il pakistan risponde all’attacco indiano con raid su aeroporti militari di Pathankot e Udhamput

il pakistan risponde all’attacco indiano con raid su aeroporti militari di Pathankot e Udhamput

Il conflitto tra India e Pakistan si intensifica con l’operazione pakistana bunyanun marsoos, che colpisce le basi indiane di Pathankot e Udhampur in risposta ad attacchi precedenti, aumentando le tensioni nel Kashmir.
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Il conflitto tra India e Pakistan si intensifica nel 2025 con attacchi reciproci a basi militari, aumentando le tensioni nella regione e suscitando preoccupazioni internazionali per la stabilità e la sicurezza. - Gaeta.it

Il conflitto tra India e Pakistan ha subito una nuova escalation con l’attacco pakistano a obiettivi militari in territorio indiano. Le forze di Islamabad hanno colpito l’aeroporto di Pathankot e la base aerea di Udhampur in risposta agli attacchi dell’esercito indiano su tre basi militari pakistane. La tv di stato pakistana e fonti militari hanno definito l’operazione come una rappresaglia mirata, descritta con il nome “bunyanun marsoos“, estratto da un versetto coranico che indica un “muro indistruttibile”. Questo scambio di azioni militari si inserisce nel quadro delle tensioni già accese nella regione.

Le dinamiche dello scontro tra india e pakistan nel 2025

L’offensiva pakistana è stata annunciata dopo che l’esercito indiano ha preso di mira tre basi militari del Pakistan in risposta ad eventi precedenti ancora non chiariti completamente. Il ministero della difesa pakistano aveva avvertito pubblicamente attraverso un post sulla piattaforma X che “l’India deve ora prepararsi alla risposta del Pakistan”, anticipando quindi una rappresaglia militare.

Questa nuova fase del conflitto si inserisce in uno scenario di tensioni persistenti tra i due paesi, con frequenti scambi di colpi nelle zone di confine, specialmente vicino al Kashmir. Le operazioni militari hanno causato non solo danni materiali ma anche destabilizzato ulteriormente la situazione politica e militare nella regione. Entrambe le parti mantengono una retorica di fermezza, senza segnali di apertura immediata a negoziati o de-escalation.

Dettagli sull’operazione bunyanun marsoos e le sue motivazioni

Secondo le comunicazioni ufficiali pakistane, l’operazione bunyanun marsoos è stata avviata come risposta diretta agli attacchi indiani che hanno colpito tre basi militari in territorio pakistano. Il nome dell’operazione deriva da un passo del Corano che allude a un muro solido e resistente, richiamando quindi la volontà di resistenza e contrattacco dell’esercito pakistano. La tv di stato ha ribadito che l’obiettivo principale delle azioni era neutralizzare le basi aeree indiane responsabili nel lancio di missili contro il territorio pakistano negli ultimi giorni.

Le basi attaccate in India includono l’aeroporto di Pathankot, situato nella parte settentrionale del paese e già teatro di eventi di conflitto in passato, e la base aerea di Udhampur, importante nodo militare strategico vicino al confine con il Pakistan. Gli attacchi hanno colpito infrastrutture chiave per le operazioni aeree indiane, secondo fonti pakistane, con il fine di impedire ulteriori azioni offensive contro il Pakistan stesso.

Impatto e conseguenze per la sicurezza regionale e internazionale

Gli attacchi incrociati tra India e Pakistan nel 2025 sollevano preoccupazioni significative per la stabilità di tutto il subcontinente asiatico. La zona di confine tra i due stati è da decenni una delle aree più sensibili al mondo, visto che sia l’India sia il Pakistan sono dotati di armi nucleari e vantano eserciti numerosi e ben equipaggiati. Ogni scontro militare potrebbe degenerare rapidamente in un conflitto più ampio con ripercussioni internazionali.

Le reazioni della comunità internazionale si concentrano sull’invocare calma e dialogo per evitare un’escalation incontrollata. Organizzazioni multilaterali e paesi con interessi strategici nella zona seguono con attenzione l’evolversi degli eventi. Al momento nessuna parte ha annunciato iniziative diplomatiche concrete per riportare la situazione sotto controllo. Nel frattempo, le forze in campo restano in stato di allerta alta, pronte a ulteriori azioni in un contesto di fragilità crescente.

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