Il Green Deal europeo è al centro del dibattito sul cambiamento climatico e sulle strategie per proteggere l’ambiente. In un convegno recente a Pavia, il climatologo Luca Mercalli ha messo in evidenza l’importanza di questo progetto per fronteggiare le sfide legate al cambiamento climatico e le sue conseguenze, in particolare per il settore agricolo. Il messaggio principale è chiaro: è fondamentale adottare misure efficaci per limitare l’aumento della temperatura e garantire un futuro sostenibile.
La necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica
Luca Mercalli ha evidenziato come la riduzione delle emissioni di anidride carbonica possa svolgere un ruolo cruciale nel contenere il riscaldamento globale. Secondo il climatologo, se l’umanità riuscisse a mantenere un incremento delle temperature al di sotto dei 2 gradi entro il 2100, sarebbe possibile affrontare i cambiamenti climatici con maggiore controllo e razionalità. Tuttavia, senza interventi significativi, il rischio di un aumento oltre i 4 gradi risulta inquietante, con possibili conseguenze imprevedibili per le generazioni future e per le attività economiche legate all’agricoltura.
I cambiamenti climatici non colpiscono solo l’ambiente, ma influenzano anche il tessuto economico e sociale. Un aumento delle temperature può tradursi in variabilità climatica, come periodi di siccità seguiti da inondazioni, ponendo interrogativi sulla sostenibilità delle pratiche agricole e la sicurezza alimentare. Mercalli ha sottolineato che il Green Deal europeo rappresenta una risposta strategica a queste sfide, promuovendo una crescita economica sostenibile e pratiche agricole più resilienti.
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Il futuro climatico e le sue ripercussioni sull’agricoltura
Il climatologo ha poi fornito dati allarmanti sul futuro prossimo del clima, sugli andamenti storici delle temperature e sul loro impatto sull’agricoltura. Stando alle proiezioni, il 2024 potrebbe diventare l’anno più caldo mai registrato, superando anche i livelli record del 2023. Il Mediteraneo, in particolare, ha visto un notevole innalzamento delle temperature delle acque, un fenomeno che genera forte evaporazione e, di conseguenza, piogge intense e alluvioni, come quelle verificatesi recentemente in diverse regioni europee e italiane.
Un esempio concreto è quanto accaduto in Romagna, che ha affrontato ben quattro alluvioni in un anno e mezzo, mostrando come eventi estremi diventino sempre più frequenti. Queste situazioni non solo mettono a rischio le vite umane, ma danneggiano anche la produzione agricola, compromettendo i raccolti e l’efficienza delle risorse idriche.
Mercalli ha inoltre informato sul drastico ritiro dei ghiacciai alpini, ridotti del 60% nell’ultimo secolo, un fenomeno che comporta una diminuzione delle risorse idriche disponibili, cruciali per l’agricoltura, specialmente nei mesi estivi. La mancanza progressiva di neve sul versante alpino influisce sulla disponibilità di acqua: i momenti di scioglimento avvengono in modo repentino e non graduale, rischiando di privare i terreni agricoli dell’acqua necessaria.
Le sfide future per la sicurezza idrica in agricoltura
Uno dei punti centrali del discorso di Mercalli si è concentrato sulle implicazioni della nevicata inaffidabile per i sistemi idrici. Con la diminuzione delle precipitazioni sotto forma di neve affidabile al di sotto dei 2.000 metri, la situazione per il fiume Po si fa via via più critica. Mercalli avverte che senza interventi decisivi, il Po potrebbe trasformarsi in un fiume simile al Tevere o all’Arno, peggiorando la capacità di approvvigionamento idrico per l’agricoltura.
Queste trasformazioni climatiche e idriche richiedono una revisione delle pratiche agricole tradizionali e un adattamento verso metodi più sostenibili. La comunità agricola deve affrontare le sfide del clima in continua evoluzione, proteggendo le risorse idriche e migliorando la resilienza delle coltivazioni. Gli investimenti nella ricerca agricola e nell’uso responsabile delle risorse diventano, quindi, inevitabili per garantire un futuro produttivo e sostenibile.