La creatività si fa spazio: la mostra "Resilienze" all'Ospedale Bambino Gesù di Roma

La creatività si fa spazio: la mostra “Resilienze” all’Ospedale Bambino Gesù di Roma

La mostra “Resilienze” all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma unisce arte e terapia, valorizzando l’espressività dei giovani pazienti e promuovendo il dialogo tra cura e comunità.
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La creatività si fa spazio: la mostra "Resilienze" all'Ospedale Bambino Gesù di Roma - Gaeta.it

La mostra “Resilienze” si presenta come un importante evento che unisce arte e terapia, creando un ambiente di supporto per i giovani pazienti del Dipartimento di Onco-ematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. In programma per il 15 e 16 novembre presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù, l’iniziativa è frutto del lavoro delle associazioni “Davide Ciavattini Onlus” e “Edoardo Marcangeli”. L’evento non è solo una vetrina delle opere realizzate dai ragazzi in cura, ma rappresenta anche un dialogo tra il mondo ospedaliero e quello esterno, fondato su un’interazione costruttiva e creativa.

Le motivazioni dietro la mostra

L’iniziativa di “Resilienze” ha come obiettivo principale la valorizzazione dell’espressività artistica durante il percorso di cura. Le associazioni promotrici hanno spiegato che la mostra segna la conclusione di un progetto avviato oltre un anno fa. L’arte, in questo contesto, ha assunto un ruolo di primo piano, fungendo da strumento di empowerment. I giovani hanno avuto l’opportunità di esplorare le proprie emozioni e talenti, creando un calendario di esperienze artistiche significative che hanno dato loro un senso di libertà e identità.

Attraverso questo percorso, i partecipanti hanno trovato modi per esprimere la loro individualità, permettendo di voler guardare oltre la malattia. Questa attività, oltre a svolgere una funzione terapeutica, ha anche favorito un’importante socializzazione tra i giovani, contribuendo a diminuire l’isolamento spesso associato alla lunga degenza in ospedale.

L’importanza della pedagogia attiva

Alla base del progetto c’è l’approccio della ‘Pedagogia Attiva’, che ha reso i giovani protagonisti della loro esperienza creativa. Questo metodo ha permesso loro di narrare le proprie storie e di esplorare il sé attraverso la realtà artistica. Su questa scia, gli educatori e le maestre d’arte hanno incoraggiato i partecipanti a utilizzare varie tecniche per esprimere le proprie emozioni, creando un ambiente sicuro e stimolante.

La pedagogia attiva ha miscelato insegnamento e creatività, facilitando un vero e proprio viaggio interiore. I risultati sono visibili nelle opere esposte, realizzate con tecniche miste che mostrano il talento e la personalità di ciascun giovane artista. La mostra diventa così un’opportunità preziosa per mostrare il potere terapeutico dell’arte, rafforzando il legame tra cura e comunità.

Opere in mostra e impatto sociale

Le opere esposte sono un insieme di creazioni uniche, frutto dell’immaginazione e della fantasia dei piccoli pazienti. Ispirandosi sia a lavori di artisti affermati sia alla loro personale creatività, le produzioni riflettono esperienze di vita e emozioni genuine. L’esposizione diventa quindi una celebrazione della resilienza e della forza interiore, incoraggiando un messaggio chiaro: non è la malattia a definire l’individuo, ma il potere dell’espressione personale.

In un contesto quale quello ospedaliero, dove la quotidianità può risultare opprimente, la mostra offre uno spiraglio di luce e una nuova prospettiva. Le associazioni coinvolte desiderano sensibilizzare la società sulle problematiche legate alle malattie onco-ematologiche, portando alla ribalta la creatività e la forza dei giovani artisti, e ispirando un cambiamento nella percezione di chi vive queste esperienze.

La mostra di “Resilienze” si propone, quindi, non solo di esporre opere d’arte, ma di coinvolgere la comunità in un dialogo sulla salute, sulla creatività e sul significato profondo di resilienza.

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