Processo a Milano per gli undici attivisti di Ultima Generazione accusati di imbrattamenti

Processo a Milano per gli undici attivisti di Ultima Generazione accusati di imbrattamenti

A Milano si apre il processo contro undici giovani di Ultima Generazione accusati di imbrattamenti con vernice e farina su opere e monumenti storici, tra cui l’auto di Andy Warhol e l’Arco della Pace.
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A Milano si apre il processo per undici giovani di Ultima Generazione accusati di imbrattamenti con vernice e farina su beni culturali e monumenti pubblici, tra cui un’opera di Andy Warhol e l’Arco della Pace. - Gaeta.it

A Milano si apre il processo per undici giovani di Ultima Generazione, accusati di aver imbrattato beni culturali e spazi pubblici con vernice e farine. Le date degli episodi contestati e le modalità dell’accusa sono ora al centro dell’attenzione del tribunale, che ha disposto il rinvio a giudizio dopo l’udienza preliminare.

La difesa e la rappresentanza legale degli attivisti

Gli undici imputati sono assistiti da una squadra di avvocati, tra cui il legale Gilberto Pagani, che seguirà il procedimento giudiziario. La difesa dovrà confrontarsi con una documentazione e una raccolta di prove predisposte dalla pubblica accusa, volta a dimostrare la responsabilità degli attivisti nelle due azioni ricostruite dagli investigatori.

Nel corso del processo si valuteranno non solo le responsabilità penali, ma anche eventuali elementi di contestualizzazione dei fatti. La difesa potrà ricostruire le motivazioni che hanno spinto gli attivisti a compiere gli imbrattamenti, collegandoli a forme di protesta e messaggi sociali, ma sarà il tribunale a decidere se tali azioni giustifichino o aggravino le accuse di danneggiamento.

I fatti contestati e i luoghi coinvolti negli episodi

Le accuse riguardano due azioni distinte, che si sono svolte rispettivamente nel novembre 2022 e nel novembre 2023, entrambe realizzate con metodi che hanno attirato attenzione mediatica e denunciato danni materiali. Nel primo episodio, i membri di Ultima Generazione sono ritenuti responsabili di aver versato sacchi di farina sull’auto di Andy Warhol esposta alla Fabbrica del Vapore. Questa iniziativa, che ha avuto luogo nel novembre 2022, ha coinvolto un’opera artistica all’interno di uno spazio noto per esposizioni temporanee e iniziative culturali.

Nel secondo episodio, avvenuto il 15 novembre 2023, gli imputati avrebbero lanciato vernice arancione contro i basamenti e alcune colonne dell’Arco della Pace a Milano. L’Arco della Pace, storico monumento cittadino, è stato oggetto dell’imbrattamento che ha provocato danni visivi e materiali. Il gesto, più dirompente per la sua collocazione in un sito di grande pregio storico e frequentato da cittadini e turisti, ha suscitato reazioni di diversa natura tra chi denuncia il gesto come vandalismo e chi lo interpreta come protesta.

La decisione del tribunale e l’udienza pre-dibattimentale

Il 13 ottobre 2025 prenderà avvio il processo contro gli undici attivisti coinvolti in due episodi distinti di imbrattamento, come stabilito dalla giudice della quarta sezione penale presso il tribunale di Milano. La decisione è arrivata al termine dell’udienza pre-dibattimentale dove il giudice ha sancito il rinvio a giudizio per tutti gli indagati, senza concedere archiviazioni o patteggiamenti.

Gli imputati dovranno quindi rispondere alle accuse specifiche di danneggiamento aggravato nei confronti di monumenti storici e opere esposte in spazi pubblici. La scelta di portare avanti il processo riflette la volontà dell’ufficio giudiziario di dare un seguito penale ai fatti accaduti, dimostrando attenzione verso la tutela dei beni e degli spazi di interesse pubblico che hanno subito danni con azioni violente e non autorizzate.

Il significato degli episodi nel contesto milanese e culturale

Milano ha spesso assistito a forme di protesta che coinvolgono spazi pubblici e culturali, come modo di attirare l’attenzione su tematiche ambientali o sociali. La vicenda di Ultima Generazione si inserisce in questa realtà, testimoniando una tensione tra la tutela dei beni storici e la libertà d’espressione nelle forme di dissenso.

Gli episodi oggetto del processo riflettono una situazione in cui l’azione diretta si traduce in gesti controversi, capaci di generare dibattito su metodi e limiti delle proteste. Allo stesso tempo, il caso dimostra come la giustizia risponda per proteggere monumenti e opere d’arte, anche quando esse vengono utilizzate come palcoscenico per rivendicazioni politiche o sociali.

La città di Milano, con la sua storia e i suoi spazi simbolici, diventa così scenario di confronto tra attivismo e norme, aprendo nuovi interrogativi sul rapporto tra impegno civile e rispetto delle proprietà pubbliche.

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