In Italia nel 2024 una persona su quattro a rischio di povertà e grave deprivazione secondo eurostat

In Italia nel 2024 una persona su quattro a rischio di povertà e grave deprivazione secondo eurostat

Nel 2024 in Italia il 25% della popolazione, soprattutto donne e famiglie con figli a carico, è a rischio povertà o grave deprivazione, superando la media europea secondo Eurostat.
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Nel 2024, in Italia un quarto della popolazione è a rischio povertà o grave deprivazione, con particolare impatto su donne e famiglie con figli, evidenziando forti disparità di genere e socio-economiche rispetto alla media europea. - Gaeta.it

Nel 2024, in Italia si conferma un’emergenza sociale con una persona su quattro esposta al rischio di povertà o grave deprivazione. I dati di Eurostat mettono in luce scenari preoccupanti, soprattutto per le donne e le famiglie con figli a carico. Le cifre europee indicano che l’Italia si colloca al di sopra della media, confermando condizioni difficili per una parte significativa della popolazione.

Analisi della situazione italiana nel 2024

Secondo i dati aggiornati a questa annata, quasi il 25% degli italiani vive in condizioni di rischio povertà o di grave deprivazione. Quest’ultimo concetto, come definito da Eurostat, segnala persone che non riescono a sostenere necessità di base come un pasto completo ogni giorno. A soffrire maggiormente di questa esclusione sociale sono le donne, che registrano percentuali più alte rispetto agli uomini. Questo dato indica una disparità di genere ben radicata, che si manifesta non solo nel reddito ma anche nell’accesso ai beni essenziali.

La crisi economica e le difficoltà connesse al mercato del lavoro hanno inciso notevolmente su questa condizione. Diversi fattori si combinano: redditi instabili, disoccupazione ed effetti indiretti come l’aumento dei prezzi. L’Italia resta una delle nazioni con la quota più alta di popolazione in difficoltà socio-economica, un fenomeno aggravato dal peso crescente delle spese quotidiane.

I numeri europei a confronto

A livello comunitario, nel 2024 sono stati 93,3 milioni i cittadini europei soggetti a rischio povertà o esclusione sociale, pari al 21% dell’intera popolazione dell’Unione europea. Il dato italiano spicca per essere superiore, con circa il 25% dei suoi abitanti coinvolti, segnalando una situazione più critica rispetto al contesto generale.

La distribuzione di questo rischio all’interno dell’UE non è uniforme. Ci sono differenze marcate notevoli tra Paesi, ma un elemento comune è la maggiore esposizione femminile. In Europa il 21,9% delle donne rischia povertà o esclusione sociale, contro il 20% degli uomini. Questi dati riflettono condizioni di lavoro e retribuzioni ancora distanti per genere, con le donne che occupano posizioni più precarie o part-time.

Nel complesso, la disuguaglianza di reddito e la vulnerabilità sociale si confermano temi di grande rilevanza per la politica comunitaria. Gli scenari all’interno dei singoli stati richiedono attenzione per contrastare l’acuirsi della povertà cronica.

Lavoro e composizione familiare: fattori chiave

L’analisi dello status lavorativo fa emergere differenze nette. Tra chi ha un impiego, il rischio di trovarsi in povertà scende al 10,9%. Per chi invece è disoccupato, il dato sale a un impressionante 66,6%. La mancanza di un lavoro stabile si traduce in un aumento drammatico delle difficoltà economiche e sociali, con ripercussioni importanti sulla qualità della vita quotidiana.

Non solo il lavoro, ma il tipo di nucleo familiare incide sul rischio di povertà. Oltre un quinto della popolazione UE che vive in famiglie con figli a carico è a rischio di esclusione sociale. Questo dato indica come la presenza di minori e relative spese influenzi la condizione economica complessiva, mettendo pressione soprattutto sui nuclei più svantaggiati. Le famiglie con figli affrontano spesso più problemi legati all’abitazione, all’accesso ai servizi e all’istruzione, aggravando il quadro generale.

L’interconnessione di questi fattori sottolinea la complessità del fenomeno povertà, richiamando l’attenzione sulle politiche sociali e sul bisogno di misure mirate per tutelare le fasce più fragili.

Sfide sociali ed economiche nel contesto del 2024

Il quadro tracciato da Eurostat nel 2024 esprime le difficoltà che molte persone affrontano in Italia e in Europa. A pesare non ci sono solo i redditi bassi, ma anche l’impossibilità di soddisfare bisogni fondamentali come un’alimentazione adeguata o il soddisfacimento minimo dei diritti sociali. Il dato sulle donne conferma un divario di genere che si riflette a più livelli.

Quando il lavoro manca o è instabile, l’impatto su una famiglia si fa enorme. I contesti familiari con figli risultano fra i più colpiti, proprio dove servono più risorse per garantire condizioni dignitose di vita. Il sistema sociale si trova quindi a fare i conti con una crescente domanda di aiuti e servizi.

Gli anni successivi al 2024 vedranno probabilmente un’intensificazione degli sforzi da parte di istituzioni locali ed europee per cercare soluzioni a questi problemi. L’obiettivo resta quello di ridurre la zona grigia della povertà e migliorare le condizioni di chi si trova ai margini della società. Dati come questi hanno già pilotato l’attenzione politica verso interventi mirati al sostegno delle famiglie e alla promozione dell’occupazione stabile.

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