Il patriarca di venezia: la pace si costruisce sulla verità, la giustizia e lo sviluppo condiviso

Il patriarca di venezia: la pace si costruisce sulla verità, la giustizia e lo sviluppo condiviso

Il patriarca Francesco Moraglia a Venezia sottolinea che pace, giustizia e verità sono fondamentali per uno sviluppo sociale inclusivo e un rinnovamento interiore necessario a costruire una convivenza stabile.
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Il patriarca Francesco Moraglia, durante un convegno a Venezia, sottolinea che la pace si basa su giustizia, verità e un impegno collettivo continuo, che coinvolge crescita sociale, rinnovamento interiore e onestà. - Gaeta.it

La pace non può essere intesa come semplice astrazione o ideologia, ma va fondata su principi concreti come la giustizia e la verità. Nel cuore di Venezia, durante un convegno organizzato dall’associazione “Missione Shahbaz Bhatti“, il patriarca Francesco Moraglia ha ripreso questi concetti, mettendo in luce l’importanza di un percorso umano, sociale e politico per costruire una convivenza stabile. Le sue parole scandiscono un messaggio che richiama al ruolo fondamentale del dialogo interiore e della coesione collettiva, elementi indispensabili per ogni società.

Pace e sviluppo sociale: una crescita che non lascia indietro nessuno

Moraglia ha sottolineato come la pace debba necessariamente passare attraverso uno sviluppo sociale ed economico reale e condiviso. Questo tipo di progresso non può escludere nessun individuo o comunità. Al contrario, la sfida consiste nel ridurre o eliminare le disuguaglianze che spesso alimentano conflitti e tensioni. Un percorso di crescita che mette al centro l’essere umano e le sue necessità crea le condizioni per un’armonia duratura.

La riflessione parte dal riconoscimento che la pace non è un traguardo indipendente dalle condizioni materiali delle persone. Se disuguaglianze economiche o sociali si mantengono o peggiorano, il rischio di tensioni torna a presenti con forza. L’azione quindi va diretta a una giustizia distributiva capace di rimuovere gli ostacoli che impediscono a tutti di partecipare equamente alla vita della comunità. Si tratta di un impegno collettivo, che coinvolge istituzioni, gruppi sociali e ciascun individuo nella costruzione di una società più equa.

Il cuore umano come radice della pace: un lavoro quotidiano e condiviso

Il patriarca di Venezia ha rimarcato che la pace prende forma dal cuore dell’uomo e non può fiorire senza un rinnovamento interiore profondo. Questo cambiamento non si presenta per caso, ma deriva da una pratica spirituale e morale continua. Un cuore umile e purificato nasce da un cammino lungo e condiviso, che passa attraverso l’educazione, la vita sociale e la partecipazione politica.

Un impegno personale e collettivo

Il messaggio indica che ogni persona deve lavorare su se stessa, coltivando l’umiltà e la sincerità come attitudini fondamentali per costruire la pace. Questo processo riguarda anche le comunità, chiamate a promuovere valori etici autentici e a sostenere iniziative che favoriscano il dialogo e la comprensione reciproca. Il rinnovamento non è mai un fatto isolato, ma un risultato di azioni coerenti svolte nel tempo a diverse scale, da quella individuale a quella collettiva.

Verità e menzogna: due forze in lotta per la pace o la guerra

Moraglia ha collegato strettamente la pace alla verità, contrapponendola alla menzogna, definita come forza che alimenta la guerra e la divisione. Ogni forma di “non-verità”, secondo il patriarca, ostacola la convivenza e minaccia l’armonia sociale. Per questo la pace richiede coraggio e sincerità in ogni campo, compreso quello politico.

Onestà come base della convivenza

Il richiamo alla verità implica che non si possono costruire rapporti solidi e duraturi senza onestà e trasparenza. Vincere le tensioni significa affrontare senza false illusioni le ragioni profonde dei conflitti e agire sulla base di dati e fatti certi. La verità aiuta a rendere più forti gli strumenti umani e materiali necessari a mantenere la pace. Per Moraglia, il percorso verso la giustizia si lega a doppio filo con la verità, perché solo integrandole insieme si possono superare divisioni e ingiustizie.

Costruire uomini, donne e popoli di pace con determinazione

L’intervento termina con una chiamata alla responsabilità condivisa. La ricerca della giustizia e della verità non può essere un compito individuale o occasionale. “Solo un impegno costante, condotto insieme e con fermezza, darà frutti duraturi.” Questa strada aiuterà uomini, donne e popoli a diventare portatori di pace.

Un’esistenza collettiva fondata sulla verità permette di evitare infondate divisioni e aprire la strada a una convivenza più stabile. La pace emerge così da un lavoro di ogni giorno, da scelte precise e da un dialogo che rifugge i compromessi di facciata. Dopo il convegno veneziano il messaggio resta chiaro: “non c’è pace senza verità e giustizia, e nessuna società può fare a meno di questo impegno nel presente che viviamo.”

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