Incendio in appartamento a milano causato da masserizie di donna accumulatrice in edilizia popolare

Incendio in appartamento a milano causato da masserizie di donna accumulatrice in edilizia popolare

Un incendio in un appartamento Aler di via Moretto da Brescia a Milano, causato da masserizie accumulate da una donna seguita dall’ospedale Sacco, è stato domato dai vigili del fuoco senza feriti.
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Un incendio è scoppiato in un appartamento popolare di Milano a causa di masserizie accumulate da una donna con disturbo da accumulo compulsivo; l'intervento rapido di vigili del fuoco e soccorsi ha evitato danni gravi agli inquilini. - Gaeta.it

Un rogo è divampato nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 giugno in un appartamento di edilizia popolare a Milano. Le fiamme hanno preso origine dalle masserizie accumulate da una donna 58enne, seguita dal punto di vista psicologico dall’ospedale Sacco. L’intervento tempestivo ha evitato danni maggiori sia alla donna sia agli altri inquilini dello stabile.

Il incendio e la natura dell’accumulo nell’appartamento

L’incendio è scoppiato all’interno dell’abitazione di via Moretto da Brescia 1, un immobile di proprietà Aler situato nel quartiere milanese. La donna, da tempo conosciuta come accumulatrice compulsiva, conservava numerosi oggetti e materiali che hanno alimentato il fuoco. Queste masserizie, ammassate senza criterio, hanno facilitato l’innesco e la propagazione delle fiamme. Non è stato possibile capire se la causa del principio d’incendio sia stata una sigaretta, un corto circuito o altro, ma la presenza del materiale ha reso la situazione critica.

L’appartamento si trova al primo piano dell’edificio e, data la conformazione delle stanze e la quantità di oggetti, le fiamme hanno subito coinvolto gran parte della camera ed emanato fumo denso e acre. La donna, seguita psicologicamente negli ultimi mesi dall’ospedale Sacco di Milano, ha avuto un ruolo centrale nell’incidente domestico. La sua condizione ha complicato la possibile evacuazione e le operazioni di soccorso.

Intervento dei vigili del fuoco e protezione civile

I soccorsi sono arrivati poche decine di minuti dopo la chiamata di emergenza, con diverse squadre dei vigili del fuoco impegnate a contenere le fiamme e limitare il fumo all’interno dello stabile. L’edificio è stato messo in sicurezza velocemente, con particolare attenzione agli anziani e alle persone con difficoltà motorie residenti negli altri appartamenti, esposte al rischio di intossicazione da fumo.

Le operazioni sono durate fino alle 7 del mattino di venerdì 21 giugno. Durante questa fase, i vigili hanno rimosso le masserizie in fiamme e bonificato l’area per ridurre la concentrazione di sostanze tossiche nell’aria. Nessuno degli occupanti ha riportato ustioni o problemi respiratori gravi. Sul posto era presente anche la Polizia di Stato, che ha collaborato con i soccorritori per mettere in sicurezza la zona e avviare i primi accertamenti sull’accaduto.

Le condizioni dei residenti e la gestione dell’emergenza

I residenti dello stabile, in larga parte persone anziane o con difficoltà a spostarsi, sono stati evacuati temporaneamente dalle loro abitazioni. I soccorritori hanno monitorato il loro stato di salute durante tutte le fasi dell’emergenza. L’assenza di feriti conferma che l’intervento è stato rapido e organizzato.

La donna al centro dell’incendio è stata assistita e affidata ai servizi sociali locali e al supporto psicologico continuativo. Le condizioni di accumulo compulsivo e disagio socio-sanitario legate al suo caso sono state evidenti e rappresentano una sfida per le autorità chiamate a garantire sia la sicurezza degli edifici popolari sia l’assistenza a persone fragili.

Nel frattempo, l’amministrazione Aler sta procedendo con una verifica complessiva alle strutture condominiali e sta valutando eventuali interventi per rendere più sicuri gli alloggi e prevenire simili incidenti futuri. La priorità resta garantire protezione agli inquilini e supporto alle situazioni di disagio.

Il contesto delle case popolari e situazioni di disagio sociale a milano

L’episodio di via Moretto da Brescia non è isolato. Milano, con il suo patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ospita diverse persone in condizioni di fragilità sociale e psicologica. Accumuli di masserizie e condizioni abitative degradate rappresentano un pericolo concreto, specie in caso di incendi.

Le autorità e i servizi sanitari monitorano situazioni di questo tipo per evitare che si ripetano eventi simili. In certe circostanze, tuttavia, l’intervento risulta complesso. Le persone coinvolte spesso rifiutano aiuti o non sono in grado di gestirsi da sole. Le case popolari, quindi, diventano spazi dove convivono bisogni diversi e fragilità amplificate dal degrado.

L’incendio di giovedì notte mette in luce queste criticità. Il caso specifico di una donna accumulatrice evidenzia come la compresenza di problemi psichici e carenze abitative possa trasformarsi in pericolo per la sicurezza domestica e pubblica. Il corpo dei vigili del fuoco e le forze di polizia, intervenendo rapidamente, hanno limitato le conseguenze dell’incendio.

Milano resta chiamata a intervenire con politiche mirate e assistenza attenta per prevenire nuovi episodi. Gli allarmi su situazioni di disagio e rischio in case popolari richiedono azioni puntuali e monitoraggi continui.

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