Impennata nelle vendite di pillole abortive dopo l'elezione di Trump: paura di nuove restrizioni

Impennata nelle vendite di pillole abortive dopo l’elezione di Trump: paura di nuove restrizioni

Dopo le elezioni negli Stati Uniti, si registra un’impennata nelle richieste di pillole abortive, alimentata dalle preoccupazioni per possibili restrizioni sui diritti all’aborto sotto l’amministrazione Trump.
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Impennata nelle vendite di pillole abortive dopo l'elezione di Trump: paura di nuove restrizioni - Gaeta.it

Il recente esito delle elezioni negli Stati Uniti ha scatenato un aumento significativo nella richiesta di pillole abortive, alimentato dalla preoccupazione delle donne riguardo a possibili limitazioni imposte dall’amministrazione Trump. Questo fenomeno è emblematico dell’incertezza e delle ansie che circondano la questione dell’aborto, già sotto attacco in numerosi stati a guida repubblicana. Diversi fornitori di servizi che si occupano della distribuzione della pillola abortiva stanno monitorando da vicino questa situazione.

Aumento delle richieste di pillole abortive

A seguito della vittoria elettorale di Donald Trump, Aid Access, una delle principali fonti per la pillola abortiva, ha segnalato un’impennata nelle richieste. Nelle sole 24 ore dopo il risultato elettorale, sono giunte 10.000 richieste, un numero eccezionalmente superiore rispetto alle circa 600 richieste giornaliere tipicamente ricevute. Già nei giorni successivi, Just the Pill, un’organizzazione no profit che utilizza visite in telemedicina per la prescrizione della pillola abortiva, ha riferito di 125 richieste, di cui 22 provenivano da donne non incinte, ritiratesi a chiedere una “scorta” del farmaco.

Anche Plan C, un’iniziativa nata per fornire informazioni sull’accesso alle pillole abortive, ha vissuto un picco notevole, ricevendo 82.000 visite sul proprio sito web in un solo giorno. Si tratta di cifre senza precedenti che rivelano una preoccupazione palpabile e crescente tra le donne, secondo quanto affermato anche da Brittany Fonteno, presidente della National Abortion Federation. La leader ha messo in evidenza come la percezione della minaccia ai diritti all’aborto da parte dell’amministrazione Trump stia instillando ansia e insicurezza nel pubblico, sottolineando la necessità di accesso all’assistenza adeguata.

La posizione ambivalente di Trump

Donald Trump ha mostrato in passato una posizione ambivalente nei confronti dell’aborto. Da un lato si è descritto come il “presidente più pro life della storia”, rivendicando la nomina di tre giudici alla Corte Suprema che hanno contribuito in modo decisivo all’abolizione del diritto costituzionale all’aborto. Dall’altro lato, ha affermato che porrà il veto su eventuali leggi federali che tentino di limitare o vietare l’interruzione di gravidanza, simili a quelle già approvate in diversi stati guidati dai repubblicani dopo la sentenza della Corte.

Inoltre, diversi gruppi antiabortisti, molte volte legati alla destra cristiana—un blocco elettorale cruciale per Trump—hanno avviato cause legali per contenere l’accesso al mifepristone, uno dei principali farmaci utilizzati per l’aborto chimico. Questi gruppi sostengono che il mifepristone non sarebbe sicuro e che l’approvazione della FDA non fosse giustificata, una tesi che è stata ampiamente smentita dalla comunità scientifica.

La risposta della Corte Suprema e le politiche di Biden

Nonostante le pressioni e le cause legali, la Corte Suprema, nella sua attuale composizione, ha recentemente respinto una richiesta di vietare l’acquisto online e la ricezione del mifepristone per posta. Questo rifiuto è stato espresso in termini formali e non ha escluso che la questione possa essere ripresentata tramite altre vie legali in futuro. È importante notare che nel 2023, l’amministrazione Biden ha firmato un decreto che consente alle farmacie di vendere e inviare mifepristone online, un provvedimento che si colloca in netto contrasto con le potenziali misure restrittive che potrebbero emergere sotto Trump.

Questa situazione evidenzia come la lotta per i diritti riproduttivi continui a essere un tema divisivo negli Stati Uniti. Con la crescente richiesta di accesso alla pillola abortiva, il dibattito su questo tema è destinato a pesare fortemente sull’agenda politica del prossimo futuro.

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