Ordine degli avvocati di Milano richiama alla sobrietà nelle dichiarazioni sui casi mediatici

Ordine degli avvocati di Milano richiama alla sobrietà nelle dichiarazioni sui casi mediatici

L’Ordine degli avvocati di Milano richiama gli iscritti a mantenere sobrietà e riservatezza nelle comunicazioni pubbliche, soprattutto nel caso Garlasco, per tutelare l’immagine della professione e la correttezza del processo.
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L’Ordine degli Avvocati di Milano richiama i legali alla sobrietà e responsabilità nella comunicazione pubblica, soprattutto sui social, per tutelare la dignità della professione e evitare strumentalizzazioni in casi giudiziari molto seguiti come quello di Garlasco. - Gaeta.it

L’Ordine degli avvocati di Milano ha diffuso un richiamo diretto agli iscritti riguardo al comportamento da tenere quando si comunicano notizie legate a processi di grande attenzione pubblica. Nel contesto del caso dell’omicidio di Garlasco, tornato recentemente al centro dell’attenzione mediatica, l’Ordine ha sottolineato come il codice deontologico richieda una condotta sobria e misurata nel rivolgersi ai media o usare i social network.

Il codice deontologico e l’obbligo di riservatezza

Il codice deontologico degli avvocati stabilisce regole precise su come gli avvocati devono comportarsi nel momento in cui rilasciano dichiarazioni pubbliche o utilizzano canali di comunicazione digitale. Secondo quanto comunicato dall’Ordine di Milano, è fondamentale mantenere un atteggiamento riservato che preservi il decoro e la dignità dell’intera categoria forense. Questo codice intende evitare che messaggi o post troppo espliciti o emotivi possano creare pregiudizi sulla figura dell’avvocato o sul lavoro svolto nel processo.

Questo richiamo riguarda tutte le situazioni in cui un legale diventa “pubblico” attraverso dichiarazioni o post, specie quando la vicenda coinvolge un’elevata attenzione dell’opinione pubblica. Lo scopo è evitare fenomeni di spettacolarizzazione o strumentalizzazione delle questioni giudiziarie, spesso delicate, che rischiano di influenzare l’opinione in modo non appropriato.

Il caso di Angela Taccia e il post su Instagram

Lo scambio di comunicazioni è nato in seguito al post del legale difensore di Andrea Sempio, Angela Taccia, che ha usato i social per esprimere un messaggio molto netto: “Guerra dura senza paura” e “CPP we love you”. Il post è stato pubblicato proprio il giorno in cui la difesa contestava la nullità dell’invito a comparire emesso dai pm di Pavia, mentre Sempio, di 37 anni, non si presentava all’interrogatorio.

L’Ordine degli avvocati ha fatto indirettamente riferimento a questo episodio nel suo comunicato, puntando a ribadire come certe frasi, anche se pubblicate su piattaforme come Instagram, debbano sottostare alle stesse regole che valgono per qualsiasi comunicazione ufficiale o pubblica da parte di un legale. La delicatezza del caso in questione aggiunge ulteriore necessità di attenzione ai toni e ai modi con cui ci si esprime.

La responsabilità degli avvocati nei confronti dell’immagine pubblica

Non è la prima volta che gli ordini professionali richiamano i professionisti alla moderazione. Gli avvocati rappresentano una figura chiave nel sistema giudiziario e custodiscono un ruolo che vincola anche l’immagine pubblica. Esporsi in modo troppo acceso o con messaggi poco equilibrati può compromettere la fiducia che il pubblico ripone nella giustizia.

Anche se i social network offrono uno spazio immediato per comunicare, il codice richiama al fatto che ogni parola ha un peso. Questo vale soprattutto nei momenti in cui il contenuto riguarda procedure legali in corso o soggetti coinvolti in processi delicati. Il rispetto per la dignità personale delle parti e della professione deve prevalere, evitando qualsiasi forma di spettacolarizzazione che può confondere o fuorviare.

Impatto mediatico e ruolo degli ordini professionali

L’attenzione crescente dei media su certi casi giudiziari mette a dura prova la capacità degli avvocati di mantenere un equilibrio tra il diritto di informazione e la tutela della loro immagine. L’Ordine degli avvocati di Milano sembra voler fissare confini chiari per impedire che l’utilizzo non controllato dei canali pubblici trasformi le vicende giudiziarie in palco per slogan o atteggiamenti bellicosi.

Le segnalazioni di questo tipo servono anche a ricordare quanto sia alta la posta in gioco sia per i protagonisti della giustizia sia per chi li rappresenta. Il mantenimento di un atteggiamento cauto riflette la consapevolezza di avere un ruolo delicato e lo richiama pubblicamente, traducendo in regole precise ciò che può apparire scontato ma che in realtà necessita di essere ribadito spesso.

La vicenda di Garlasco continua così a esercitare una pressione significativa nel dibattito pubblico, spingendo anche gli operatori del diritto a un confronto critico su come assumere una posizione corretta e responsabile, lontana da facili platealità.

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