Il pil italiano registra una flessione dello 0,1% nel secondo trimestre 2025, crescita rallentata su base annua

Il pil italiano registra una flessione dello 0,1% nel secondo trimestre 2025, crescita rallentata su base annua

L’istat segnala una lieve contrazione del pil italiano nel secondo trimestre 2025, con rallentamento della crescita annua dovuto a cali nei settori primario e industriale, mentre i servizi restano stabili.
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L’Istat segnala una lieve contrazione del PIL italiano nel secondo trimestre 2025 (-0,1% su base trimestrale) e un rallentamento della crescita annua (+0,4%), con settori primario e industriale in calo e servizi stabili, mentre la domanda interna resiste e l’export rallenta. - Gaeta.it

L’istat ha rilasciato i dati preliminari sul prodotto interno lordo italiano relativi al secondo trimestre del 2025. La nota evidenzia una leggera contrazione dell’attività economica rispetto al trimestre precedente, accompagnata da un rallentamento nel ritmo di crescita su base annua. Questi dati offrono un aggiornamento sulle dinamiche economiche interne e internazionali che influenzano il sistema Italia.

Andamento del pil nel secondo trimestre 2025

Nel periodo compreso tra aprile e giugno 2025, l’istat stima che il pil italiano sia sceso dello 0,1% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Questo dato indica una leggera contrazione dell’attività economica, interrompendo la fase di crescita registrata nei trimestri precedenti. Su base tendenziale, ovvero confrontando il secondo trimestre 2025 con lo stesso periodo del 2024, il pil è aumentato dello 0,4%. Tuttavia questo incremento si presenta più contenuto rispetto al +0,7% registrato nel primo trimestre dell’anno.

La crescita acquisita per l’intero 2025 si mantiene stabile allo 0,5%, in linea con le previsioni diffuse in primavera durante la pubblicazione dei dati trimestrali completi. Tale indicatore suggerisce attese di una crescita limitata per l’anno, con situazioni incerte nel breve termine legate soprattutto a componenti esterne.

Dinamiche settoriali all’interno del pil

L’istat segnala che la variazione negativa del pil congiunturale è determinata da diversi andamenti settoriali. Il comparto primario, che include agricoltura e risorse naturali, ha mostrato una contrazione nel trimestre in esame. Anche l’industria, che abbraccia produzione manifatturiera e attività estrattive, ha evidenziato un calo. La diminuzione in questi settori pesa sull’intera economia, frenando la crescita generale.

Al contrario, il settore dei servizi si è mantenuto sostanzialmente stabile, bloccando perdite più marcate. Questa tenuta si riflette nel ruolo centrale che i servizi assumono nell’economia italiana, capace di assorbire alcune tensioni di altri comparti produttivi. Il quadro settoriale conferma uno scenario di rallentamento costruito su spalle disomogenee.

Componenti della domanda interna ed esterna

La fonte dati evidenzia anche segnali divergenti nella domanda che sostiene il pil. La componente nazionale, calcolata al lordo delle variazioni di scorte, è aumentata nel trimestre, attestando una domanda interna in fase di resilienza rispetto alla debolezza complessiva della produzione. Su questo aspetto pesano consumi privati e spesa pubblica che sembrano sostenere almeno in parte l’attività economica.

In netto contrasto, la componente estera netta ha registrato una riduzione rilevante. L’export italiano ha probabilmente subito rallentamenti legati a fattori globali o competitivi, mentre le importazioni potrebbero aver segnato variazioni diverse. Questo contribuisce a un saldo commerciale meno favorevole, condizionando la crescita complessiva del pil.

Indicazioni sul contesto macroeconomico attuale

Questi dati dell’istat rappresentano un campanello d’allarme per l’economia italiana nel 2025. Il leggero calo trimestrale, abbinato alla decelerazione annua, segnala difficoltà in diversi settori e negli scambi con l’estero. I rallentamenti industriali e primari evidenziano vulnerabilità che pesano sul sistema produttivo nel medio periodo.

L’andamento rimanda a un quadro economico con elementi di incertezza, dove la domanda interna cerca di stabilizzare la crescita ma non basta a compensare la debolezza globale e settoriale. Resta da monitorare l’evoluzione nel corso dell’anno e le possibili risposte delle politiche economiche.

L’istat conferma che i numeri raccolti sono preliminari e potrebbero subire revisioni nei prossimi mesi. Si suggerisce attenzione nell’interpretazione ma senza sottovalutare le indicazioni emerse. Il quadro rimane suscettibile a sviluppi futuri, in particolare in relazione ai mercati esteri e alle condizioni interne.

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