La produzione cinematografica italiana accoglie un nuovo progetto che promette di raccontare storie di coraggio e resistenza durante uno dei periodi più bui della storia d’Italia. “La guerra di Elena,” un film che si propone di esplorare la vita di una donna ebrea che ha lottato contro il regime fascista, è pronto a debuttare con le riprese a partire dal 10 febbraio. Guidato dal giovane regista Stefano Casertano e co-sceneggiato con Alessandra Kre e Francesca Della Ragione, il film si svolgerà in location iconiche tra Roma e Tivoli, con una produzione affidata a Titanus Production e Masi Film, supportata da altre importanti realtà del cinema.
La trama e il contesto storico
Ambientato tra il 1938 e il 1943, “La guerra di Elena” narra le vicende di Elena Di Porto, interpretata da Micaela Ramazzotti, una donna che sfida le convenzioni sociali e le oppressive leggi razziali del suo tempo. La città di Roma è lo sfondo di questa potente storia di resistenza e di lotta per la sopravvivenza nel ghetto ebraico. Elena, una figura di grande determinazione e forza, non solo vive la sua vita al di fuori delle regole imposte dal regime, ma diventa anche una protagonista attiva nella resistenza contro l’occupazione nazista. La narrazione esplorerà come, in un contesto di paura e repressione, ci sia chi ha il coraggio di alzare la voce e lottare per ciò che è giusto.
Le sfide affrontate da Elena Di Porto rappresentano un mosaico di esperienze umane che parlano di amore, perdita e resistenza. La pellicola prenderà ispirazione da fatti reali, evidenziando il coraggio di una donna che, nonostante l’emarginazione e il rischio di arresto, ha scelto di mettere a repentaglio la sua vita per salvare altre persone. La storia di Elena è anche un richiamo all’importanza della memoria storica e alla necessità di non dimenticare gli eventi che hanno segnato la comunità ebraica e l’umanità intera.
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La figura di Elena Di Porto
Elena Di Porto non è soltanto la protagonista del film, ma rappresenta simbolicamente tutte quelle donne che, in un’epoca di estrema difficoltà, hanno scelto di opporsi all’ingiustizia. Nella pellicola, Elena viene descritta come un personaggio anticonformista: vive separata dal marito, indossa pantaloni, fuma e gioca a biliardo, etichettata nel ghetto come “Elena la matta“. Questa caratterizzazione non è per caso; diventa un modo per rappresentare la fragilità e la forza femminile in un contesto in cui il conformismo era la norma.
Nonostante abbia affrontato arresti e persecuzioni da parte dei fascisti, Elena non si lascia intimidire. Anzi, quando i nazisti occupano Roma, trova il coraggio di unirsi alla resistenza e di cercare di salvare gli altri dal rastrellamento del ghetto ebraico, previsto per il 16 ottobre 1943. Il suo impegno nel tentativo di avvisare la comunità di un imminente pericolo rivela non solo la sua dedizione, ma anche la disperazione di chi lotta per la salvezza in un momento di grave crisi.
Il team creativo
Il regista Stefano Casertano, noto per i suoi documentari, fa il suo debutto alla regia di un film di finzione con “La guerra di Elena“. Le sue precedenti opere, come “Il Poeta che volle farsi Re” e “Gente di Amore e Rabbia“, hanno raccolto consensi per la loro profondità e narrazione incisiva. Casertano è affiancato nella scrittura da un team di esperti, tra cui Alessandra Kre e Francesca Della Ragione, il che promette una sceneggiatura curata e ricca di sfumature.
Le riprese del film saranno condotte in cinque settimane e si prevedono significativi investimenti e collaborazioni, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Tra i produttori si annoverano Titanus Production e Masi Film, con il supporto di Rai Cinema e M74. La distribuzione sarà curata da Adler Entertainment, un altro attore chiave per garantire una diffusione capillare del film a livello cinematografico.
“La guerra di Elena non è solo un film, ma un’importante testimonianza. Rappresenta la lotta di un individuo, ma anche il battito del cuore collettivo di una comunità intera.*” La produzione di questo film segna un passo importante nella rappresentazione cinematografica di storie di resistenza e coraggio, che meritano di essere raccontate e ricordate.