Omicidio di Emanuele Durante a Napoli, indagato un giovane legato al clan Sequino

Omicidio di Emanuele Durante a Napoli, indagato un giovane legato al clan Sequino

A Napoli, l’omicidio di Emanuele Durante segna un’escalation nella faida tra giovani clan della Sanità, con indagini su Alexandr Babalyan e legami familiari che alimentano vendette e tensioni criminali.
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A Napoli, il 15 marzo 2025, è stato ucciso Emanuele Durante, 20 anni, in una faida giovanile tra clan del rione Sanità. Le indagini indicano come presunto assassino Alexandr Babalyan, legato al clan Sequino, in un contesto di vendette e rivalità criminali locali. - Gaeta.it

A Napoli, la sera del 15 marzo 2025, è stato ucciso Emanuele Durante, un ragazzo di 20 anni coinvolto in una faida tra giovani legati ai clan criminali del rione Sanità. Le indagini hanno individuato il presunto assassino nel 25enne Alexandr Babalyan, di origine russa ma residente nella Sanità, legato al clan Sequino. L’omicidio si inserisce in una catena di vendette scaturita dalla morte di un altro giovane, Emanuele Tufano, avvenuta a ottobre 2024.

Il profilo del presunto killer e il contesto dell’omicidio

Alexandr Babalyan è nato il 21 novembre 1999 nella regione di Astrakan, in Russia, ma vive da anni a Napoli, nel quartiere Sanità. È noto negli ambienti della criminalità locale come “o’ polacco” benché non abbia nazionalità italiana. Secondo le indagini coordinate dai carabinieri e dal gip Federica Colucci, Babalyan ha sparato contro Durante in via Santa Teresa degli Scalzi. Il delitto faceva parte di un piano organizzato da Salvatore Pellecchia, detto “Dudù”, 31 anni, anche lui legato al clan Sequino. Pellecchia è figlio di Silvio, il fratello di Maria Grazia, madre della prima vittima, Emanuele Tufano, a stretto vincolo di parentela con la famiglia della vittima più recente.

Segnali di un inserimento nel sistema criminale

La scelta di Babalyan come esecutore indica un inserimento nel sistema criminale del rione Sanità, dove si consumano rivalità tra gruppi di giovani coinvolti in conflitti armati, che spesso sfociano in sparatorie in strada. La provenienza e la residenza di Babalyan tracciano una linea tra legami familiari, territoriali e criminali che hanno portato alla pianificazione del delitto.

Il legame tra le due vittime e la faida tra giovani clan

L’omicidio di Durante è il punto di arrivo di una vendetta tra famiglie e gruppi giovanili della Sanità e del quartiere Mercato. La miccia è stata accesa il 24 ottobre 2024 durante uno scontro a fuoco in Rettifilo, durante quale morì il 15enne Emanuele Tufano. Quel giorno, un gruppo di 12 ragazzi, definiti baby camorristi, si sfidarono in strada, uno scontro che finì nel sangue. Tufano, che era cugino di primo grado di Pellecchia Salvatore da parte della madre, fu ucciso incidentemente da uno dei coetanei.

Tensioni e accuse tra i giovani coinvolti

Le indagini rivelano che Durante era con un gruppo di sei giovani partiti dalla Sanità con l’intento di affrontare quelli di piazza Mercato. Tra loro c’era anche un certo Mattia B., armato di pistola. Nei mesi seguenti, tra i giovani del clan Sequino crebbe l’accusa rivolta a Durante di aver trascinato il gruppo in un’imboscata che provocò la morte di Tufano. Nessuno però ha mai confermato quale arma abbia sparato il colpo fatale, nonostante le pressioni di Pellecchia. L’omicidio di Durante sembra quindi un atto di rivalsa direttamente collegato alla faida e agli attriti tra i gruppi.

I sospetti, le indagini e la testimonianza della fidanzata

Nel corso delle inchieste sono emersi tentativi di depistaggio e un clima di omertà che ha rallentato l’identificazione dei responsabili. I carabinieri hanno svolto un monitoraggio intenso, intercettando decine di familiari delle vittime e degli indagati, ottenendo immagini e filmati da telecamere pubbliche e private che hanno catturato ogni fase della preparazione, esecuzione e fuga dall’omicidio di Durante.

La testimonianza con reticenza

La fidanzata della vittima ha indicato il nome di Alexandr Babalyan come colui che ha sparato, ma con reticenza ha dichiarato di non aver visto direttamente il fatto. Anche i genitori separati di Durante pare fossero a conoscenza degli eventi e delle tensioni crescenti tra i gruppi, elemento che sottolinea come le dinamiche fossero note nella cerchia più stretta. Non è stato possibile individuare chi fosse con Babalyan sullo scooter al momento del delitto.

Accanto a Babalyan e Pellecchia, è stato indagato un terzo uomo, Vincenzo Brandi, 31 anni, legato per parentela a Tufano, che avrebbe effettuato delle perlustrazioni in motocicletta giorni prima dell’omicidio. Le indagini proseguono nel tentativo di ricostruire tutte le responsabilità, senza escludere ulteriori complici o mandanti.

Il peso delle rivalità di quartiere nel ciclo di violenza giovanile a napoli

Napoli continua a mostrare tensioni profonde tra i giovani delle periferie urbane coinvolte in conflitti di tipo criminale, soprattutto nella Sanità e in altri quartieri storici. Le rivalità mettono in moto un ciclo di vendette, difficili da interrompere, che vedono protagonisti ragazzi ancora molto giovani e spesso legati da vincoli di parentela o amicizie.

Il caso di Emanuele Durante e della sua uccisione dimostra quanto un evento tragico possa alimentare una catena violenta. Il rifugio nelle piazze e negli scooter, la crescente militarizzazione degli scontri e la partecipazione dei familiari contribuiscono a mantenere alta la tensione. Le autorità continuano a intervenire con arresti e misure restrittive, ma la frattura sociale resta palpabile.

Il sistema di controllo del territorio da parte dei clan si riflette nei gesti di vendetta e nella difficoltà a trovare verità e giustizia, soprattutto davanti a un muro di omertà. Le immagini e le intercettazioni raccolte forniscono dati importanti ma servono settimane o mesi per sciogliere i nodi di una vicenda segnata da legami stretti e lotte di potere tra gruppi giovanili. La città resta sotto osservazione mentre le indagini nel processo alla faida vanno avanti.

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