Il 22 febbraio 2025 rappresenta una data significativa per la Diocesi di Termoli-Larino. In questa giornata, il nuovo vescovo, monsignor Claudio Palumbo, assumerà ufficialmente il suo incarico in una cerimonia ricca di simbolismo e coinvolgimento della comunità locale. Questo evento non solo segna l’inizio del suo ministero, ma anche un momento di unione e rinnovamento spirituale per tutti i fedeli del territorio.
Il programma della cerimonia di insediamento
La celebrazione di insediamento di monsignor Palumbo è articolata in due momenti principali. Il primo si svolgerà nella storica Cattedrale di Santa Maria della Purificazione, situata nel Borgo antico di Termoli, mentre il secondo avrà luogo presso la chiesa di San Francesco, che offrirà uno spazio ampio per accogliere un numero elevato di partecipanti. Sarà un evento di grande significato, con la partecipazione di ben undici vescovi e due nunzi, a testimonianza dell’importanza della comunità ecclesiale e del supporto che circonda il nuovo vescovo.
Monsignor Claudio Palumbo inizierà il suo viaggio da Trivento, nel pomeriggio di sabato. Il suo arrivo è previsto attorno alle 15:00, quando sarà accolto sulla strada alla marina di Montenero di Bisaccia. Qui, nella chiesa Mater Misericordiae, avrà luogo un primo incontro con una delegazione locale, guidata dal parroco Stefano Rossi. Questo primo contatto rappresenta una sintesi del calore e dell’accoglienza che il neovescovo troverà lungo il suo cammino.
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Un ulteriore momento di incontro è previsto all’arrivo a Termoli, dove verrà ricevuto da cittadini, sindaci e amministratori locali, consapevoli del passo significativo che sta per compiere. Dopo il saluto e i discorsi istituzionali in piazza Duomo, la celebrazione nella Cattedrale farà il suo ingresso ufficiale.
I dettagli della celebrazione canonica
L’insediamento canonico avrà inizio con l’ingresso in Cattedrale, dove il vescovo uscente, Gianfranco De Luca, condurrà la cerimonia. Durante questo rito, il presidente del Capitolo Cattedrale, Gabriele Mascilongo, consegnerà al nuovo vescovo il crocifisso, simbolo del ministero sacerdotale. A seguire, ci sarà una preghiera nella cappella e la lettura della bolla papale, passaggi che addobbano questo importante momento di transizione con una forte carica simbolica.
L’insediamento ufficiale si compirà con la salita al presbiterio, dove il nuovo vescovo prenderà posto alla cattedra, accompagnato da canti che celebreranno l’inizio del suo ministero. La presenza di vescovi provenienti da Abruzzo e Molise, e di due nunzi, arricchirà ulteriormente la celebrazione, rendendola un momento di grande festa per la Chiesa tutta.
Il vescovo De Luca ha sottolineato l’importanza dell’evento, evidenziando come la partecipazione di 11 vescovi rappresenti un segno di continuità non solo per Termoli, ma per l’intera Chiesa. Le sue parole richiamano un senso di grazia e rigenerazione, enfatizzando il legame tra la presente celebrazione e gli ideali di comunione e spiritualità che la Chiesa promuove.
La visita all’Hospice e le celebrazioni del giorno successivo
Dopo il rito di insediamento, domenica 23 febbraio, il neo presule sarà impegnato in un’altra importante iniziativa. Alle 9:30 è prevista una visita all’Hospice di Larino, un gesto simbolico che denota attenzione e cura verso le persone più vulnerabili. Questa visita rappresenta un’opportunità per il vescovo di conoscere meglio la realtà del territorio e gli sforzi compiuti nelle opere di assistenza e sostegno.
Successivamente, nella Concattedrale Frentana, avrà luogo un ulteriore momento di celebrazione con la comunità locale, caratterizzato da una messa solenne. Questo incontro rafforzerà ancor più il legame tra il nuovo vescovo e i fedeli, allacciando relazioni significative sin dall’inizio del ministero di monsignor Palumbo. La comunità è quindi chiamata a partecipare attivamente a questi momenti di preghiera e condivisione, rimarcando il ruolo centrale che la Chiesa rappresenta nella vita sociale e spirituale della zona.
L’insediamento del nuovo vescovo di Termoli-Larino si preannuncia, quindi, come un’occasione non solo di festa, ma anche di riflessione e impegno, un passo importante verso un futuro di rinnovata presenza ecclesiale.