Nel 2025 la procura di Potenza ha coordinato un’importante operazione antidroga che ha interessato la provincia. Tra le persone coinvolte figura un vigile urbano di Marsicovetere, Giuseppe Gambioli, che ha ricevuto una sospensione di 12 mesi. L’uomo è accusato di accesso improprio alla banca dati della Motorizzazione civile, oltre che di peculato per aver utilizzato un’auto di servizio per scopi privati. L’inchiesta ha portato a 17 misure cautelari, comprese diverse custodie in carcere per movimentazioni legate allo spaccio di droga.
Le accuse contro giuseppe gambioli, vigile urbano di marsicovetere
Il vigile urbano di Marsicovetere, Giuseppe Gambioli, 62 anni, è stato sospeso dall’esercizio di pubblici uffici e servizi per un anno. L’accusa principale riguarda l’uso improprio della banca dati della Motorizzazione civile. Gambioli ha interrogato il sistema per fornire informazioni al nipote, che era coinvolto in un’indagine per spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, aveva chiesto notizie su eventuali veicoli dei carabinieri notati attorno alla sua abitazione. Questo comportamento ha violato le norme sull’accesso ai dati riservati.
Oltre a ciò, Gambioli deve rispondere di peculato per aver trasportato il nipote usando un veicolo istituzionale fuori dagli orari e dai motivi consentiti. Questa condotta ha aggravato la posizione del vigile urbano. Il nipote, Cesare Augusto Gambioli, 28 anni, è stato arrestato durante l’operazione e portato in carcere; la sua posizione è strettamente legata a un giro di spaccio nel Potentino.
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L’inchiesta, gestita dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza, ha scoperchiato una rete di spaccio che ha operato in varie zone della provincia potentina. L’indagine ha portato a 17 provvedimenti cautelari: otto arresti in carcere, sette arresti domiciliari, un obbligo di dimora e la sospensione del vigile urbano. Gli indagati erano tutti legati da connessioni a traffici di droga.
Le operazioni si sono concentrate principalmente nella Val d’Agri, a Picerno e nell’area di Potenza. Le forze dell’ordine hanno ricostruito circa 600 episodi di spaccio e detenzione illegale di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina, hashish e marijuana. Il sistema criminoso si è rifornito prevalentemente da fornitori situati tra le province di Foggia e Salerno, creando un circuito che riforniva diverse località nell’entroterra lucano.
Modalità investigative e impatto dell’operazione sul territorio
I carabinieri hanno utilizzato intercettazioni, pedinamenti e controlli incrociati per identificare e documentare le attività degli indagati. Le prove raccolte hanno evidenziato un’organizzazione ben strutturata, dove ogni membro svolgeva ruoli precisi per garantire il trasporto, lo stoccaggio e la vendita di stupefacenti. La presenza del vigile urbano nell’inchiesta ha mostrato anche un tentativo di protezione o di allarme contro le indagini, attraverso l’accesso abusivo a dati riservati.
Questa operazione rappresenta un colpo significativo al traffico di droga in provincia di Potenza. Gli arresti e le misure cautelari mirano a disarticolare le filiere di approvvigionamento e la catena di spaccio. Restano aperte le indagini per individuare ulteriori complici e possibili punti di appoggio criminali. L’inchiesta sottolinea l’attenzione delle autorità nel monitorare anche eventuali comportamenti corruttivi o di mala gestione all’interno delle istituzioni locali.
L’episodio del vigile urbano dimostra come fenomeni criminali si intreccino con realtà di pubblica amministrazione, aggravando il quadro di illegalità. Mentre la magistratura procede con gli accertamenti, le amministrazioni locali devono vigilare per evitare altre infiltrazioni in ruoli pubblici. La situazione resta sotto osservazione, con nuovi sviluppi previsti nelle prossime settimane.