Le polemiche sul trasferimento dei depositi chimici a genova tra bucci e salis

Le polemiche sul trasferimento dei depositi chimici a genova tra bucci e salis

La candidata Silvia Salis critica il presidente Marco Bucci e la giunta della Liguria per la scelta di ponte Somalia come sito per i depositi chimici, chiedendo soluzioni alternative più sicure e sostenibili.
Le Polemiche Sul Trasferimento Le Polemiche Sul Trasferimento
Il trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Sampierdarena divide politica e cittadini a Genova, con la candidata Silvia Salis che contesta la scelta di ponte Somalia e chiede soluzioni alternative più sicure e sostenibili. - Gaeta.it

L’ipotesi di spostare i depositi chimici di Genova Multedo a Sampierdarena continua a dividere politici e cittadini. Nel 2019 uno studio tecnico aveva individuato alcune aree alternative, ma il tema resta caldo a pochi mesi dalle amministrative. La candidata sindaca Silvia Salis ha espresso dubbi sulle dichiarazioni del presidente della regione Liguria, Marco Bucci, riguardo alla destinazione di ponte Somalia, e rilancia la necessità di trovare soluzioni diverse dal progetto attuale.

Le accuse di silvia salis sulle dichiarazioni di marco bucci

Silvia Salis ha commentato con sorpresa le affermazioni del presidente Bucci sul trasferimento dei depositi chimici. Secondo lei, uno studio condotto nel 2019 aveva già escluso ponte Somalia come opzione possibile, indicando quattro siti alternativi. Salis ha sottolineato che Bucci nega responsabilità dirette nell’indicazione di ponte Somalia, ma ha ipotizzato che l’individuazione possa essere stata fatta in modo automatico, forse con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale. La candidata progressista ha aggiunto che, all’epoca, Bucci sarebbe stato l’unico in grado di autorizzare tale scelta, quindi ne rimane responsabile in qualche modo.

Il dubbio sull’uso dell’intelligenza artificiale

L’attacco di Salis mira a mettere in discussione la chiarezza delle comunicazioni pubbliche e la trasparenza delle decisioni prese dalla giunta regionale. La questione di ponte Somalia come sito per il deposito suscita forti preoccupazioni tra cittadini e associazioni che temono un impatto negativo sull’ambiente e sulla qualità della vita nel quartiere. Nel contesto della campagna elettorale, queste affermazioni alimentano il dibattito su chi abbia effettivamente deciso le destinazioni dei depositi chimici e con quali criteri.

La battaglia politica e sociale per la chiusura dei depositi a multedo

L’impegno contro la presenza dei depositi chimici a Multedo non è una novità, e la candidata Salis lo ha ricordato menzionando Michele Colnaghi, candidato presidente del municipio, che ha condotto una vera e propria battaglia per rimuovere quelle strutture dall’area. Secondo Salis, tutti concordano nell’esigenza di spostare i depositi fuori da Multedo, ma non accettano che si trasferiscano a ponte Somalia, soluzione che definisce inaccettabile.

Con l’avvicinarsi delle elezioni, però, il tema pare meno presente nel dibattito pubblico e poco approfondito nei programmi elettorali. Salis ha sottolineato un certo disinteresse o evitamento da parte della giunta uscente, che in passato aveva promosso l’idea ma adesso sembra “dimenticarsene” o evitare responsabilità. La posizione della candidata si allinea quindi con quella delle tante voci cittadine contrarie al progetto, puntando a mantenere alta l’attenzione su un problema che riguarda sicurezza, impatto ambientale e il futuro urbanistico di Genova.

La posizione della candidata sulla gestione futura dei depositi chimici

Salis ha voluto chiarire anche la propria posizione rispetto al futuro dei depositi chimici in città. Ha escluso l’opzione zero, cioè la rinuncia totale a tali strutture all’interno del territorio genovese. La tutela del lavoro e delle imprese è per lei un punto fermo, e pertanto i depositi dovranno trovare una nuova collocazione in un’area adeguata del porto, prevista dal nuovo piano regolatore.

Una soluzione diversa da ponte somalia

La candidata ha però rimarcato che la sistemazione non potrà corrispondere a soluzioni già proposte, come quella di ponte Somalia. Serve infatti una scelta diversa, in linea con le esigenze di sicurezza, rispetto ambientale e rispetto del contesto urbano. Questa posizione cerca di bilanciare la necessità di mantenere il tessuto produttivo portuale e industriale con la richiesta dei cittadini di ridurre rischi e disagi nei quartieri più problematici.

Il tema resta delicato perché coinvolge interessi industriali, equilibri ambientali e aspettative sociali. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se la politica genovese riuscirà a superare questa controversia e a definire un progetto condiviso per la gestione dei depositi chimici.

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