La spiaggia libera dei cancelli tra Ostia e Torvaianica, uno dei tratti più estesi del litorale romano, si trova al centro di una controversia. Il Codacons ha infatti inviato una diffida a Roma Capitale per la totale assenza di servizi essenziali e la carenza di sorveglianza. In un contesto in cui le temperature estive hanno spinto più persone a cercare sollievo sulla costa, la situazione si è aggravata, sollevando preoccupazioni per la sicurezza e l’igiene. Il caso apre un dibattito sul ruolo del Campidoglio nella gestione di un bene pubblico che dovrebbe essere accessibile e sicuro.
La diffida del codacons: assenza di strutture e rischio ambientale
Il Codacons ha preso l’iniziativa di presentare una diffida formale al Comune di Roma, chiedendo interventi immediati per rimediare alla mancanza di servizi nella spiaggia dei cancelli, soprattutto in vista dell’aumento di presenze dovuto al caldo. I cittadini che scelgono di trascorrere la giornata su questo tratto di circa 2 chilometri di costa si trovano senza bagni pubblici disponibili. Di conseguenza, molti devono spostarsi lontano o, peggio, utilizzare le dune circostanti per i propri bisogni fisiologici. Questa pratica, oltre a creare disagio, danneggia l’ambiente protetto della zona, contribuendo alla diffusione di rifiuti e sporcizia.
Richiesta di bagni prefabbricati e pulizia costante
L’associazione lamenta la mancanza di bagni prefabbricati temporanei che potrebbero essere installati senza danneggiare il paesaggio e grazie alla loro mobilità posizionati dove serve. Oltre a questo, chiede che il comune organizzi una pulizia costante, in modo da contrastare il degrado e mantenere decoro e igiene. Attualmente, la spiaggia si presenta sporca, senza alcun presidio degli operatori pubblici che potrebbero vigilare e intervenire regolarmente.
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L’allarme dei bagnini per la sicurezza dei bagnanti
Il presidente dell’associazione nazionale assistenti bagnanti Lazio, Silvano Terenzio, ha rilasciato dichiarazioni precise sulla situazione della spiaggia libera a Castelporziano. Secondo Terenzio, il comune non avrebbe dovuto aprire questo tratto privo del servizio salvataggio, visto che le regole prevedono la presenza di assistenza in ogni area aperta al pubblico. Il fatto che il comune sia il concessionario diretto dovrebbe obbligare l’amministrazione a rispettare le stesse normative imposte ai privati.
I cartelli di avviso e la responsabilità della capitaneria di porto
La Capitaneria di Porto ha confermato che il servizio di salvataggio deve essere garantito dai concessionari oppure, in mancanza, bisogna posizionare cartelli che segnalano la pericolosità dell’assenza di bagnini. A Castelporziano sono stati messi diversi cartelli, ma non sempre sono in buone condizioni, alcuni sono caduti o sono difficili da notare. Questo crea ulteriore preoccupazione fra gli operatori, che temono incidenti e responsabilità.
L’assenza di un presidio fisso espone i bagnanti a rischi non trascurabili. La spiaggia, per ampiezza e frequenza, necessita di sorveglianza costante ma non sembra che al momento il Comune abbia predisposto nulla in questo senso. Gli operatori chiedono un intervento urgente per evitare situazioni di pericolo sulle coste romane.
Le critiche politiche sullo stato di abbandono della spiaggia libera
Da un punto di vista politico, la situazione viene definita inaccettabile da alcune forze di opposizione. Gianluca Caramanna, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile Turismo, ha attaccato duramente il Campidoglio sostenendo che la gestione dei cancelli rappresenta un fallimento sotto molti aspetti. La spiaggia si trova in condizioni igieniche al limite, senza strumenti di accoglienza come bagni pubblici funzionanti o punti ristoro, ed è priva di assistenza.
Il degrado e le conseguenze sulla salute pubblica
Caramanna ricorda che il degrado attuale provoca rischi per la salute pubblica. Le testimonianze fotografiche mostrano sporcizia diffusa, strutture chiuse e la presenza di escrementi a cielo aperto. L’odore sgradevole rende il luogo poco ospitale anche per turisti in visita a Roma, che in questo anno del Giubileo si aspettavano condizioni migliori.
La gestione tardiva del Campidoglio appare evidente dalla scelta di indire la gara per le concessioni proprio a stagione iniziata. L’opposizione sottolinea come questo ritardo determina disagi evidenti per chi frequenta la spiaggia e rimprovera una mancanza di pianificazione e competenze qualificate. Secondo Caramanna, la centralizzazione della gestione comunale ha peggiorato la situazione rispetto agli anni scorsi, aumentando il degrado e la trascuratezza dell’area.
Gli abitanti e i frequentatori sono costretti a arrangiarsi tra la vegetazione selvaggia e spazi non attrezzati. Le condizioni igieniche preoccupano anche l’Ordine dei medici e gli esperti di sanità pubblica, che ne hanno segnalato la gravità denunciando una vera emergenza sanitaria, da non sottovalutare nel cuore di una capitale europea.
In questo quadro, il Comune deve dimostrare di poter garantire servizi essenziali non solo sulla carta ma nella pratica quotidiana, per fermare un degrado che ha radici profonde e basi amministrative poco solide. La responsabilità della gestione spetta a Roma Capitale, chiamata a mettere in campo soluzioni concrete per un litorale troppo spesso dimenticato.