Il governo israeliano ha deciso di intensificare le azioni militari nella Striscia di Gaza con un voto unanime del gabinetto, durante una riunione notturna. Parallelamente, è stato approvato un progetto per permettere l’ingresso di aiuti umanitari nella stessa area, affidandone la distribuzione a imprese private. La scelta politica arriva nel pieno di una fase di tensione elevata, mentre si avvicina la visita di donald trump nella regione, prevista per la settimana prossima.
Il voto unanime del gabinetto israeliano sulle operazioni a gaza
Nella notte tra il 14 e il 15 febbraio 2025, il gabinetto israeliano ha confermato con voto unanime l’espansione delle azioni militari nella Striscia di Gaza. L’approvazione è arrivata dopo lunghe discussioni tra i membri del governo, come riportano quotidiani locali quali haaretz e times of israel. Il piano prevede un aumento delle operazioni sul terreno, con nuovi raid aerei e azioni mirate contro obiettivi ritenuti strategici.
Pressione su hamas e mediazioni in corso
È importante notare però che, nonostante l’accordo sulla base militare, permane una fase molto critica sul piano politico e diplomatico, con diversi tentativi in corso per mediare un cessate il fuoco. Il governo si è espresso con chiarezza nel voler mantenere una pressione incisiva su hamas, organizzazione con cui si cerca di negoziare la liberazione degli ostaggi presi nei mesi scorsi.
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Gestione e distribuzione degli aiuti umanitari tramite aziende private
Oltre al piano militare, il gabinetto ha deliberato anche un programma per facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari a gaza. La strategia prevede che la distribuzione di questi aiuti avvenga attraverso aziende private selezionate, una decisione che ha suscitato qualche dissenso interno. In particolare, il ministro della sicurezza nazionale, itamar ben-gvir, ha espresso voto contrario durante l’approvazione del piano.
L’idea alla base di questa misura è di migliorare il flusso delle forniture e garantire che gli aiuti raggiungano effettivamente la popolazione bisognosa, superando i colli di bottiglia burocratici e le tensioni politiche. L’affidamento a imprese private mira anche a controllare più da vicino il passaggio di beni lungo i punti di confine, mantenendo un livello di sicurezza che lo stato israeliano ritiene necessario.
Il ruolo della visita di donald trump nella tempistica dell’attuazione
Il piano deciso dal governo israeliano non entrerà immediatamente in vigore. La sua attuazione è infatti posticipata fino a dopo la visita del presidente degli stati uniti, donald trump, attesa nella regione la settimana successiva. Questo momento diplomatico potrebbe influenzare in modo significativo il corso degli eventi e il livello delle tensioni.
Ricerca di tregua con hamas in vista della visita
Fino a quel momento, il governo israeliano continuerà a cercare un accordo con hamas. L’obiettivo è trovare una tregua temporanea che contempli anche il rilascio degli ostaggi. Questa fase di negoziazioni resta delicata, dato che le parti mantengono posizioni molto distanti e ci sono ancora ristrettezze nell’accesso all’area da parte delle organizzazioni internazionali. La visita di trump potrebbe rappresentare un’occasione per rilanciare un confronto diretto tra le parti o per intensificare le pressioni diplomatiche su hamas.