Il nuovo decreto fiscale genera discussioni vivaci all’interno del panorama politico italiano, specialmente riguardo alla gestione del debito tributario. Gli emendamenti proposti, in particolare quelli firmati da esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, mirano a facilitare la vita ai contribuenti e a rendere più trasparente la situazione patrimoniale dei cittadini. Scopriamo nel dettaglio le misure in discussione e le loro implicazioni.
Rateizzazione del debito tributario e riduzione delle responsabilità penali
Uno degli emendamenti più significativi al decreto fiscale, presentato dal senatore Claudio Lotito di Forza Italia, prevede che l’adesione a un piano di rateizzazione del debito tributario escluda la possibilità di contestazione penale, a condizione che non si verifichi la decadenza dal piano stesso. Ciò significa che i contribuenti che seguono questa strada non dovrebbero temere di affrontare procedimenti penali per reati collegati ai debiti tributari, a patto di rispettare le scadenze del piano.
Una proposta parallela stabilisce che le sentenze emesse nel processo tributario, una volta divenute irrevocabili, abbiano effetto di giudicato anche in procedimenti penali relativi all’accertamento della pretesa erariale. In pratica, per reati tributari minori, come l’omesso versamento di ritenute certificate, l’IVA e l’indebita compensazione, queste sentenze potrebbero fungere da scudo per le pene penali. Questo approccio, già affrontato in precedenti emendamenti, potrebbe portare a una semplificazione e a minori pressioni sui contribuenti, cercando di evitare duplicazioni di sanzioni tra i diversi ambiti giuridici.
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Inoltre, viene proposta una riapertura dei termini per la cosiddetta rottamazione quinquies. Questo permetterebbe ai contribuenti di saldare i debiti risultanti da carichi affidati agli agenti della riscossione tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023 con scadenze flessibili, consentendo il pagamento entro il 31 luglio 2025, in un’unica soluzione o in un massimo di 18 rate, di cui alcune già a partire dal 2025. Misure come queste potrebbero contribuire a un alleggerimento del peso economico sui cittadini, in un periodo già difficile per molte famiglie italiane.
Inclusione di criptovalute nella valutazione ISEE
Un altro aspetto interessante dell’emendamento presentato riguarda l’aggiornamento della normativa sulla determinazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente . La senatrice Francesca Tubetti, sempre nel contesto del Dl fiscale, ha proposto che tra le componenti patrimoniali da considerare ai fini ISEE vengano incluse anche le giacenze in valuta estera, le criptovalute e le rimesse di denaro effettuate attraverso sistemi di money transfer.
Questa proposta ha come obiettivo principale quello di garantire una maggiore trasparenza e parità di trattamento tra le diverse forme di risparmio. In pratica, i risparmi detenuti all’estero e le criptovalute non dovrebbero essere avvantaggiati rispetto ai capitali depositati in banche italiane. Secondo Tubetti, è fondamentale tutelare le famiglie che accumulano risparmi attraverso canali tradizionali e fornire un’adeguata struttura normativa che prenda atto delle nuove realtà economiche che caratterizzano la società odierna.
Questo emendamento prevede che gli enti preposti alle prestazioni sociali adeguino le loro regole entro 90 giorni dall’approvazione della legge. Ciò implica che la gestione delle pratiche ISEE dovrà rimanere al passo con le novità nel panorama economico, garantendo che tutti gli asset siano correttamente considerati.
Le altre proposte in discussione al Senato
Oltre ai due emendamenti principali, numerose altre proposte sono state presentate in Senato. Diverse forze politiche, tra cui Forza Italia, Lega e Partito Democratico, hanno fatto richieste simili per l’estensione al 2025 del Fondo di garanzia per le Piccole e Medie Imprese . Questo fondo, già attivo, potrebbe essere ulteriormente potenziato per migliorare l’accesso al credito per le PMI, che continuano a sentirsi sotto pressione in un contesto economico non facile.
Sono stati anche presentati emendamenti nel settore fiscale per escludere dal concordato preventivo i contribuenti con redditi esenti o non concorrenti alla base imponibile. Altre proposte mirano a modificare il tetto per le detrazioni relative alle spese per l’istruzione, alzandolo dal 2025, mentre ci sono anche iniziative orientate a escludere le somme per la ricarica delle auto elettriche dalla determinazione del reddito da lavoro dipendente. Queste misure, se approvate, potrebbero favorire una maggiore equità fiscale e sostenere la transizione ecologica.
Queste novità, se ratificate, potrebbero avere un impatto significativo sul panorama economico nazionale e sulla vita dei contribuenti italiani, cercando di semplificare e chiarire le norme fiscali.