Il trasporto merci europeo: più viaggi via mare ma cresce il traffico su tir nonostante i limiti ambientali

Il trasporto merci europeo: più viaggi via mare ma cresce il traffico su tir nonostante i limiti ambientali

Nel 2023 il trasporto merci in Europa conferma il mare come principale via, con crescita del su strada; Italia investe in ferrobonus e sea modal shift per ridurre emissioni e favorire la sostenibilità.
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Nel 2023, in Europa il trasporto merci via mare resta predominante, ma cresce significativamente quello su strada, che presenta maggior impatto ambientale. In Italia, incentivi puntano a favorire trasporti ferroviari e marittimi più sostenibili per ridurre le emissioni. - Gaeta.it

Nel 2023, il quadro del trasporto merci in Europa ha confermato il mare come principale via di spostamento delle merci tra i Paesi dell’Unione europea, ma il trasporto su strada ha mostrato una crescita significativa. Le tonnellate di merci trasportate e le distanze percorse indicano come ogni modalità abbia un ruolo distinto, mentre i governi cercano soluzioni per ridurre l’impatto ambientale del traffico merci, soprattutto su strada.

I numeri del trasporto via mare e su gomma

Secondo i dati Eurostat del 2023, il trasporto merci via mare detiene la fetta più ampia nel totale delle movimentazioni interne all’Unione europea, sfiorando il 67,4% calcolato in tonnellate-chilometro. Questa percentuale include, per esempio, il trasporto di materiali pesanti come petrolio, minerali, e prodotti chimici, che viaggiano su grandi navi mercantili o traghetti. Le lunghe distanze percorse nel Mar Mediterraneo e nel Mare del Nord favoriscono questa modalità, che risulta più economica per carichi voluminosi.

Il trasporto su gomma risulta il secondo metodo più usato con un’incidenza del 25,3% sulle merci complessivamente trasportate. I camion sono la scelta preferita per trasporti a corto e medio raggio, soprattutto per consegne capillari nei centri urbani e per quella che viene definita la “last mile delivery”. L’uso crescente dei tir è legato anche alla flessibilità e alla rapidità rispetto ad altri mezzi.

Ruolo e limiti del trasporto ferroviario

Le ferrovie coprono il 5,5% del totale, mantenendo un ruolo marginale ma stabile. Il trasporto ferroviario viene spesso associato a merci pesanti su tratte lunghe, ma incontra vincoli infrastrutturali e di interoperabilità tra Paesi differenti che ne limitano la diffusione.

Le vie navigabili interne e il trasporto aereo occupano percentuali più basse: 1,6% per i corsi d’acqua interni, usati prevalentemente per merci voluminose e non urgenti come carbone o cemento, e solo lo 0,2% per l’aereo, riservato a spedizioni urgenti o merci di alto valore.

I limiti ambientali legati al trasporto su strada

Nonostante il mare rappresenti la modalità più utilizzata, la domanda di trasporto su strada continua ad aumentare, presentando una forte pressione ambientale. Il traffico di tir è spesso al centro delle problematiche ambientali per via dell’alto consumo di carburante e delle emissioni di CO2 che genera. L’Europa riconosce infatti il trasporto su gomma come il meno sostenibile tra le modalità esaminate.

Diversi Stati membri hanno messo in campo piani per ridurre l’impatto ambientale, puntando alla sostituzione dei mezzi più vecchi e all’adozione di carburanti alternativi come il gas naturale liquefatto e l’elettrificazione di alcuni percorsi. Tuttavia la transizione resta lenta, rallentata anche dalle necessità logistiche e dalle infrastrutture ancora orientate soprattutto al trasporto tradizionale.

Il mare, pur essendo più efficiente dal punto di vista energetico, deve comunque affrontare problemi di inquinamento locale dovuto al carburante pesante usato da molte navi, e per questo si spingono norme più restrittive sulle emissioni. Anche il trasporto ferroviario riceve attenzione crescente come alternativa a basso impatto, soprattutto grazie agli sforzi di elettrificazione delle linee più frequentate.

Politiche verdi in italia per la mobilità merci

In Italia, la questione della decarbonizzazione del trasporto merci ha portato a misure economiche per promuovere la mobilità sostenibile. Il governo ha destinato 20 milioni di euro al ferrobonus nel 2023, un contributo volto a premiare le imprese che scelgono la ferrovia per i loro trasporti, incentivando di fatto la riduzione dell’uso della strada.

Oltre a questo, nel triennio 2025-2027 è previsto un finanziamento complessivo di 12 milioni di euro per il cosiddetto sea modal shift, ex marebonus. Questo incentivo punta a incrementare l’uso della navigazione marittima come percorso alternativo alla gomma per certe rotte commerciali, specialmente lungo le coste e tra porti italiani.

Queste iniziative ambiscono a ridurre le emissioni legate al trasporto su strada, considerato in molte circostanze il principale responsabile della pressione ambientale. Non solo un aiuto alle aziende ma anche un segnale concreto verso un cambiamento graduale delle abitudini logistiche nazionali.

Le politiche messe in atto si soffermano anche sullo sviluppo di infrastrutture portuali e ferroviarie, migliorando l’intermodalità fra sistemi differenti. L’obiettivo è far convergere le merci su mezzi più ecologici e sostenere la competitività italiana in un contesto europeo che guarda con sempre più attenzione all’ambiente.

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