La mostra “I Am” del celebre fotografo olandese Erwin Olaf, venuto a mancare nel 2023, segna un’importante tappa a Napoli. Grazia alla Fondazione Mannajuolo, in sinergia con lo Studio Erwin Olaf e Paci Contemporary, l’esposizione curata da Maria Savarese sarà aperta al pubblico dal 15 novembre 2024 nella galleria Al Blu di Prussia, uno spazio multidisciplinare situato in via Gaetano Filangieri. La mostra funge da apertura per la stagione della galleria, promettendo di evocare emozioni e riflessioni attraverso l’arte del fotografo olandese.
Il percorso artistico di Erwin Olaf
Nato a Hilversum nel 1959 e trasferitosi ad Amsterdam, Erwin Olaf ha intrapreso un percorso accademico nella scuola di giornalismo di Utrecht. Inizialmente orientato verso la fotografia documentarista, ha ottenuto il suo primo incarico nel 1984 pubblicando un reportage sulla vita notturna di Amsterdam e sulla comunità gay per la rivista Vinyl. Questa esperienza ha segnato l’inizio della sua carriera fotografica, un cammino contrassegnato da influenze di grandi maestri come Robert Mapplethorpe, Weegee, Joel-Peter Witkin e altri artisti associati alla Scuola di Düsseldorf.
Se da un lato gli anni ottanta e novanta lo hanno visto allontanarsi dall’attivismo per adottare un approccio più riflessivo nella sua arte, dall’altro è in questo periodo che Olaf inizia a costruire immagini complesse, con una forte componente narrativo-visiva. Ha raggiunto notorietà internazionale nel 2017 quando è stato nominato ritrattista ufficiale della famiglia reale olandese, e nel 2013 ha progettato anche la moneta in euro per il re Willem-Alexander. Le sue opere sono esposte in prestigiosi musei e collezioni in tutto il mondo e un’importante retrospettiva pubblica è già in programma per l’autunno 2025 presso lo Stedelijk Museum di Amsterdam.
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La mostra “I Am” e il suo concept
La mostra “I Am” si distingue per la sua selezione di opere che abbracciano un ampio arco temporale, dalla metà degli anni duemila fino al 2020, e si concentra su tematiche affascinanti. La narrazione visiva di Olaf si evolve, trasformando la fotografia in un’esperienza più complessa e cinematografica, con rimandi espliciti a icone della storia del cinema, come Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini. I suoi scatti diventano così opere d’arte per una riflessione più profonda sull’identità e la rappresentazione, arricchite da riferimenti culturali e storici.
Un aspetto notevole di questa mostra è l’interazione tra fotografia e videoarte. I visitatori avranno l’opportunità di immergersi nel mondo di Olaf non solo attraverso le sue fotografie iconiche, ma anche grazie a sei lavori di videoarte proiettati nella sala cinema della galleria, realizzati tra il 2003 e il 2020. Queste opere offrono uno sguardo ulteriore sull’evoluzione artistica del fotografo, permettendo di cogliere la sua visione unica, che mescola elementi visivi e tematici in un linguaggio stimolante. La mostra promette di essere un’importante vetrina dell’arte contemporanea, invitando il pubblico a esplorare le molteplici dimensioni del lavoro di Olaf.
Influenze e riferimenti culturali nel lavoro di Olaf
Il lavoro di Erwin Olaf non si limita a semplici rappresentazioni fotografiche, ma è intriso di riferimenti alla tradizione pittorica olandese, così come a movimenti cinematografici e artistici di grande rilevanza. Gli anni cinquanta rappresentano un periodo chiave per Olaf, in cui le suggestioni derivate da autori come Visconti, Pasolini e Fellini si intrecciano con la sua visione creativa. In particolare, si nota un chiaro legame con il linguaggio oscuro e onirico di David Lynch, evidenziato nel suo lavoro e nelle sue scelte visive.
Le influenze derivanti dalla cultura pop e cinematografica degli ultimi decenni giocano un ruolo cruciale: Olaf estrapola immagini e sensazioni dal mondo degli anni cinquanta e sessanta, rielaborando temi contemporanei che sfidano le norme tradizionali. Questo approccio consente di realizzare una narrazione visiva che va oltre la superficie estetica. Il risultato è un’esperienza coinvolgente, dove il mondo di Olaf stimola interrogativi sulla natura dell’identità e su come essa viene espressa attraverso diverse forme artistiche.
Grazie a un attento studio del colore, della luce e della composizione, la sua opera diventa quindi una sorta di riflessione intima e collettiva al contempo, un dialogo con il pubblico che invita a interrogarsi su differenti temi come la bellezza, la vulnerabilità e la costruzione dell’immagine personale. La mostra “I Am” offre dunque l’opportunità di immergersi in un universo artistico complesso e ricco di significati, rivelando la geniale capacità di Olaf di connettere il passato con il presente attraverso l’arte.