Un’importante operazione internazionale condotta dai Carabinieri ha portato all’arresto di 27 persone coinvolte in un complesso traffico di stupefacenti tra Italia, Albania e Spagna. L’operazione, realizzata in seguito a un’ordinanza emessa dal Gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia , ha messo in luce come alcuni centri di accoglienza fossero utilizzati come hub per la droga.
Un centro di accoglienza diventato un hub per lo spaccio
È emerso che il Centro Sprar , situato a Roma in via della Riserva Nuova, è stato sfruttato per lo stoccaggio e la distribuzione di sostanze stupefacenti. Qui si effettuava il reclutamento di migranti nigeriani, molti dei quali titolari di permesso di soggiorno provvisorio e in attesa di definire la loro posizione legale. Questo utilizzo improprio ha sollevato seri interrogativi sulla gestione delle strutture destinate all’accoglienza e sul rispetto dei diritti dei richiedenti asilo.
Le indagini hanno rivelato che il gruppo di narcotrafficanti operava con metodi collaudati. Utilizzando una rete di contatti in Albania e organizzazioni della criminalità nigeriana, i membri del gruppo importavano grandi quantità di marijuana direttamente da Valona, smistandola poi in varie zone d’Italia e in altri paesi europei. Questo sistema consolidato ha dimostrato come diversi gruppi criminali possano collaborare per ottimizzare le loro operazioni illecite, rendendo ancora più complicata la lotta alla droga.
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Le accuse e il provvedimento giudiziario
Le persone coinvolte sono accusate di una serie di reati gravi tra cui associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione e porto di armi da fuoco. Inoltre, sono accusati di intestazione fittizia di beni, ingannando figure pubbliche e autorità . Questo ampio disegno criminale dimostra come il traffico di droga non sia solo un problema di consumo, ma un’attività che intreccia varie dimensioni della criminalità , dalla gestione delle risorse fino alla violazione della legge.
Il provvedimento emesso dal Gip prevede il carcere per 20 persone e gli arresti domiciliari per altre sette. L’importanza dell’operazione si riflette nel fatto che ha colpito non solo i membri del gruppo in Italia, ma ha avuto risonanza anche all’estero, indicando la portata internazionale del network criminale.
Collaborazione internazionale e arresti all’estero
Grazie alla cooperazione con le forze di polizia di Albania e Spagna, sono stati effettuati arresti significativi in queste nazioni. A Valona, così come nella provincia di Barcellona, le autorità locali hanno collaborato attivamente con i Carabinieri romani. L’operazione ha beneficiato del supporto della Direzione Centrale della Polizia Criminale, che ha mediato le azioni con Interpol e altre autorità di giustizia, mostrando come la lotta al narcotraffico richieda uno sforzo collettivo e coordinato a livello internazionale.
La rapidità con cui sono stati eseguiti gli arresti, oltre alla complessità dell’indagine, testimoniano l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta alle organizzazioni criminali. Questo caso mette in evidenza la necessità di vigilanza e di ulteriori misure per affrontare il traffico di droga, che continua a rappresentare una delle principali sfide per la sicurezza e la giustizia nei diversi paesi coinvolti.