La celebrazione delle esequie del maestro Roberto De Simone ha riunito amici, familiari e ammiratori presso il Duomo di Napoli per onorare la sua eredità artistica e umana. L’arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, ha guidato l’assemblea in un momento di riflessione e gratitudine, presentando De Simone non solo come un artista, ma come una figura centrale nella cultura e nella fede della città. Attraverso le sue opere, il maestro ha sempre cercato di trasmettere messaggi profondi e universali, utilizzando la musica e la tradizione popolare come strumenti di comunicazione e connessione.
La celebrazione della vita di Roberto De Simone
Durante l’omelia, Battaglia ha chiarito che questo non era un momento di addio, ma piuttosto di ringraziamento. “Siamo qui per dire grazie a un uomo di arte, di cultura, di fede. Oggi, non si chiude un sipario, ma si apre un nuovo paesaggio,” ha affermato. La figura di De Simone, luminosa e significativa, viene celebrata per aver trasformato la vita in un canto e ogni nota della sua partitura ha risuonato con significato. La sua dedizione all’arte e alla cultura locale ha trovato espressione nelle sue opere, che riflettono uno stretto legame con le radici e le tradizioni napoletane.
L’arcivescovo ha sottolineato che De Simone ha saputo riconoscere la bellezza anche nei luoghi semplici e comuni, dove Dio si manifesta non tra i potenti, ma nel cuore sincero della gente. Questa riflessione segna un invito a considerare come l’arte possa essere una forma di salvezza, lontana dal clamore della ricchezza e dal potere, un tema ampiamente esplorato nelle opere del maestro.
L’eredità di una tradizione musicale
Nel ricordo dell’arcivescovo, particolare enfasi è stata posta sulla ‘Cantata dei Pastori’, un’opera che incarna la visione di De Simone e il suo profondo legame con la spiritualità e la cultura popolare. La scelta di rappresentare opere che parlano del Canto della Vergine Addolorata è una testimonianza della sua volontà di fare arte non solo per intrattenere, ma per comunicare messaggi di speranza e resilienza. “Maria rappresentava Napoli, i suoi figli, le sue storie e sofferenze,” ha spiegato il cardinale. La dimensione spirituale che De Simone ha infuso nelle sue opere continua a risuonare, offrendo conforto e ispirazione a chiunque ne fruisca.
De Simone, con la sua voce e la sua musica, ha donato vita e significato a storie e tradizioni che altrimenti sarebbero cadute nell’oblio. Ogni nota composta da lui non è soltanto un pezzo musicale, ma un viaggio emozionale che riesce a unire generazioni, richiamando alla memoria esperienze condivise e valori comuni. La sua morte segna quindi non solo la perdita di un grande artista, ma l’assenza di una guida culturale che ha accompagnato tanti nel far proprie le radici patrimoniali di Napoli.
Un legame eterno con la bellezza
Infine, Battaglia ha concluso il suo discorso immaginando De Simone accanto a Maria, immergendosi in un dialogo muto eppure pieno di significato, fatto di note e silenzi. “Oggi entra nel mistero della bellezza infinita,” ha affermato, richiamando l’attenzione su quanto la sua musica continui a vivere, a vibrare, al di là della sua presenza fisica. Questo passaggio da un mondo terreno a una realtà più alta non rappresenta la fine, ma l’inizio di una nuova esperienza che si somma a quella delle innumerevoli persone toccate dallo straordinario talento di De Simone.
Con il suo contributo inestimabile alla musica e alla cultura di Napoli, Roberto De Simone lascia una traccia indelebile. La sua visione artistica e il forte legame con la tradizione continueranno a ispirare le future generazioni, assicurando che la sua eredità non solo sopravviva, ma fiorisca in nuove forme e interpretazioni.