A Pescara si è accesa una discussione dopo che Pro Vita & Famiglia Onlus ha sollevato dubbi su un presunto progetto legato all’identità di genere in un asilo nido comunale. L’assessore alla Pubblica Istruzione Valeria Toppetti è intervenuta per fornire informazioni precise sull’accaduto. Il caso ha coinvolto genitori, cooperative educative e uffici comunali, evidenziando la necessità di una comunicazione più chiara su tematiche delicate.
Segnalazioni dei genitori e verifiche sull’iniziativa in asilo
Il primo allarme è arrivato da alcuni genitori preoccupati che hanno segnalato la presenza di un progetto sull’identità di genere nell’asilo nido comunale di Pescara. Di fronte a queste segnalazioni, l’assessore Valeria Toppetti ha deciso di approfondire la questione. Le verifiche hanno rivelato che il progetto non riguardava i bambini ma era destinato esclusivamente agli educatori della cooperativa che gestisce l’asilo. Si trattava di un’iniziativa europea rivolta a sensibilizzare gli operatori su temi specifici, senza alcun coinvolgimento diretto dei piccoli frequentatori.
Formazione del personale e chiarimenti
Questo elemento è stato fondamentale per dissipare subito fraintendimenti. I bambini non erano parte attiva né destinatari del percorso, che aveva come scopo la formazione del personale educativo. Toppetti ha inoltre spiegato che la cooperativa in questione si occupa da tempo della gestione dell’asilo, ma il progetto non era stato comunicato preventivamente all’amministrazione comunale.
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Mancanza di informazione tra uffici comunali e cooperative educative
Il mancato coinvolgimento degli uffici comunali nella fase iniziale del progetto ha creato un vuoto informativo che ha alimentato la tensione attorno alla vicenda. L’assessore alla Pubblica Istruzione ha segnalato che nessuno degli uffici preposti era a conoscenza di questa iniziativa europea. Da qui è nata l’esigenza di una comunicazione interna più efficiente.
Nuova circolare e coordinamento
Per garantire una gestione più trasparente delle attività che coinvolgono le cooperative educative e l’ente pubblico, la stessa Toppetti ha disposto una circolare interna. Con questo provvedimento si punta a rafforzare il coordinamento tra amministrazione comunale e cooperative. L’obiettivo è assicurare che ogni progetto o attività che tocca argomenti sensibili, come l’identità di genere, venga divulgato tempestivamente e in modo chiaro alle famiglie coinvolte. La comunicazione tra le parti appare indispensabile per evitare ulteriori malintesi e garantire un confronto aperto.
Ruolo delle famiglie e rispetto della libertà educativa
L’assessore ha sottolineato l’importanza di rispettare la libertà educativa delle famiglie, soprattutto quando si trattano tematiche delicate o non obbligatorie previste dall’ordinamento scolastico. Toppetti ha spiegato che i genitori devono essere informati in anticipo, perché il loro ruolo nelle scelte che riguardano l’educazione e i percorsi dei figli resta centrale.
Trasparenza sui contenuti educativi
In particolare, i percorsi che si sviluppano su questioni legate all’identità di genere richiedono una trasparenza completa. Le famiglie hanno diritto di conoscere contenuti e modalità del progetto e, se necessario, poter esprimere il proprio parere. Questo principio è stato ribadito per evitare situazioni in cui si realizzino attività in assenza di una comunicazione chiara e condivisa con il nucleo familiare. Così si evita scaricare ogni responsabilità sulla scuola o sulla cooperativa, mantenendo un dialogo costruttivo.
Conferma del ruolo professionale nel servizio educativo
Al centro dell’attenzione anche la figura della dottoressa Alessandra Di Zio, responsabile del Servizio Sistema Educativo Integrato, che secondo l’assessore Toppetti ha gestito la situazione con competenza. È stata definita una figura professionale valida e molto preparata, estranea a qualunque tipo di polemica legata a questa vicenda.
Gestione tecnica e imparziale
La sua presenza garantisce una conduzione tecnica e imparziale del servizio educativo. L’assessore ha voluto chiarire che la gestione delle attività e dei progetti deve fare riferimento a esperti seri, capaci di bilanciare esigenze educative, rispetto delle famiglie e obblighi normativi. Il suo ruolo si pone infatti come punto di riferimento per evitare di ripetere incomprensioni simili nel futuro. Queste dichiarazioni mettono in rilievo l’importanza di affidare la conduzione a figure qualificate, spostando l’attenzione dalla polemica all’aspetto professionale dell’educazione infantile.