Negli ultimi anni l’ecosistema marino del Mediterraneo ha subito forti pressioni legate ai cambiamenti climatici e alle attività umane. Il progetto “green sea” nelle Cinque Terre mira a restituire salute e vitalità alle praterie di posidonia oceanica, una specie marina unica e preziosa. Questo impegno di riforestazione si colloca in un contesto ambientale segnato dall’innalzamento delle temperature, che nel 2025 ha fatto segnare il periodo più caldo mai registrato nel bacino mediterraneo. Proteggere la posidonia significa salvaguardare non solo un habitat fondamentale ma anche la qualità delle coste e la diversità biologica di tutta l’area marina protetta.
I risultati del progetto green sea: attecchimento e monitoraggi nel 2025
Il progetto “green sea”, partito nel 2024, ha superato una fase cruciale all’inizio del 2025 con il completamento del secondo intervento di trapianto di posidonia oceanica e la conclusione del primo ciclo di monitoraggio. Il primo intervento, realizzato nel settembre 2024 su 100 metri quadrati, ha mostrato nel febbraio 2025 un tasso di sopravvivenza delle talee intorno al 60%. Un dato significativo, specie considerando le difficili condizioni meteorologiche del periodo invernale. Il secondo trapianto, invece, si è svolto a giugno 2025, con la posa di otto biostuoie a 22 metri di profondità per coprire ulteriori 100 metri quadrati. Complessivamente questo ha portato al trapianto di circa 4.000 talee. L’attenzione al dettaglio scientifico e il continuo controllo consentono di misurare l’efficacia degli interventi e di adattare le tecniche alle condizioni ambientali.
Posidonia oceanica: un ecosistema marino essenziale per il mediterraneo
La posidonia oceanica non è un’alga ma una pianta marina esclusiva del Mediterraneo, con una struttura formata da radici, fusto e foglie, oltre alla capacità di fiorire e produrre frutti. Le sue praterie sottomarine rappresentano tra gli habitat più ricchi di biodiversità, capaci di produrre ossigeno in quantità elevata. Stefano Acunto, direttore dell’International School for Scientific Diving, sottolinea che un solo metro quadro di posidonia può generare fino a 20 litri di ossigeno ogni giorno. Per il progetto green sea, i 200 metri quadrati trapiantati potrebbero arrivare a 4000 litri al giorno di ossigeno immesso nell’ambiente. Il valore dei servizi ecosistemici offerti da queste praterie è stimato tra gli 8 e i 18 milioni di euro ogni anno, comprendendo la difesa naturale contro l’erosione costiera che la posidonia garantisce. La perdita di un metro della prateria può provocare fino a 15 metri di arretramento nelle spiagge sabbiose.
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Sperimentazione scientifica e ruolo dell’università di genova
Il progetto green sea è un’esperienza pionieristica anche per l’ambito scientifico. Monica Montefalcone, docente e ricercatrice in ecologia marina presso l’università di Genova, evidenzia che si tratta della prima riforestazione di posidonia oceanica eseguita al limite inferiore della sua diffusione in profondità, a 22 metri. Questo permette di studiare la resilienza della specie in condizioni estreme, contribuendo alla comprensione di come possa reagire a stress ambientali come l’aumento della temperatura o l’inquinamento. Il monitoraggio continuo fornisce dati fondamentali per sviluppare tecniche di recupero replicabili in altre aree del Mediterraneo, garantendo più efficacia agli interventi futuri. La collaborazione tra la scuola internazionale e l’università rappresenta quindi un ponte tra pratica e ricerca.
L’importanza strategica dell’area marina protetta cinque terre
L’area marina protetta delle Cinque Terre custodisce un paesaggio naturale unico che combina ambiente terrestre e marino. Lorenzo Viviani, presidente del Parco Nazionale, ricorda che tutelare le praterie di posidonia significa proteggere “i polmoni verdi” sommersi del territorio, fondamentali per la produzione di ossigeno e il sostegno alla fauna marina. La prateria di Monterosso, una delle più estese in Liguria, è un ecosistema indispensabile per molte specie acquatiche e un elemento chiave per il mantenimento della qualità costiera. L’impegno del parco nel progetto green sea riflette la volontà di promuovere la ricerca e l’educazione ambientale, oltre a garantire la conservazione degli habitat. I risultati del progetto costituiscono un esempio concreto di come la gestione pubblica possa intervenire per la rinascita di ecosistemi deteriorati.
La ripresa della posidonia oceanica nel parco marino delle Cinque Terre offre prospettive significative per la tutela della biodiversità e la mitigazione degli effetti climatici sul Mediterraneo. Gli interventi di trapianto e monitoraggio proseguono con l’obiettivo di consolidare questo ecosistema, supportato dalla sinergia di enti scientifici, istituzioni territoriali e fondazioni che finanziano la ricerca e il ripristino ambientale. Il progetto green sea conferma il valore delle azioni mirate nel contrastare la perdita degli habitat marini.