La scuola “Ludovico Tomaso da Victoria“, situata in piazza Sant’Apollinare, è stata al centro di recenti audizioni in seno alla commissione bicamerale d’inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Alberto Laurenti, ex allievo della scuola, ha condiviso ricordi e impressioni sull’ambiente scolastico di quel periodo, che include anche la presenza di Emanuela. Questo contesto offre una visione più profonda non solo della scuola stessa, ma anche delle dinamiche sociali e degli eventi che hanno circondato la scomparsa della giovane.
La testimonianza di Alberto Laurenti
Alberto Laurenti ha descritto la scuola di piazza Sant’Apollinare come un luogo in cui regnava una “gradevole serietà scolastica”, sotto la direzione di Suor Dolores. Laurenti, noto nell’ambiente per il suo talento musicale, soprattutto come chitarrista, ha parlato con nostalgia di quei giorni. Riconoscendo la bellezza e la timidezza di Emanuela, ha chiarito che tra di loro c’era solo una innocente simpatia. Nonostante il legame, ha sottolineato che non erano amici e che non aveva mai avuto contatti diretti con la famiglia di Emanuela.
Riflessioni sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
Quando gli è stato chiesto un’opinione su cosa possa essere accaduto a Emanuela, Laurenti ha manifestato il dispiacere di non avere risposte chiare dopo oltre quarant’anni. Secondo lui, doveva essersi verificato qualcosa di grave, ma ha preferito non esprimere teorie, ribadendo il desiderio di conoscere la verità sulla scomparsa. Ha anche precisato di non ricordare l’uscita di Emanuela da scuola nel giorno della sua scomparsa, occasionale perché Emanuela prendeva sempre l’autobus in direzione del Vaticano, un momento in cui la confusione regnava, con molti studenti che affrettavano il passo.
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Pressioni e tensioni durante l’inchiesta
Laurenti ha anche condiviso la sua esperienza durante l’interrogatorio da parte della squadra mobile. Ricorda un’atmosfera carica di tensione nella stanza, con gli investigatori visibilmente agitati. Le sue dichiarazioni hanno rivelato una certa frustrazione all’interno delle forze dell’ordine, che a febbraio, due mesi dopo la scomparsa di Emanuela, si sentivano sopraffatti per la mancanza di novità nel caso. La testimonianza aggiunge un ulteriore strato alla complessità della situazione, evidenziando non solo le emozioni che circondano il caso, ma anche la difficoltà nel ricostruire gli eventi di quel periodo.
Le parole di Laurenti, insieme agli altri contributi, arricchiscono il dibattito su un caso che continua a suscitare interrogativi e ricordi, cercando di fare luce su una delle scomparse più enigmatiche nella storia moderna italiana.