La questione migratoria in Italia sembra aver perso centralità nell’informazione. Nel XII Rapporto Carta di Roma, presentato recentemente in occasione della Giornata internazionale delle persone migranti, si mette in luce un cambiamento significativo nel modo in cui i media coprono le questioni legate ai migranti. Il termine simbolo per il 2024 è “Albania”, in riferimento agli accordi per il trasferimento di migranti tra i due lati del Mediterraneo. Il report, condotto da Giuseppe Milazzo dell’Osservatorio di Pavia, evidenzia un abbassamento nella produzione di notizie e una sempre maggiore presenza della politica nelle narrazioni.
La crisi della copertura informativa
Negli ultimi anni, la copertura della tematica migratoria sui giornali italiani ha registrato un drastico calo. Secondo il rapporto, le prime pagine dei quotidiani hanno evidenziato una diminuzione del 42% nella trattazione della questione migratoria. Solo nel 2024 sono stati prodotti 4.511 titoli sull’argomento, un calo del 34% rispetto all’anno precedente. Avvenire si conferma come il quotidiano con la maggiore attenzione, con 254 articoli in prima pagina e 870 titoli totali nel corso dell’anno. Tuttavia, anche per questo giornale si registra un calo del 17%. Analogamente, i telegiornali di prima serata hanno ridotto la loro copertura del 41%.
Una costatazione interessante emersa dal rapporto è la debole correlazione tra il numero di arrivi via mare e il volume di notizie pubblicate dai media. Questo suggerisce che la rappresentazione delle migrazioni non è sempre guidata dai dati di pressione migratoria, ma risponde piuttosto a dinamiche interne al mondo dell’informazione. L’attenzione mediatica, infatti, sembra seguire fluttuazioni, manifestando picchi in corrispondenza di eventi significativi, come sbarchi di massa o incidenti tragici, rendendo evidente una narrazione discontinua.
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Il linguaggio e le narrazioni utilizzate dai media
Nel descrivere la situazione migratoria, il linguaggio utilizzato appare sempre più normativo. Il dibattito si concentra sulla legittimità delle misure adottate, con una predominanza di termini come “clandestino”. Nei primi dieci mesi del 2024, questo termine è stato utilizzato 37 volte, rappresentando solo l’1% del totale registrato dal 2013 a oggi . Contestualmente, espressioni considerate denigratorie, come “extracomunitario”, “vu cumprà ”, “zingaro” e “nomade”, mostrano una flessione notevole, riducendosi dal 5% nel 2014 all’1% dal 2022 al 2024. Questa diminuzione rivela un tentativo di evoluzione nella narrazione giornalistica, sebbene permanga un linguaggio allarmistico che continua a rappresentare le migrazioni come una “crisi permanente”.
Nei telegiornali, il tema principale rimane quello dei “flussi migratori”, ma il peso di questo argomento ha visto una contrazione, passando dal 74% al 44,3%. Al contempo, la copertura riguardante l’accoglienza ha registrato un abbassamento a solo il 2,9%. Tuttavia, si assiste a una crescita nella discussione su Economia e Lavoro e Società e Cultura , segno che la narrazione sta cercando di integrare tematiche più ampie e contestuali.
La voce della politica e la rappresentanza dei migranti
Un altro aspetto di rilevante interesse riguarda la presenza di esponenti politici all’interno delle notizie sui migranti. Nella comunicazione televisiva, il 26% delle notizie contiene dichiarazioni di figure politiche o istituzionali. Tuttavia, la percentuale varia notevolmente a seconda delle testate; il Tg2 risalta per il maggiore coinvolgimento politico con il 38%, mentre il Tg La7 si attesta al 14%. La voce diretta dei migranti rimane marginale, poiché compare solo nel 7% dei servizi.
In modo preoccupante, quasi la metà delle notizie tende a mettere in risalto un’immagine negativa dell’accoglienza, mentre solo il 32% degli articoli presenta una rappresentazione più virtuosa. Questo scenario evidenzia come il racconto della migrazione rimanga fortemente influenzato da prospettive politiche e narrative che rischiano di omettere le storie e le esperienze vivide dei migranti stessi, relegandoli a semplici numeri o statistiche.
Il panorama informativo attuale richiede un’analisi attenta e una rivalutazione della narrazione riguardante le migrazioni, invitando a ripensare il modo in cui questo tema cruciale viene affrontato dai mezzi di informazione.