La Buchmesse 2024 di Francoforte si prepara ad accogliere il padiglione Italia come Ospite d’Onore, presentando un ambizioso progetto architettonico chiamato “Piazza Italiana”, concepito dall’architetto Stefano Boeri. Questo spazio pubblico non è solo una mera rappresentazione fisica, ma un laboratorio di idee e di scambi culturali, dove si mescolano tradizione e innovazione.
La piazza: un luogo di libertà e imprevedibilità
Nel corso dell’intervento di Stefano Boeri durante il panel “La Grande Piazza dei Libri e delle Idee”, è emerso chiaramente come la piazza rappresenti un simbolo di libertà. In questo contesto, la piazza non è sublime ma la mera espressione della vita quotidiana: si può assistere a eventi come partite di calcio, processioni religiose o manifestazioni politiche. Tutta questa imprevedibilità è essenziale e va protetta. Boeri sostiene che la “Piazza Italiana” nasce dall’idea di preservare questa singolarità, creando un luogo che possa adattarsi a molteplici utilizzi e forme di espressione.
L’architettura come forma di narrativa si riflette nei costituenti classici della piazza, come colonne e monumenti, ma Boeri ha scelto di focalizzarsi anche su elementi moderni che raccontano la storia e l’identità culturale italiana. Attraverso una progettazione attenta, il team di Stefano Boeri Interiors ha cercato di rivisitare la tradizione architettonica italiana e di utilizzarla come punto di partenza per una inclusività contemporanea nell’ambito culturale e sociale.
Un viaggio creatività: l’evoluzione del progetto
Il percorso che ha portato alla creazione della “Piazza Italiana” non è stato lineare, ma piuttosto un amalgama di idee e spunti. Originariamente discussa in una conversazione informale tra Boeri e Riccardo Levi, ex commissario dell’evento, l’idea si è evoluta in un progetto che trascende semplicemente il concetto di spazio espositivo. Boeri ha descritto la piazza come un luogo espressione della cultura editoriale italiana, caratterizzata da percorsi di riflessione e attività che raggruppano diverse forme di arte e letteratura.
La progettazione ha incluso allestimenti che richiamano le piazze italiane tradizionali, con i loro vicoli, chiese e spazi aperti. Qui, gli ospiti possono vivere esperienze immersive, esplorando la ricchezza della narrativa italiana e il suo significato culturale attraverso esposizioni e interazioni varie. La piazza diventa così un grande palcoscenico, dove ogni angolo racconta una storia e offre spazio alla creatività, unendo passato e presente.
Un’animazione continua: la vita della piazza durante la Buchmesse
Fin dalla sua inaugurazione, la “Piazza Italiana” si è rivelata vivace e animata. Il suo design non è solo stato pensato per accogliere visitatori, ma per stimolare l’interazione e la partecipazione attiva. Grazie a un calendario ricco e variegato di panel, la piazza ha visto un costante via vai di persone, ognuna delle quali contribuisce a creare un ambiente dinamico.
La musica ha giocato un ruolo significativo nell’arricchire l’atmosfera dell’evento, con intermezzi musicali che hanno permesso ai partecipanti di immergersi ulteriormente nell’esperienza. La piazza stessa diventa quindi un organismo vivente, in grado di adattarsi alle esigenze e ai desideri di chi la frequenta. In questo contesto, il professor Giovanni Agosti ha elogiato la caratterizzazione architettonica del progetto, sottolineando come le scelte illuminate di Boeri abbiano reso la piazza unica, combinando tecnica e creatività per offrire un’esperienza differente rispetto agli altri padiglioni.
Questioni attuali: il dibattito sull’overtourism
Durante il panel, l’argomento dell’overtourism è emerso come una questione importante. Il giornalista Luigi Mascheroni, che ha moderato l’incontro, ha chiesto a Boeri un commento su questo fenomeno, che mette in discussione la sostenibilità e la fruibilità delle piazze nei centri storici. L’architetto ha affrontato il tema del sovraffollamento, sottolineando che un equilibrio deve essere trovato per proteggere il “calco fisico” della piazza, ovvero l’elemento tangibile che supporta l’interazione sociale.
Boeri ha ribadito l’importanza di tutelare questi spazi pubblici, enfatizzando che è fondamentale mantenere la loro autenticità, senza compromettere l’esperienza collettiva che offrono. La “Piazza Italiana” si propone quindi come un simbolo di questo equilibrio, un modello di come l’architettura possa rispondere alle sfide contemporanee scalando le dimensioni della cultura e del turismo, sempre con uno sguardo verso la sostenibilità e il rispetto dell’identità locale.