La peste suina africana continua a destare preoccupazione in alcune zone del nord ovest italiano. Nuovi casi rilevati tra i cinghiali in Piemonte e Liguria aggiornano il totale regionale dei focolai, soprattutto nelle province di Alessandria, Novara, Genova e Savona. Questi dati riflettono la situazione attuale di diffusione e monitoraggio della malattia, senza nuovi riscontri negli allevamenti suinicoli. Ogni segnalazione aiuta a tracciare l’andamento dell’epidemia in territori colpiti da tempo.
Nuovi casi di peste suina africana tra i cinghiali in piemonte
Nel Piemonte sono state accertate cinque nuove positività alla peste suina africana. Tre di queste riguardano la provincia di Alessandria: una nelle vicinanze di Acqui Terme, che porta a dieci il totale in questa zona; le altre due, una a Grognardo, dove i casi sono diventati venticinque, e una a Morbello, con trentaquattro positività registrate finora. In provincia di Novara si sono verificati due nuovi casi a Trecate, che porta il conteggio complessivo a dodici in quest’area.
Numeri e monitoraggio in piemonte
Il totale piemontese sale così a 781 casi confermati tra cinghiali selvatici. Non sono stati rilevati nuovi focolai negli allevamenti di suini, pertanto il numero di focolai rimane fermo a nove. Questi dati dimostrano che la diffusione riguarda principalmente la fauna selvatica, con l’attenzione regionale rivolta a contenere ogni possibile contagio verso le strutture di allevamento. Le autorità sanitarie continuano il monitoraggio costante in tutte le zone interessate della regione.
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Situazione epidemica e prime positività in liguria
In Liguria sono state confermate quattro nuove positività, tutte tra animali selvatici, distribuite tra le province di Genova e Savona. Nella provincia di Genova si sono registrati due casi: uno ad Avegno, segnando il primo caso in quel comune, e uno a Castiglione Chiavarese, dove i positivi sono diventati due. Nella provincia di Savona le positività risultano concentrate ad Albisola Marina, con una prima diagnosi confermata, e a Sassello, dove i casi totali raggiungono sessanta.
Diffusione territoriale e nuovi comuni coinvolti
Questi riscontri fanno salire il totale regionale della Liguria a 1.084 casi di PSA. Le nuove positività espandono la distribuzione territoriale del virus tra comuni prima non colpiti, incrementando a 182 il numero di comuni coinvolti. Questa diffusione rende evidente l’importanza di mantenere alta la sorveglianza e le misure di contenimento per impedire un’ulteriore estensione del contagio all’interno della regione. Le autorità sanitarie monitorano le aree colpite e intervengono per limitare il potenziale impatto sulla fauna e sull’economia locale legata all’allevamento suino.
Il monitoraggio della peste suina africana e i rischi per gli allevamenti
Nonostante il numero crescente di positività tra i cinghiali selvatici, in Piemonte e Liguria non sono stati segnalati nuovi focolai negli allevamenti suinicoli. In Piemonte, infatti, i focolai noti restano nove e non si registrano variazioni recenti. La situazione in Liguria rispecchia un’attenzione particolare per questa possibile minaccia, con continui controlli veterinari per intercettare tempestivamente eventuali casi.
La presenza della peste suina africana nella fauna selvatica rappresenta un pericolo permanente per gli allevamenti. Il contatto tra suini domestici e selvatici potrebbe trasferire il virus, con conseguenze gravi dal punto di vista sanitario ed economico. Le procedure di prevenzione, come il controllo delle popolazioni di cinghiali e la regolazione degli spostamenti di animali e prodotti, si moltiplicano nelle aree più colpite. Le autorità regionali hanno attivato protocolli per ridurre i rischi di trasmissione e per mantenere la situazione sotto controllo, evitando così che nuovi focolai si sviluppino nelle strutture di allevamento.
Evoluzione territoriale dei focolai e impatto sulle comunità locali
Con l’accertamento di nuovi casi in comuni mai coinvolti prima, come Avegno e Albisola Marina, il virus ha toccato zone nuove in Liguria. Il salire del numero di comuni con almeno una positività, arrivato a 182, segnala una diffusione geografica più ampia rispetto alla fase iniziale dell’epidemia. Questo impone un adattamento delle strategie di contenimento e una maggiore collaborazione tra enti locali, veterinari e cacciatori impegnati nella gestione della fauna.
Sul versante piemontese, la concentrazione degli ultimi casi in alcune zone della provincia di Alessandria e Novara testimonia una presenza focalizzata ma persistente. Le amministrazioni comunali e sanitarie devono mantenere alta la guardia, soprattutto nelle aree con numeri elevati di positivi come Morbello. La convivenza tra attività umane, fauna selvatica e allevamenti richiede un continuo aggiornamento delle mappature e interventi puntuali per minimizzare il contagio.
La peste suina africana continua a testimoniare la sua capacità di sconvolgere gli equilibri ambientali e produttivi in queste regioni. L’evoluzione dei focolai mostra come la malattia si diffonda lentamente ma con efficacia, anche in contesti diversi. Le istituzioni regionali e nazionali mantengono il focus sulla sorveglianza attiva e la limitazione dei rischi, in attesa di nuovi sviluppi sulla gestione sanitaria e sulla possibile eradicazione del virus.