Decine di studenti appartenenti all’Assemblea antifascista di Monteverde hanno dato vita a un’occupazione nella Casetta bel Respiro, una struttura abbandonata situata all’interno di Villa Pamphili. Questo intervento, avvenuto nel pomeriggio di ieri, intende portare l’attenzione su uno spazio trascurato da anni. Le motivazioni dietro tale azione non si limitano alla riqualificazione, ma pongono l’accento su un tema più ampio: la volontà giovanile di rivalutare e riaprire spazi al pubblico attraverso la comunità, lontano dalle logiche commerciali.
Il contesto dell’assemblea e la nascita dell’occupazione
La mobilitazione è nata durante un’assemblea tenutasi nella medesima villa, in cui i giovani della zona hanno discusso del ddl 1660, che inasprisce le pene per chi partecipa a manifestazioni di protesta. La decisione di occupare la Casetta bel Respiro è scaturita alla fine della riunione, quando i partecipanti hanno scelto di muoversi in corteo verso il luogo da riqualificare. I ragazzi hanno evidenziato come la situazione attuale di spazi abbandonati richieda un intervento diretto, evidenziando l’indifferenza delle istituzioni locali.
In una nota ufficiale, i partecipanti hanno dichiarato: “Mentre l’attenzione delle istituzioni comunali e municipali è concentrata su tutt’altro, noi ci occupiamo di spazi trascurati. Vogliamo impegnarci per riportare alla vita ciò che è stato dimenticato”. La protesta ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la presenza di strutture inutilizzate e di dimostrare che i giovani hanno la capacità di prendersi cura del proprio ambiente.
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Dettagli dell’occupazione e prime reazioni
Con l’occupazione avvenuta, l’Assemblea antifascista ha dichiarato di aver avviato lavori di pulizia e preparazione dell’area. I ragazzi hanno iniziato a montare materiali come pallet, sedie e tavoli, rendendo l’area accessibile al pubblico. Questo gesto sottolinea il desiderio di creare uno spazio vivibile e autogestito, concepito per servire la comunità. La riqualificazione della Casetta bel Respiro si propone di trasformarla in un luogo di incontro, comunicazione e collaborazione.
Allo stesso tempo, la notizia dell’occupazione ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Diverse camionette della Polizia hanno raggiunto il sito per procedere allo sgombero, generando un clima di tensione intorno all’evento. I manifestanti hanno lanciato un appello via social media per invitare le persone a mobilitarsi e a manifestare in sostegno della loro causa.
Obiettivi futuri e messaggi della protesta
L’occupazione della Casetta bel Respiro rappresenta una delle tante azioni intraprese dai giovani per rivendicare spazi pubblici. I manifestanti si sono dichiarati impegnati a portare avanti il lavoro di ristrutturazione e abbellimento dell’area, per renderla accessibile a tutti e non solo a una ristretta cerchia. Il loro messaggio è chiaro: gli spazi urbani abbandonati possono diventare punti di socializzazione e aggregazione, favorendo l’inclusione e l’interazione tra le diverse comunità locali.
L’intento di creare un luogo inclusivo è forte. Sebbene la manifestazione sia stata contrastata dalle autorità, i ragazzi continuano a ribadire la propria determinazione. “Vogliamo dimostrare che con la collaborazione e la solidarietà di tutti, è possibile costruire un luogo vivibile per chi frequenta l’assemblea”, si legge nel comunicato. Gli studenti sono convinti che la riqualificazione di spazi dimenticati possa portare benefici al quartiere, arricchendo l’offerta culturale e sociale della zona, e sperano di far diventare la Casetta bel Respiro un esempio di attivismo giovanile e comunitario.