L’ultimo atto della vita di Giuseppe Spagnulo si è consumato nella notte scorsa, a 59 anni, nell’ambito di una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica. Spagnulo, condannato all’ergastolo per omicidio premeditato insieme alla moglie Francesca Angiulli, è stato una figura al centro dell’attenzione dopo l’assassinio dell’ex carabiniere Antonio Cianfrone avvenuto il 3 giugno 2020 a Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno. L’uomo, originario della Puglia, aveva recentemente affrontato gravi problemi di salute, perciò gli era stato consentito di ricevere cure ospedaliere al di fuori del carcere.
La condanna e il processo
Il caso di Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli ha avuto una serie di tappe legali che hanno suscitato ampi dibattiti. In primo grado, la Corte d’Assise di Macerata aveva emesso una sentenza di ergastolo solo a carico di Spagnulo, mentre Angiulli era stata condannata a una pena di 16 anni. La giustificazione dell’entità della pena inflitta alla moglie si basava sull’assegnazione dell’attenuante della minima partecipazione nel crimine. Tuttavia, la decisione della corte non ha soddisfatto il procuratore Umberto Monti, che ha impugnato il verdetto, sostenendo che anche Angiulli avrebbe dovuto ricevere una condanna più severa, considerando il suo coinvolgimento nell’omicidio.
Nel 2022, la giustizia ha ribaltato il giudizio iniziale, e Spagnulo è stato confermato in ergastolo, mentre anche Francesca Angiulli ha visto la sua pena aumentata fino all’ergastolo. La corte d’appello ha considerato il peso della partecipazione di entrambi nel crimine, confermando quindi la gravità della loro azione.
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La ricostruzione del delitto
L’omicidio di Antonio Cianfrone ha rappresentato un episodio di violenza che ha scosso profondamente la comunità locale. L’ex carabiniere, noto per la sua dedizione al servizio, è stato ucciso mentre si allenava lungo la pista ciclopedonale di San Pio X a Spinetoli. Secondo l’accusa, i due coniugi, giunti sul luogo del delitto in moto, avrebbero progettato e realizzato l’omicidio con premeditazione, mettendo in atto un piano che ha portato alla tragica fine di Cianfrone.
Nonostante le numerose prove e testimonianze a loro carico, i coniugi hanno sempre dichiarato la loro innocenza, negando fermamente di aver preso parte all’omicidio. Questa linea difensiva è stata oggetto di discussione e approfondimenti durante le varie fasi del processo. La tragedia ha lasciato un segno profondo non solo nella vita della vittima e della sua famiglia, ma anche nel tessuto sociale di Spinetoli, dove il senso di sicurezza è stato messo a dura prova.
La morte di Spagnulo e le conseguenze legali
Il decesso di Giuseppe Spagnulo nella notte scorsa ha colto di sorpresa la cittadinanza e non solo. Le autorità comunali di Spinetoli hanno ufficializzato l’accaduto, confermando l’improvvisa scomparsa del 59enne. Diversi segnali avevano già avvertito la comunità riguardo alle sue precarie condizioni di salute, che lo avevano indotto a chiedere di uscire temporaneamente dal carcere per ricevere cure adeguate. Il suo decesso solleva interrogativi su eventuali sviluppi legali futuri, anche in riferimento alla posizione della moglie e a possibili ripercussioni legate alla loro condanna.
La drammatica conclusione della vita di Spagnulo non cancella però l’eco dell’atroce delitto che ha traversato e segnato il territorio ascolano. L’assenza dei due imputati in termini di responsabilità penale non ridurrà il bisogno di giustizia per la famiglia di Cianfrone, la quale continua a lottare per un riconoscimento che vada oltre le sanzioni penali. In un contesto così complesso e doloroso, i riflessi di questa vicenda rimarranno a lungo impressi nelle coscienze di quanti hanno vissuto in prima persona la tragedia che ha coinvolto il loro concittadino.