Il procedimento penale contro Andrea Leombruni, accusato per l’uccisione dell’orsa Amarena il 1° settembre 2023 a San Benedetto dei Marsi, entra nel vivo al tribunale di Avezzano. Il giudice monocratico Lattanzio ha respinto le obiezioni della difesa e ammesso una quarantina di enti e associazioni come parti civili, rafforzando il quadro legale attorno a uno dei casi più rilevanti di danno alla fauna protetta in Abruzzo.
Rigetto delle eccezioni della difesa e ammissione di numerose parti civili
Nell’udienza del mattino al tribunale di Avezzano, il giudice Lattanzio ha rigettato tutte le richieste della difesa relative alla nullità degli atti di polizia giudiziaria. La difesa contestava i sopralluoghi svolti dai carabinieri appena dopo il fatto, sostenendo la mancanza di preavviso all’imputato, che in quel momento non era indagato. Il giudice invece ha deciso di riservarsi una decisione formale, da comunicarsi nella prossima udienza il 26 settembre 2025, lasciando così aperto il procedimento. Nel frattempo, sono state accolte le istanze di costituzione di parte civile di quaranta realtà, tra associazioni ambientaliste e enti locali. Questo rafforza la posizione dell’accusa e dimostra il peso sociale e istituzionale attribuito alla vicenda.
Commento di bruno petriccione
Bruno Petriccione, presidente di Appennino Ecosistema, ha sottolineato come la sua associazione, pur non riconosciuta ufficialmente dal ministero dell’ambiente come associazione ecologista, sarà presente durante tutto il processo tramite un avvocato con patrocinio gratuito. Questa partecipazione amplia ulteriormente il fronte di tutela ambientale e animale nel procedimento.
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Rivendicazioni sul quadro normativo per i delitti ambientali e la tutela dell’orso bruno marsicano
Appennino Ecosistema ha chiesto che l’imputato risponda anche dei nuovi reati introdotti nel codice penale italiano nel 2011 e 2015, derivanti dalla direttiva europea 2008/99/CE. Questi reati prevedono pene severe per chi cagiona danni significativi a ecosistemi, biodiversità, flora o fauna. Il presidente Bruno Petriccione ha spiegato che l’uccisione di un’orsa femmina della specie bruno marsicano, un’entità gravemente minacciata di estinzione, rappresenta un danno molto grave non solo per la singola specie ma per l’intero ecosistema degli Appennini centrali.
L’introduzione di tali norme deriva da una procedura di infrazione avviata dalla commissione europea contro l’Italia a seguito della mancanza di adeguate norme penali per la tutela della biodiversità. Un precedente simile riguarda un orso ucciso nel 2014 a Pettorano sul Gizio, che non aveva portato a condanne. L’associazione ritiene ingiusto equiparare giuridicamente l’uccisione di un orso marsicano con quella di animali comuni, indicando una differenza netta tra delitto ambientale e violazioni minori.
Ruolo e istanze di teramo vivi città e wwf nel processo
L’associazione Teramo Vivi Città, rappresentata dal presidente Marcello Olivieri, ha ottenuto il riconoscimento come parte civile. L’associazione ha dichiarato che eventuali risarcimenti ricevuti saranno devoluti al Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise, a sostegno della tutela dell’orso marsicano. Questa decisione è stata supportata anche dall’avvocato Elvio Fortuna e dal dott. Massimo Cecchini durante l’udienza.
Wwf abruzzo e la sua posizione
Anche il WWF Abruzzo ha manifestato soddisfazione per l’ammissione al processo, attraverso la voce della sua delegata Filomena Ricci. Ricci ha ricordato che l’orsa Amarena non aveva mai mostrato aggressività nei confronti degli esseri umani e ha definito immotivato l’atto compiuto da Andrea Leombruni. Il WWF sottolinea l’importanza del processo anche come monito per salvaguardare la specie, la cui popolazione mondiale conta appena una sessantina di esemplari.
La partecipazione del WWF si lega al progetto di conservazione “Orso 2×50”, che mira a raddoppiare la popolazione entro il 2050 attraverso azioni specifiche nell’oasi di Gole del Sagittario e nelle aree limitrofe. L’uccisione di Amarena è considerata un grave colpo per questa strategia di recupero.
Contestazioni contro la modifica della legge sulla tutela della fauna in italia
Nell’attuale dibattito sulla tutela della fauna, il WWF denuncia le recenti iniziative politiche che tenderebbero ad aumentare la pressione venatoria. Le proposte di modifica alla legge italiana minano le difese esistenti contro i crimini ambientali e riducono le tutele per diverse specie protette, orso marsicano compreso. Questi interventi legislativi potrebbero indebolire gli strumenti legali per colpire chi commette danni agli animali selvatici o chi protesta contro le distruzioni degli habitat naturali.
Il WWF ha lanciato una petizione per fermare queste modifiche, raccogliendo oltre 74.000 firme, coinvolgendo cittadini interessati a preservare la fauna italiana. Questo impegno si inserisce in un contesto nazionale dove ogni settimana emergono nuove proposte di deregolamentazione, mettendo a rischio il fragile equilibrio ambientale.
Gli sviluppi del processo contro l’uccisione dell’orsa Amarena verranno seguiti nelle prossime udienze, a partire dal 26 settembre 2025, quando si attendono decisioni più incisive sulle accuse e sul coinvolgimento delle parti civili ammesse.