Il Pakistan sta vivendo una crisi legata a piogge monsoniche intense che hanno provocato inondazioni vaste e numerose vittime. Le precipitazioni si stanno concentrando soprattutto sulla provincia del Punjab e sulle aree settentrionali, causando danni ingenti e difficoltà nei soccorsi. Questo fenomeno si inserisce in un quadro climatico sempre più fragile, che ha portato a ulteriori allagamenti e problemi urbanistici.
Forti piogge e inondazioni nelle province più colpite
Le piogge monsoniche hanno colpito con violenza numerose zone del Pakistan, soprattutto il Punjab, regione più popolata del Paese, e il distretto di Chilas, nella parte settentrionale. Negli ultimi due giorni, almeno 60 persone sono morte, tra cui 24 bambini. L’Autorità nazionale per la gestione dei disastri ha segnalato che molti decessi sono legati al crollo di edifici, un problema ricorrente durante le emergenze meteo. Tre turisti hanno perso la vita nello stesso distretto di Chilas, mentre altre 15 persone risultano disperse a causa delle acque in rapido aumento.
Molte strade sono diventate impraticabili per l’alluvione, impedendo l’accesso ai soccorsi. L’esercito pakistano ha dovuto usare elicotteri per evacuare oltre cento persone bloccate in zone isolate. Le piogge sono cominciate a fine giugno ma si sono intensificate negli ultimi dieci giorni, generando inondazioni lampeggianti che hanno colpito varie regioni del paese.
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La crisi meteorologica cresce da settimane e ricorda il disastro del 2022
Il monsoni persistente si presenta come una minaccia costante da oltre un mese. Solo la scorsa settimana, le precipitazioni hanno provocato la morte di più di 200 persone e centinaia di feriti su tutto il territorio, secondo un report dell’agenzia Afp. Irfan Virk, vice del Dipartimento meteorologico nazionale, ha mostrato preoccupazione per la possibilità di un nuovo evento paragonabile alle devastanti inondazioni del 2022.
Quell’anno, più di un terzo del territorio pakistano rimase sommerso dall’acqua, con un bilancio tragico di oltre 1700 morti e un danno economico stimato oltre 33 miliardi di dollari. Oggi il Paese fatica a gestire l’emergenza di questa stagione e si confronta con danni economici già calcolati superiori ai 12 miliardi di euro. I continui movimenti tra ondate di caldo intense e piogge torrenziali mettono a dura prova le comunità locali e le loro infrastrutture.
L’impatto evidente dei cambiamenti climatici sulle condizioni del pakistan
Il Pakistan risulta tra i luoghi più vulnerabili alle conseguenze del cambiamento climatico. Secondo il climate risk index globale, la nazione si trova al quinto posto tra i paesi che subiscono in modo duraturo eventi meteorologici estremi. Inondazioni e siccità sono ormai fenomeni che si ripetono ogni anno, compromettendo raccolti e insediamenti.
La perdita economica globale legata alle recenti alluvioni si aggira intorno ai 13 miliardi di euro, sommando danni materiali e perdita di vite umane. Diversi esperti hanno collegato la frequenza e l’intensità delle piogge monsoniche all’aumento delle temperature medie, causato da emissioni di gas serra. In questo contesto le strategie di urbanizzazione e sviluppo devono considerare le nuove condizioni ambientali per ridurre i rischi futuri.
Problemi di pianificazione urbana aggravano la crisi
Non tutte le responsabilita ricadono sulla natura: la gestione degli spazi urbani ha mostrato carenze significative. Molte città pakistane avevano predisposto piani regolatori per lo sviluppo, che però sono rimasti poco applicati. Questa situazione ha lasciato insediamenti vulnerabili a eventi estremi. Lo scorso 7 luglio, un crollo in un edificio a causa delle piogge ha causato la morte di 27 persone.
I crolli durante eventi meteorologici violenti sono frequenti in tutto il Paese. Un incidente simile avvenne a Karachi nel giugno 2020, quando un palazzo precipitò uccidendo 22 persone. Situazioni come queste sottolineano la necessità di un controllo più serrato e di regole applicate uniformemente in campo edilizio e urbanistico.
I rischi per i bambini e le preoccupazioni delle organizzazioni internazionali
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia ha lanciato un allarme sui rischi che i bambini affrontano in questo contesto. Oltre al pericolo diretto di annegamento o crolli, esistono minacce indirette significative, come le malattie trasmesse dall’acqua contaminata o incidenti legati alle corrente elettriche in zone allagate.
Gli studi scientifici indicano che i fenomeni estremi sono aggravati dal riscaldamento globale causato dall’uomo. Se non verranno prese misure immediate per migliorare la resilienza del territorio, si teme che queste emergenze diventino ancora più frequenti e gravi negli anni a venire. Le autorità locali e la comunità internazionale monitorano con attenzione l’evolversi della situazione.