Un francescano di nome Toni, rettore del principale santuario dell’arcidiocesi di Maribor, ha intrapreso un percorso spirituale che unisce la medicina fisica a quella dell’anima. Con una carriera che inizia come fisioterapista, padre Toni ha risposto a una chiamata che lo ha portato a diventare sacerdote e missionario di Speranza. Oggi, accoglie i pellegrini nel santuario della Madonna, offrendo loro speranza e conforto, mentre aiuta a liberarsi dal peso dei peccati in un momento di grazia come il Giubileo.
Da fisioterapista a missionario di speranza
Originario di Mozirje, un comune nella Slovenia settentrionale, padre Toni ha fondato il suo percorso professionale nella fisioterapia. Questa esperienza iniziale ha creato un legame speciale con i pazienti, permettendogli di capire profondamente il dolore e le fragilità umane. Dopo aver sentito il richiamo divino, ha deciso di dedicarsi totalmente alla vita religiosa, trasformando la sua vocazione da curare il corpo a prendersi cura dell’anima. Ha studiato presso la Facoltà di Teologia di Lubiana, dove ha ottenuto una laurea in Spiritualità dello Sport.
Dopo diverse esperienze tra cui quella di cappellano e parroco, padre Toni è diventato rettore del santuario conosciuto come “Protettrice con il manto”. Questa struttura, da seicento anni un rifugio per i pellegrini, è situata in una posizione panoramica che promuove la visita di molti, anche di coloro che non avevano programmato di recarsi lì. L’atmosfera di questo luogo sacro è descritta da padre Toni come uno spazio di gioia e incontro con Dio, dove numerosi pellegrini giungono per cercare aiuto e benedizione, spesso reduci da visite mediche nella vicina Rogaška Slatina.
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Un punto luminoso di speranza
In occasione dell’Anno Giubilare, l’arcivescovo di Maribor ha nominato numerosi “Missionari della Speranza”, tra cui padre Toni. La sua nuova missione è vista da lui stesso come un’opportunità per portare gioia e ottimismo nella vita degli altri. Secondo le sue parole, la luce interiore che riusciva a trasmettere anche come fisioterapista continua a brillare nel suo nuovo ruolo. La fede, per padre Toni, è un faro nel buio delle difficoltà, e il suo intento è quello di guidare gli altri verso questa luce, incoraggiandoli a intraprendere un cammino di liberazione e salvezza.
Il nuovo inizio lo spinge a confrontarsi con il significato del sacramento della confessione, un aspetto centrale della sua missione pastorale. Possedere empatia nei confronti dei pellegrini che si avvicinano al sacramento è essenziale; questa connessione umana è ciò che anima il suo servizio. La maggior parte dei visitatori cerca speranza e guarigione per i propri mali, e padre Toni è ben consapevole di quanto la confessione possa alleviare questo fardello spirituale. La testimonianza di un cambiamento interiore è ciò che rende la sua esperienza religiosa intensa e significativa.
Accogliere la chiamata e affidarsi a Gesù
La missione di padre Toni si estende oltre il santuario. Egli si rivolge specialmente a chi è in cerca della propria vocazione. La sua esperienza personale lo porta a consigliare l’importanza della preghiera e del discernimento, invitando le persone a non disperare e a restare aperte alle possibilità che si presentano nella vita. La sua storia di vocazione tardiva è un esempio di come anche coloro che hanno intrapreso percorsi diversi possano trovare una nuova strada.
Toni enfatizza che agire è fondamentale per il progresso: la vita è in continua evoluzione e ogni passaggio conta. Non nascondersi è essenziale per ricevere le grazie di Dio. La figura di Gesù è al centro del suo messaggio, identificato come il “vero medico”, colui che offre guarigione non solo fisica, ma anche spirituale. Tale approccio rappresenta non solo la professione di fede di padre Toni, ma anche un invito aperto a tutti coloro che cercano conforto e risposta in un periodo complesso delle loro esistenze.