Con l’annuncio della sostituzione temporanea dei filobus con bus elettrici, Pescara si trova di fronte a interrogativi significativi sulla viabilità e sulla sicurezza stradale. Questo cambiamento, emerso durante una conferenza il 3 marzo, suscita dubbi sulle reali capacità infrastrutturali della zona e sulla volontà delle autorità locali di affrontare le sfide della mobilità sostenibile.
Criticità delle infrastrutture e sicurezza degli utenti
Il tracciato individuato per il servizio di bus elettrici, che va da Pescara a Montesilvano e prevede come arteria principale la strada parco, presenta problematiche non trascurabili. Le corsie risultano troppo strette per la dimensione dei mezzi proposti e la presenza di incroci a raso crea ulteriori difficoltà. Inoltre, le barriere architettoniche presenti lungo il percorso rendono i marciapiedi inaccessibili a persone con disabilità. Queste condizioni non offrono garanzie adeguate di sicurezza per gli utenti, il che rende difficile giustificare la scelta di implementare bus elettrici, anche solo temporaneamente.
Il problema si complica ulteriormente se si considera la mancata possibilità di svolgere i collaudi richiesti da ANSFISA, che testimoniano i limiti dell’attuale filovia. Le dichiarazioni di TUA e delle forze politiche di centro-destra sembrano nascondere un’accettazione della fallibilità del progetto di filovia, mentre si propone una soluzione di ripiego. Questa situazione solleva interrogativi sulla pianificazione e sulla capacità di risposta alle necessità di una mobilità realmente efficiente e inclusiva.
La mobilità dolce e il rischio di marginalizzazione degli utenti vulnerabili
Qualsiasi decisione riguardante la mobilità deve tenere in considerazione una visione integrata e sostenibile. A Pescara e Montesilvano, sembra che la tendenza sia opposta. Il centro-destra, secondo le critiche avanzate da attivisti e cittadini, sta ostacolando l’accesso di pedoni, ciclisti e utenti con difficoltà motorie al principale corridoio ciclopedonale della zona. La scelta di prioritizzare mezzi che non rispondono alle reali esigenze urbane mette in discussione il futuro della mobilità dolce, tanto promossa in altre aree.
Il contrasto con altre città che investono nella qualità della vita urbana e nella sicurezza per i mezzi di trasporto leggeri e sostenibili è evidente. Negli ultimi anni, la mobilità dolce è stata al centro di progetti di riqualificazione urbana che mirano a creare spazi sicuri e accessibili per tutti. Non è sufficiente chiedersi se l’implementazione di bus elettrici possa rendere più sostenibile il servizio pubblico; è cruciale valutare se questi mezzi possano operare in modo efficace e sicuro nel contesto urbanistico attuale.
Necessità di una pianificazione strategica per il futuro
È essenziale che gli enti locali riconsiderino l’orientamento attuale verso la mobilità. Continuare su una strada che prevede l’imposizione di misure poco praticabili rischia di compromettere l’intera area metropolitana. Una riflessione seria è richiesta, per riorganizzare il sistema di trasporto pubblico in modo che rispecchi le reali esigenze di coloro che vivono e lavorano nel territorio.
La progettazione di un sistema di trasporto all’avanguardia potrebbe includere parcheggi di scambio e una maggiore intermodalità tra diverse forme di trasporto. È fondamentale assicurare l’accessibilità per tutti, affinché il servizio pubblico possa realmente essere considerato una risorsa per l’intera collettività. Ecco che la sfida non è solo quella di implementare mezzi nuovi, ma di costruire un’infrastruttura che valorizzi la mobilità sostenibile e inclusiva.