Un grave incidente ha colpito lo stabilimento Michelin di Cuneo martedì 22 luglio, quando un operaio di 54 anni è stato investito da un mezzo aziendale durante le operazioni interne. La dinamica dell’incidente, avvenuto nelle aree produttive, ha destato preoccupazione sia tra i lavoratori sia tra le autorità competenti. L’uomo è stato trasportato d’urgenza al CTO di Torino, mentre le indagini su responsabilità e cause sono in corso con il coinvolgimento dei carabinieri e dei tecnici dello SPRESAL. Questo episodio riapre il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, tuttora critica anche in stabilimenti moderni e di grande rilievo industriale.
Dettagli dell’incidente e le condizioni dell’operaio coinvolto
L’incidente si è verificato poco dopo le 11 del mattino nell’area interna dello stabilimento Michelin di Cuneo, precisamente nella zona del vecchio reparto destinato alle camere d’aria. È qui che l’operaio è stato colpito alle gambe da un mezzo in movimento, rimanendo schiacciato sotto il peso del veicolo. Questo punto dello stabilimento, usato abitualmente per le manovre dei mezzi aziendali, presenta una convivenza complessa tra pedoni e veicoli in funzionamento, fattore che accentua il rischio di incidenti.
I soccorsi sono stati prontamente attivati, con l’arrivo di un elicottero del 118 che ha trasportato l’uomo al CTO di Torino in codice rosso. Il presidio ospedaliero svolge un ruolo chiave nella gestione dei traumi gravi per l’intera regione. Le ferite riportate, multiple e concentrate soprattutto sulle gambe, hanno reso necessaria una prognosi riservata, anche se dalle prime informazioni mediche non sembra esserci pericolo imminente di vita. La situazione rimane comunque complessa e sotto stretto monitoraggio.
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La tempestività dei soccorsi e la rapidità nel trasporto testimoniano la gravità dell’evento, mentre le condizioni dell’operaio riflettono le conseguenze di un impatto violento in un’area che avrebbe dovuto garantire maggior protezione ai pedoni.
Indagini in corso e possibile dinamica dell’incidente
Subito dopo l’evento, le autorità competenti – carabinieri della compagnia di Cuneo e tecnici dello SPRESAL dell’ASL CN1 – si sono portate sul luogo per avviare rilievi e verifiche. I filmati delle telecamere di videosorveglianza, già acquisiti, sono centrali per chiarire come si è sviluppato l’incidente. In particolare, si punta ad accertare se l’impatto sia stato causato da un errore nella manovra del conducente del mezzo, da una disattenzione da parte dell’operaio, o da carenze nei sistemi di sicurezza e controllo interno.
L’analisi comprenderà anche l’esame delle procedure di sicurezza relative al transito di mezzi e persone all’interno dello stabilimento. Le condizioni ambientali e organizzative, come la segnaletica, l’illuminazione e i percorsi pedonali, saranno valutate per capire se abbiano contribuito a creare situazioni di rischio non mitigate dal momento delle operazioni quotidiane.
Le indagini cercheranno di stabilire se fossero rispettate tutte le direttive vigenti e se la gestione dei flussi dentro lo stabilimento risponda agli standard di sicurezza previsti. In questo caso, l’importanza delle telecamere di sorveglianza e l’audizione di testimoni diretti risulteranno fondamentali per ricostruire con precisione l’accaduto e definire eventuali responsabilità.
Lo stabilimento michelin di cuneo: un polo produttivo storico e strategico
Aperto nel 1963, lo stabilimento Michelin di Cuneo è uno dei più grandi e importanti siti produttivi di pneumatici in Europa, con una forza lavoro di oltre 2.500 dipendenti. Nel 2023 ha celebrato i suoi 60 anni di attività, confermandosi un pilastro dell’industria locale e un riferimento per l’intero gruppo francese in Italia. La struttura si estende su un’area ampia, dove si svolgono diverse fasi della produzione, e rappresenta un elemento chiave per le economie del territorio.
Nonostante sistemi regolamentati e misure di sicurezza definite, gli incidenti come quello di martedì mettono in evidenza le difficoltà nel gestire ambienti produttivi complessi con traffico misto di veicoli e operatori a piedi. Le dimensioni e la natura dello stabilimento rendono complessa la gestione del rischio soprattutto nelle aree dove mezzi meccanici e persone si muovono quasi contemporaneamente.
Il fatto che l’incidente sia avvenuto in un punto di manovra abituale per i mezzi aziendali fa riflettere sulla necessità di aggiornare o rinsaldare il controllo e la sicurezza nelle aree interne, allo scopo di evitare che eventi simili diventino ricorrenti negli anni.
Contesto nazionale e preoccupazioni riguardo la sicurezza sul lavoro
L’episodio di Cuneo si colloca in un quadro più ampio di aumento degli infortuni sul lavoro in Italia. Secondo i dati ufficiali INAIL, nel 2024 la media giornaliera delle morti sul lavoro ha raggiunto le tre unità, fenomeno particolarmente rilevante nelle regioni industriali come il Piemonte. Torino e aree limitrofe mostrano un incremento significativo di incidenti gravi, dovuto a vari elementi quali elevati ritmi produttivi, turni massacranti, carenze nei controlli e riduzione del personale dedicato alla sicurezza.
In molte realtà, il reparto sicurezza viene visto più come un costo da tagliare che come un investimento necessario per prevenire pericoli. In questo senso, le condizioni ambientali, la vigilanza sui comportamenti e l’effettiva applicazione delle norme sono fondamentali per evitare episodi che mettono a rischio vite umane. La riduzione di personale esperto e la scarsità di controlli approfonditi facilitano l’emergere di situazioni critiche anche in stabilimenti altamente organizzati.
La complessità delle aree condivise tra operatori e mezzi rende indispensabile una maggiore attenzione da parte delle aziende e delle istituzioni. Parallelamente, sindacati e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza continuano a sollecitare interventi più stringenti e trasparenza sui dati relativi agli incidenti.
Richieste di sindacati e rappresentanti della sicurezza dopo l’incidente
Dopo l’incidente di Cuneo, sindacati e RLS hanno rilanciato le richieste di controlli più severi e di investimenti diretti nella prevenzione. È tornata in primo piano la necessità di migliorare immediatamente la segnaletica, rafforzare la formazione dei lavoratori sul rispetto delle norme di sicurezza, e adottare sistemi più efficaci per evitare la convivenza rischiosa fra mezzi e pedoni.
Queste organizzazioni richiedono anche una maggiore trasparenza da parte dell’azienda, invitandola a condividere con i lavoratori i risultati delle indagini e le misure che intende mettere in atto per ridurre il rischio. La sensazione in molti dipendenti è di una fragilità crescente nelle condizioni di lavoro, che negli anni passati ha già visto episodi simili in altri stabilimenti della zona.
Il confronto tra aziende, istituzioni e rappresentanze dei lavoratori rimane fondamentale per garantire che la sicurezza non resti solo sulla carta. L’obiettivo condiviso è prevenire incidenti gravi attraverso protocolli chiari che vengano rispettati con rigore, evitando che la direzione del profitto metta in secondo piano la tutela della salute e dell’incolumità del personale.