L’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, riprende vigore a distanza di anni grazie a nuovi elementi investigativi. Una testimonianza rilasciata quasi 18 anni fa, associata a una nuova indagine coordinata dalla Procura di Pavia, ha spinto gli inquirenti a cercare l’arma del delitto in un canale a Tromello, zona vicina ai luoghi protagonisti del caso. Oggetti metallici, tra cui un martello, sono stati ritrovati e sono ora oggetto di accertamenti. Il caso resta aperto e si cercano risposte precise in un quadro ancora pieno di incertezze.
il racconto di marco demontis muschitta e la sua testimonianza a garlasco
Marco Demontis Muschitta, dipendente dell’ASM di Vigevano incaricato di controllare le centrali dell’acqua potabile, è stato sentito nell’autunno del 2007 dall’allora pubblico ministero Rosa Muscio. Nel suo verbale, firmato e poi ritrattato, ha descritto un episodio avvenuto la mattina dell’omicidio di Chiara Poggi mentre percorreva via Pavia a Garlasco. Muschitta racconta di aver notato una bicicletta che usciva da una via laterale sulla sinistra, ma non è certo se si trattasse di via Pascoli, nota perché ospitava la villa dei Poggi, o di un’altra strada vicina.
Attenzione ai dettagli del movimento e dell’oggetto
L’attenzione dell’uomo si è concentrata su quella bici che si muoveva a zig-zag. Questo movimento irregolare ha fatto pensare che la persona alla guida tenesse in mano qualcosa di ingombrante. Muschitta ha poi visto salire la protagonista in sella a una ragazza con i capelli biondi a caschetto e occhiali da sole scuri, un look preciso per quel periodo e localizzazione. Le scarpe erano bianche con una stella blu. Spicca la descrizione dell’oggetto tenuto nella mano destra, un’asta metallica color canna di fucile, terminante con una pigna, simile a un piedistallo da camino.
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Questa testimionianza porta dettagli concreti, come il modo in cui la ragazza teneva il manubrio con entrambe le mani ma impugnava anche contemporaneamente quell’oggetto alla mano destra. La descrizione ha destato interesse perché quel particolare oggetto poteva essere legato a rimanenze o sparizioni di armi o attrezzi nelle vicinanze della scena del crimine.
la nuova indagine e la ricerca dell’arma a tromello
Le dichiarazioni di Muschitta, confrontate con quelle di un altro testimone che ha preso parte alla nuova indagine della Procura di Pavia, hanno spinto gli inquirenti ad intensificare le ricerche dell’arma del delitto, mai ritrovata nei quindici anni precedenti. La zona scelta è stata un canale a Tromello, comune vicino a Garlasco e collegato al contesto familiare di Chiara Poggi.
Oggetti metallici e focus sul martello
Lì, nelle vicinanze della casa della nonna delle gemelle Paola e Stefania Cappa – cugine di Chiara – sono stati recuperati diversi oggetti metallici. Tra questi spicca un martello finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori. Al momento non ci sono certezze sul fatto che questo martello abbia la forma o la struttura con il manico di legno e testa a coda di rondine corrispondente a quello che risultava sparito dalla casa dei Poggi.
Questa zona era stata poco battuta in precedenza, ma l’emersione di indizi nuovi ha invogliato la Procura a seguire nuove piste. Ogni oggetto trovato viene attentamente esaminato per riscontrare eventuali tracce biologiche, impronte o altre prove utili per il procedimento penale.
I dettagli e le incertezze della testimonianza originale
Nonostante il verbale di Muschitta offra una ricostruzione interessante, alcuni aspetti restano oscuri o poco precisi. L’uomo infatti non riesce a identificare con certezza la via laterale da cui la ragazza è uscita in bicicletta. Non ricorda se fosse via Pascoli o un’altra strada simile. La descrizione dell’abbigliamento è parziale: si nota solamente il tipo di scarpe e qualche dettaglio fisico come i capelli biondi e il taglio a caschetto, mentre colori e indumenti risultano vaghi.
Il volante della bici e la modalità di impugnatura dell’oggetto nella mano destra vengono enfatizzati, perché rivelano come la ragazza avesse in mano qualcosa di concreto e pesante mentre si muoveva sul mezzo a due ruote.
La testimonianza è stata ritrattata in seguito, ma rimane un tassello chiave che riapre interrogativi su chi fosse quella ragazza e su cosa fosse l’oggetto che portava con sé. Tramite l’analisi incrociata ad altri racconti e riscontri sul territorio, emerge una nuova linea investigativa per chiarire componenti del mistero legato alla morte di Chiara Poggi.
La ricerca di elementi concreti prosegue anche a distanza di quasi due decenni dall’omicidio, in una vicenda che, per quanto complessa, continua a riservare sviluppi e possibilità di ottenere chiarimenti decisivi.