Nel quartiere piano di ancona controlli serrati della polizia di stato con denunce e sanzioni a circolo privato

Nel quartiere piano di ancona controlli serrati della polizia di stato con denunce e sanzioni a circolo privato

la polizia di stato di Ancona intensifica i controlli nel quartiere Piano con posti fissi e verifiche su persone e locali, denunciando tre soggetti per droga e irregolarità documentali, sanzionando un circolo abusivo
Nel Quartiere Piano Di Ancona Nel Quartiere Piano Di Ancona
La polizia di Ancona ha intensificato i controlli nel quartiere Piano, denunciando tre persone, verificando locali e sanzionando un circolo privato per violazioni legate alla sicurezza e alla trasformazione abusiva in pubblico esercizio. - Gaeta.it

La polizia di stato di Ancona ha intensificato i controlli nel quartiere Piano, mettendo in campo diverse pattuglie per garantire la sicurezza pubblica. I servizi straordinari sono organizzati dal questore Cesare Capocasa, in collaborazione con il prefetto, e si svolgono anche durante l’estate, un periodo in cui le strade del quartiere sono particolarmente frequentate. Queste operazioni mirano a prevenire episodi di illegalità e a rispondere alle segnalazioni dei residenti. Il bilancio di un’ultima azione ha riguardato una sessantina di persone controllate, tre denunce e verifiche in alcuni locali della zona, con restrizioni specifiche e sanzioni.

Controlli straordinari e identificazioni in tutta la zona del piano

I controlli della polizia di stato, iniziati nel pomeriggio di ieri, hanno coinvolto la questura di Ancona e due equipaggi del reparto prevenzione crimine provenienti da Perugia. L’azione ha interessato soprattutto le aree più frequentate del quartiere Piano, dove sono stati allestiti due posti di blocco fissi. Sono state identificate sessantatré persone, di cui tredici con precedenti penali, un dato che dimostra come le forze dell’ordine siano impegnate a monitorare soggetti con comportamenti sospetti o carichi di segnalazioni. In parallelo, sono stati fermati e controllati quaranta veicoli, con l’obiettivo di verificare documenti, rispetto delle norme di circolazione e presenza di eventuali materiali illegali.

La scelta di effettuare dei posti di controllo fissi risponde alla necessità di presidiare in modo costante aree particolarmente sensibili, dove negli ultimi mesi si sono verificati episodi di degrado o di disturbo della quiete pubblica. Il questore Cesare Capocasa ha definito queste operazioni un elemento fondamentale per il mantenimento della sicurezza nel quartiere. Il coinvolgimento del reparto di Perugia indica la volontà di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine con risorse esterne, per dare risposta ai frequenti appelli dei cittadini.

Denunce per possesso di stupefacenti e irregolarità documentali

Durante il servizio di controllo, la polizia ha denunciato tre persone. Due uomini, di origini somale, sono stati trovati in possesso di sostanze stupefacenti in piazza d’Armi. Nel dettaglio, uno aveva circa un grammo di droga distribuita tra cocaina e cannabinoidi, mentre l’altro è stato trovato con poco più di cinque grammi di cannabinoidi. Questi quantitativi, anche se limitati, hanno permesso di contestare il reato di detenzione ai fini di spaccio, poiché i controlli avvengono in una zona ad alta frequentazione pubblica.

Un terzo uomo, sempre di origini somale e con circa venticinque anni, è stato fermato in via Giordano Bruno. In questo caso, la denuncia riguarda l’assenza di documenti validi che potessero attestare la sua regolarità sul territorio italiano. Senza documentazione, la polizia procede con la segnalazione all’autorità competente per le verifiche sul permesso di soggiorno o l’eventuale espulsione. Questi casi dimostrano l’attenzione puntuale sul controllo dei soggetti considerati a rischio e sulla prevenzione di situazioni di illegalità che possono generare insicurezza nel quartiere.

Irregolarità e disturbo in circolo privato sudamericano vicino a piazza ugo bassi

Il servizio ha riguardato anche verifiche su alcuni locali pubblici e privati. Particolarmente importante è stato il controllo eseguito in un circolo privato sudamericano situato vicino a piazza Ugo Bassi. Questo locale era già noto alle forze dell’ordine per diverse segnalazioni arrivate dai residenti del quartiere, che lamentavano musica ad alto volume e schiamazzi notturni, soprattutto durante i fine settimana. La situazione aveva ormai reso difficile il riposo per chi abita nelle vicinanze.

Al momento del controllo, gli agenti hanno dovuto suonare a lungo il citofono per farsi aprire, perché nessuno dei presenti si era accorto del loro arrivo. All’interno hanno trovato circa cinquanta persone, molte in evidente stato di ubriachezza. Il clima nel locale era teso e rumoroso, con una temperatura così alta da costringere gli agenti a spostarsi vicino all’uscita per respirare un’aria meno soffocante. Il luogo non rispettava i requisiti di sicurezza e sorvegliabilità previsti dal decreto ministeriale 564 del 1992: mancava una seconda porta, essenziale per un circolo privato, e la porta principale era chiusa dall’interno. Queste condizioni impediscono interventi rapidi in caso di emergenza o evacuazione.

Sanzioni e contestazioni per trasformazione abusiva del circolo in pubblico esercizio

Durante il controllo è emerso che non tutti gli avventori erano soci del circolo, un fatto che configura la trasformazione abusiva del locale da privato a pubblico esercizio. La legge sul commercio della regione Marche n. 22/2021 vieta questa pratica, per evitare che circoli privati diventino vere e proprie attività commerciali senza rispettare norme e controlli più stringenti. Alla luce di questo, il presidente del circolo è stato sanzionato con una multa di 5mila euro.

La polizia ha posto particolare attenzione a questa violazione, perché implica un rischio per la sicurezza e può favorire situazioni di illegalità o disordine pubblico. La sanzione vuole scoraggiare proprietari e gestori a non rispettare le regole, oltre a proteggere i diritti dei residenti del quartiere. L’azione della questura dimostra come i controlli vadano oltre la semplice identificazione delle persone e si estendano al rispetto delle norme sugli spazi pubblici e privati all’interno della città.

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