l’universo potrebbe contenere molti più pianeti super Terre di quanto stimato finora

l’universo potrebbe contenere molti più pianeti super Terre di quanto stimato finora

La rete Korea Microlensing Telescope Network, con telescopi in Sudafrica, Cile e Australia, ha rilevato un’alta frequenza di super Terre tramite microlensing, migliorando la comprensione della formazione planetaria.
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Lo studio, grazie alla rete internazionale KMTNet e alla tecnica del microlensing, ha rivelato che i pianeti "super Terre" sono molto più comuni di quanto si pensasse, ampliando la comprensione della formazione e distribuzione dei sistemi planetari nell’universo. - Gaeta.it

La ricerca astronomica negli ultimi anni ha fatto passi avanti nella scoperta di pianeti extrasolari, ma nuove analisi rivelano che i cosiddetti pianeti “super Terre” potrebbero essere molto più frequenti. Un gruppo di ricercatori internazionali ha utilizzato la rete di telescopi Korea Microlensing Telescope Network per osservare eventi di microlensing e scoprire quanti di questi mondi si trovano a distanze simili rispetto alle stelle ospiti, paragonabili a quelle degli giganti gassosi nel nostro sistema solare. Vediamo cosa si è appreso da questo studio.

il ruolo centrale della rete KMTNet nelle scoperte di super Terre

Il Korea Microlensing Telescope Network si basa su tre telescopi distribuiti tra Sudafrica, Cile e Australia. Questa configurazione permette monitoraggi continui di ampie porzioni del cielo, un requisito fondamentale per cogliere eventi di microlensing che sono rari e temporanei. Le camere KMTCam, sviluppate dall’imaging sciences laboratory dell’Ohio State, sono il cuore tecnologico del sistema. L’affidabilità e la copertura globale offerta da questo apparato hanno aperto la strada a nuove osservazioni di pianeti lontani dalla loro stella.

Ogni volta che una stella o un pianeta passa davanti a una stella più distante, il campo gravitazionale in primo piano curva la luce creando un picco di luminosità misurabile. Grazie al monitoraggio continuo offerto da KMTNet, gli scienziati riescono a catturare questi segnali anomali spesso molto difficili da rilevare. Non a caso, prima di questo network, solo 237 esopianeti erano stati scoperti tramite microlensing su un totale di oltre 5.000 pianeti extrasolari individuati con altre tecniche.

come funziona il microlensing e perché è ideale per scovare super Terre

Il microlensing sfrutta la relatività generale: la massa di un oggetto in primo piano piega lo spazio-tempo e devia la luce proveniente da stelle lontane. Questi momenti possono durare da qualche ora a diversi mesi. Osservare la luce che varia di intensità permette di dedurre la presenza di pianeti anche molto distanti dalla loro stella. In particolare, si possono individuare pianeti con orbite simili a quella di Giove o Saturno, difficili da trovare con altri metodi come il transito o la velocità radiale.

Con questo metodo, il team ha individuato OGLE-2016-BLG-0007, un pianeta classificato come super Terra, con una massa circa doppia rispetto a quella del nostro pianeta e orbitante oltre l’orbita di Saturno. Questi dati suggeriscono che per ogni tre stelle nel nostro universo c’è almeno un pianeta con caratteristiche simili, confermando che le super Terre non sono certo un’eccezione.

Classificazione e implicazioni per la formazione dei sistemi planetari

Dal lavoro di osservazione è emersa una distinzione netta fra due gruppi di pianeti: le super Terre e i pianeti simili a Nettuno, da una parte, e i giganti gassosi come Giove o Saturno dall’altra. Questo schema aiuta a definire come diversi tipi di pianeti si formano e si evolvono nello spazio. Lo studio ha confrontato i risultati con modelli teorici sulla formazione planetaria, registrando anche notevoli variazioni tra i diversi sistemi.

I risultati segnalano che la varietà di meccanismi che possono creare questi pianeti è ampia e sono necessarie osservazioni più estese per capire quanto queste dinamiche si ripetano nell’universo. Sistemi come KMTNet, grazie a campagne di monitoraggio durature, possono raccogliere le informazioni necessarie a chiarire queste differenze e ad aggiornare le teorie sui processi che generano sistemi planetari simili o differenti rispetto al nostro.

Il valore delle collaborazioni internazionali nella ricerca astronomica

Dietro ogni scoperta c’è una rete di scienziati e strutture di ricerca che rende possibile il lavoro osservativo e analitico. KMTNet, risultato di un progetto internazionale, sfrutta la cooperazione tra paesi come Corea del Sud, Stati Uniti, Sudafrica, Cile e Australia. Le tecnologie impiegate, come le camere altamente sensibili di Ohio State, rendono possibile catturare eventi rari e fugaci.

Queste partnership continueranno a essere fondamentali con l’evoluzione delle strumentazioni e delle tecniche di osservazione. La comprensione dei pianeti extrasolari, specialmente di quelli con orbite estese fino a qualche unità astronomica, si farà più precisa grazie proprio a questi sforzi combinati che uniscono esperienza, mezzi tecnologici e vigilanza osservativa.

Un numero sempre maggiore di super Terre scoperte cambierà il ritratto del nostro universo, spingendo la ricerca verso una conoscenza più puntuale dei mondi che popolano la galassia anche oltre i sistemi stellari più vicini.

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