Modena ricorda la tragedia carceraria: eventi e riflessioni a cinque anni dalla strage

Modena ricorda la tragedia carceraria: eventi e riflessioni a cinque anni dalla strage

A cinque anni dalla rivolta nel carcere di Modena, la città commemora le vittime con eventi significativi, invitando alla riflessione sulla giustizia penale e le sue gravi carenze.
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Modena ricorda la tragedia carceraria: eventi e riflessioni a cinque anni dalla strage - Gaeta.it

A cinque anni dall’orrenda rivolta nel carcere di Modena che costò la vita a otto detenuti, la città commemora questo tragico anniversario con una serie di eventi significativi in concomitanza con la Giornata Internazionale della Donna. Le manifestazioni si svolgeranno nei prossimi giorni, invitando la comunità a riflettere su una delle più gravi crisi della giustizia penale italiana, dove venticinque detenuti persero la vita in diverse carceri del paese.

Gli eventi in programma per la commemorazione

Il programma di commemorazione ha inizio con un presidio di fronte al carcere previsto per domani alle 10.30, dove saranno deposte rose in memoria delle vittime. Questo gesto simbolico rappresenta un’importante occasione per esprimere solidarietà e memoria verso coloro che hanno perso la vita mentre erano sotto custodia dello Stato. Nel pomeriggio, a partire dalle 16, si svolgerà un incontro presso lo Spazio Sociale Anarchico Libera in via del Tirassegno 7. Durante l’incontro sarà proiettato il documentario “Noi non archiviamo“, che tratta le inquietanti circostanze delle morti avvenute e dell’inchiesta che le ha seguite. Al termine della proiezione, ci sarà una discussione tra Fausto Gianelli e Sara Manzoli, focalizzata sulla questione della giustizia e sulle carenze nelle indagini. Nonostante il caso sia stato archiviato, pende un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, mantenendo viva l’attenzione su quanto accaduto.

Le riflessioni dell’avvocato Sebastiani

L’avvocato Luca Sebastiani, che ha seguito il caso per la famiglia di uno dei detenuti, ha espresso il proprio ricordo di quel tragico giorno, sottolineando la giovanissima età delle vittime e il dramma che ha colpito le loro famiglie. “In totale morirono tredici ragazzi, di cui otto a Modena. Questo sarà ricordato come uno dei momenti più bui della storia del nostro sistema penale,” ha dichiarato Sebastiani. Il ricordo di Hafedh, uno dei ragazzi coinvolti nella tragedia, risuona profondamente con l’avvocato, che sottolinea come sia stata particolarmente difficile la comunicazione della notizia ai familiari in Tunisia, molti dei quali non erano stati avvisati.

La memoria e la continuità del racconto

La storia di Hafedh non è un caso isolato. Altre voci e nomi hanno già trovato spazio all’interno di libri e articoli, ma Sebastiani sostiene l’importanza di non dimenticare. La pubblicazione recente di Alessandro Trocino, intitolata “Morire di pena“, aggiunge un ulteriore tassello a questa narrazione, approfondendo le storie di chi ha sofferto o ha perso la vita nel contesto carcerario. L’avvocato evidenzia la necessità di continuare a parlare di queste tragedie, ringraziando giornalisti e attivisti che si sono impegnati per mantenere viva la memoria professionale di questi eventi e per portare avanti un discorso necessario sulla giustizia e sulla dignità umana.

Questo anniversario rappresenta, dunque, non solo un momento di lutto ma anche di raccolta e di riflessione sull’equità, l’umanità e come ogni tragedia possa essere una spinta verso il cambiamento e la giustizia.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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