La recente decisione della Regione marche ha rigettato ufficialmente l’atto aziendale presentato dall’Azienda sanitaria territoriale di ascoli piceno. Il documento, che definisce l’organizzazione e la gestione dei servizi sanitari locali, è stato criticato duramente da più fronti, dai sindacati ai sindaci, fino al Partito democratico locale. Le osservazioni della regione evidenziano diversi punti critici legati all’assetto della sanità territoriale, con rischi concreti per l’accesso ai servizi da parte dei cittadini.
Le critiche del pd e dei sindaci sulla gestione sanitaria locale
Il segretario provinciale del Pd di ascoli piceno, Francesco Ameli, ha commentato la bocciatura definendo l’atto aziendale come un testo fragile e privo di coerenza. Sono emersi dubbi sulla capacità del documento di garantire un’offerta sanitaria pubblica adeguata e raggiungibile a tutti i cittadini.
Opinioni di francesco ameli
Secondo Ameli, la maggior parte delle riserve muove dal fatto che l’atto non risponda ai reali bisogni della popolazione e manchi di una pianificazione concreta e precisa. Le critiche non sono rimaste confinate all’ambito politico, ma hanno coinvolto anche molte amministrazioni locali, che hanno manifestato perplessità sull’impostazione generale del testo.
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Solo pochi esponenti politici, come il sindaco di ascoli Marco Fioravanti, hanno difeso il documento, ma secondo il segretario Pd queste posizioni si giustificherebbero più per questioni di partito che per una reale valutazione critica. Sul territorio, la questione ha quindi acceso un confronto acceso, con diversi attori impegnati a sottolineare l’urgenza di una revisione profonda del modello sanitario proposto.
Le mancanze evidenziate dalla delibera di giunta regionale
Il documento approvato dalla giunta regionale mette in luce varie carenze nell’atto aziendale. Tra le più rilevanti, spicca l’assenza di una pianificazione chiara e credibile riguardo i posti letto, essenziali per far fronte alle necessità di ricovero. La riorganizzazione delle unità operative complesse risulta poco coerente, senza un quadro definito delle responsabilità gestionali, sia sul fronte economico che tecnico e del personale.
Non si trova una chiara indicazione sulle unità operative semplici incaricate di coordinare diverse funzioni, elemento che mina la governance interna e rischia di compromettere il funzionamento quotidiano della struttura sanitaria. Le criticità non si limitano alla dimensione organizzativa: la mancata integrazione tra dipartimenti e tra i vari livelli dell’assistenza sul territorio espone a un sistema frammentato e poco funzionale.
Sottolineature della regione marche
La Regione marche sottolinea come queste carenze possano indebolire l’efficacia del servizio, con possibili ricadute negative per la salute pubblica locale.
Servizi fondamentali esclusi dall’atto aziendale e conseguenze sul territorio
Tra gli aspetti più contestati emerge la completa assenza di alcune aree sanitarie cruciali. Servizi come gli hospice per le cure terminali, la salute mentale, il supporto per l’autismo, le dipendenze patologiche, la diabetologia e la sanità penitenziaria non sono presenti nel documento. Inoltre, si registra il vuoto nel sistema delle cure palliative, fondamentali per assistere pazienti con patologie croniche o in fase avanzata.
Ignorare questi servizi significa trascurare bisogni fondamentali che toccano molte fasce della popolazione, riducendo la capacità del sistema sanitario di rispondere in maniera completa e integrata. La mancata inclusione di queste aree suggerisce un’attenzione insufficiente ai problemi più complessi e delicati, e alimenta il rischio di un’assistenza frammentata e dispersiva. Così facendo, il documento conferma un’impostazione distante da quanto richiesto dalla realtà e dalla vita quotidiana del territorio di ascoli piceno.
Questo scenario ha provocato forti reazioni e richieste di rivedere l’atto aziendale per impostare un percorso sanitario più aderente alle necessità effettive della comunità locale. La Regione marche, con questa bocciatura, ha fatto un passo che potrebbe ridisegnare nei prossimi mesi la gestione della sanità territoriale in un’area che si trova ad affrontare sfide complesse, sul piano demografico e sociale.