale italiana, ma anche a Thales, un altro colosso del settore della difesa. Gli attivisti hanno parlato di un sistema patriarcale che si avvale della guerra per perpetuare violenza e sfruttamento, collegando il militarismo a differenti forme di violazione dei diritti umani e di sfruttamento di genere. La protesta ha rappresentato un momento di unione per diverse realtà femministe e per i collettivi trans, accogliendo un tema di grande risonanza sociale e politica.

Cos’è Leonardo e quale il suo impatto globale

Leonardo S.p.A., precedentemente nota come Finmeccanica, è un’importante azienda italiana operante nei settori dell’aerospazio, della sicurezza e della difesa, con un fatturato che supera i 14 miliardi di euro e oltre 50.000 dipendenti. La società è controllata, per circa il 30%, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano. La sua offerta comprende un ampio range di prodotti, tra cui elicotteri, velivoli militari e sistemi di difesa, con un particolare focus su tecnologie avanzate in ambito sicurezza e cyber security.

Leonardo è anche un fornitore strategico per la NATO e partecipa a molteplici progetti internazionali, amplificando il proprio ruolo in contesti di conflitti globali. Tuttavia, la sua presenza in territori come Gaza e la vendita di tecnologie militari a paesi coinvolti in tali conflitti hanno sollevato interrogativi e critiche. Il dibattito attorno alla posizione di Leonardo nell’industria bellica ha iniziato a muoversi verso un contesto di responsabilità sociale, mettendo in discussione il modello di business predicato sull’approvvigionamento di armamenti.

Il dibattito sulle armi italiane e il contesto internazionale

La contestazione di oggi è parte di un dibattito più ampio riguardante la vendita di armi italiane e il loro impatto sui conflitti nel mondo. Attivisti di Non una di meno e di altri gruppi femministi hanno evidenziato come la produzione e la commercializzazione di armamenti da parte di aziende come Leonardo rispondano a logiche di profitto a scapito dell’integrità umana. Anche se Leonardo non commercia direttamente armi con l’esercito israeliano, la sua partecipazione a filiere di produzione militare è citata come una forma di complicità nel perpetuo ciclo di violenza che colpisce popolazioni vulnerabili.

Le parole dei manifestanti hanno messo in luce la necessità di un cambiamento di paradigma in seno all’industria della difesa, invocando una maggiore responsabilità sociale e il riconoscimento della connessione tra militarismo e violenza di genere. La mobilitazione di Torino si inserisce in una più ampia serie di attività attorno all’8 marzo, in cui molte città italiane hanno visto manifestazioni mirate contro le dinamiche patriarcali e le politiche belliche.

Reazioni e sviluppi futuri

Fino a questo momento, né Leonardo né Thales hanno rilasciato commenti ufficiali riguardo la protesta e le accuse sollevate dagli attivisti. L’assenza di una risposta pubblica da parte delle aziende non ha tuttavia fermato il dibattito, che continua a risuonare tra le strade e nelle piazze. La manifestazione di Torino, attraverso atti simbolici e slogan incisivi, ha dimostrato la volontà di unire diverse voci in una lotta comune contro ciò che viene percepito come un sistema di oppressione legato al militarismo e alla negazione dei diritti umani.

Questo evento evidenzia come il tema della responsabilità dell’industria bellica e delle sue connections internazionali resti centrale nelle discussioni su pace e giustizia sociale. La manifestazione giunge in un momento in cui le fasi di conflitto si intersecano con le questioni di genere, rivelando la necessità di un’analisi più critica e di un’immediata attenzione alle scelte politiche ed economiche che plasmano il nostro mondo.

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