La recente assemblea della Cgil ad Avellino ha messo in luce la nuova campagna referendaria che mira a ripristinare i diritti di lavoro e cittadinanza per milioni di persone in Italia. Con l’obiettivo di raggiungere il quorum per i referendum, il segretario nazionale del sindacato, Maurizio Landini, ha dichiarato che il raggiungimento di questo traguardo consentirebbe a oltre quattro milioni di lavoratori di riacquistare i diritti persi a causa delle riforme in vigore negli ultimi due decenni. Questo intervento non è presentato come una battaglia contro alcun governo, ma piuttosto come un’opportunità per i cittadini di esprimere la loro volontà di cambiare direttamente leggi ritenute ingiuste.
La posizione della Cgil sui diritti di cittadinanza
Durante l’assemblea, Landini ha chiarito che la mobilitazione non è diretta contro un particolare partito, ma si concentra sul ripristino dei diritti per i lavoratori. La questione centrale è quella di dare piena cittadinanza a 2,5 milioni di persone che, nonostante lavorino e contribuiscano al sistema fiscale italiano, si trovano in una condizione di precarietà e mancanza di diritti. Secondo Landini, è fondamentale che i cittadini abbiano la possibilità di non delegare più le proprie scelte al governo, ma di partecipare attivamente al cambiamento normativo. Il segretario ha evidenziato che il meccanismo referendario rappresenta un’opportunità concreta per incidere su leggi che non riflettono più le necessità attuali della società e del mercato del lavoro.
La crisi del settore automotive e le sue conseguenze
Oltre alla campagna referendaria, Landini ha affrontato la crisi della filiera automotive, in particolare il caso di Stellantis, una delle principali aziende nel settore. Il segretario ha chiesto un intervento diretto da parte della presidenza del Consiglio per promuovere un dialogo sulle scelte di investimento della multinazionale. Secondo Landini, la capacità produttiva dell’azienda potrebbe arrivare a un milione e mezzo di veicoli all’anno, ma nel 2024 la produzione è crollata a meno di 400 mila unità. Questa situazione critica porta inevitabilmente a misure di cassa integrazione e a preoccupazioni per la sostenibilità futura dei posti di lavoro.
Landini ha sottolineato che è essenziale avviare immediatamente un confronto con Stellantis, affinché vengano realizzati quegli investimenti necessari per riattivare la produzione e garantire la stabilità lavorativa per i dipendenti. La crisi dell’automotive non è un problema isolato, bensì un sintomo di una più ampia difficoltà che attraversa il settore industriale italiano, richiedendo una risposta coordinata e tempestiva da parte delle istituzioni.
Un futuro incerto ma con la speranza di un cambiamento
La partecipazione alla campagna referendaria offre, secondo Landini, una luce di speranza per chi si sente abbandonato. La sfida lanciata dalla Cgil rappresenta un momento cruciale per il sindacato e per i lavoratori, invitando tutti a unirsi per difendere i propri diritti. L’assemblea ha pertanto accolto numerosi rappresentanti delle diverse categorie, tutti motivati dall’idea di poter riacquistare diritti fondamentali e di dare voce a chi, da anni, vive in una condizione di incertezza.
La situazione attuale richiede un impegno collettivo e un cambio di rotta per rispondere ai bisogni dei lavoratori e garantire un futuro più sostenibile. Con il supporto della comunità e una maggiore attivazione dei diritti civili, i membri della Cgil sperano di iniziare un percorso di rinnovamento normativo e sociale, non solo nell’ambito lavorativo ma anche per la cittadinanza e la dignità di ogni individuo impegnato nel contribuire alla crescita del Paese.