Nei primi tre mesi del 2025 in calabria sono state denunciate 2.124 situazioni di infortunio sul lavoro. La fotografia offerta dai dati dell’anmil mostra una leggera riduzione rispetto allo stesso periodo del 2024. L’attenzione si concentra in particolare sulle lavoratrici, che rappresentano un terzo circa dei casi denunciati. Le statistiche mettono in evidenza aspetti cruciali legati alla sicurezza e alle condizioni di lavoro femminili, in un contesto caratterizzato da criticità demografiche e sociali.
Andamento degli infortuni sul lavoro in calabria nel 2025
Nei primi tre mesi di quest’anno, in calabria sono arrivate 2.124 denunce di infortunio, un numero complessivo che include sia uomini sia donne. Le donne interessate sono 757, una quota leggermente inferiore rispetto al 2024, quando le denunce femminili erano 775. La diminuzione è contenuta, di poco superiore al 2%, ma indica una lieve inversione di tendenza. Nonostante questa variazione positiva, il livello degli infortuni resta alto, confermando la necessità di monitorare da vicino i rischi legati alle attività professionali sul territorio.
Anmil sottolinea come la presenza femminile in ambito lavorativo spesso si scontri con condizioni meno tutelate e più a rischio. Non a caso, gli infortuni denunciatati rivelano che anche le malattie professionali mostrano dinamiche particolari che meritano una valutazione più approfondita, specie se si tengono conto delle differenze territoriali e di genere.
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I dati sugli infortuni mortali e le malattie professionali in calabria
Le denunce relative a infortuni mortali nel periodo osservato sono state sette in calabria. Di questi, tre casi hanno coinvolto lavoratrici. Il dato rappresenta un aumento rispetto al 2024, quando furono sei i decessi nello stesso intervallo temporale, con sole due donne vittime degli incidenti fatali. Questo incremento evidenza un peggioramento nel numero di eventi gravi, specie tra le donne, confermando problematiche ancora irrisolte in termini di sicurezza sul lavoro.
A livello di malattie professionali, le denunce complessive sono salite del 31,4%. In particolare 103 riguardano le donne, una diminuzione rispetto ai dati di un anno fa. Le province di reggio calabria e catanzaro spiccano per numeri in crescita netta: la prima registra un incremento del 50,9% , la seconda quasi un raddoppio, da 26 a 49. Questi incrementi non riguardano equivalmente le lavoratrici, il cui tasso di segnalazione è diminuito del 12%.
La discrepanza tra crescita generale e riduzione femminile nelle denunce potrebbe indicare una sottostima del fenomeno negli ambienti di lavoro femminili. Potrebbero esistere ostacoli nel riconoscere o denunciare malattie correlate all’attività lavorativa, con possibili implicazioni per la tutela della salute delle donne.
Contesto sociale e implicazioni per le lavoratrici madri in italia
Il report anmil prende in considerazione anche il peso sociale che grava sulle donne lavoratrici e madri. L’analisi evidenzia come in italia le donne sostengano in larga misura la responsabilità della cura della famiglia e della casa. Mancano adeguati servizi e supporti finanziari che possano alleggerire questo fardello. Di conseguenza, molte lavoratrici si trovano in condizioni difficili che incidono sia sul loro benessere sia sulla possibilità di conciliare vita privata e professionale.
Questa situazione contribuisce a un fenomeno definito ‘gelo demografico’, ovvero un calo delle nascite dovuto a difficoltà socio-economiche e mancanza di incentivi per le famiglie. L’Italia registra da tempo un deficit tra il numero di nati e quello di morti. La progressiva riduzione della fertilità è legata, tra le altre cose, a problemi quali precarietà del lavoro, scarsità di servizi alla maternità , e mancanza di politiche di sostegno efficaci. Questo disequilibrio, secondo il documento, riflette anche uno squilibrio nel modo in cui il carico familiare impatta sulle donne lavoratrici.
Un focus sulla regione calabria
Nel complesso il rapporto anmil porta l’attenzione sulla necessità di misure più incisive per la tutela delle lavoratrici, sia in termini di sicurezza sia di condizioni vitali, considerando il doppio ruolo che molte donne ricoprono all’interno delle famiglie italiane. La regione calabria, con i suoi dati specifici, conferma il bisogno di interventi mirati e un’attenzione costante alle condizioni di tutti i lavoratori, in particolare quelli più esposti a rischi e difficoltà .