Il film “Grand Tour” di Miguel Gomes è pronto a conquistare il pubblico italiano e si prepara al suo debutto nelle sale il 5 dicembre, distribuito da Lucky Red. Questo lungometraggio non solo ha vinto il premio per la regia al Festival di Cannes, ma rappresenta anche una riflessione culturale e sociale eminentemente attuale. Ambientato sulle tracce di un itinerario classico che lega l’Impero britannico in India alla Cina e al Giappone, il film rielabora il concetto di “Grand Tour” in un suggestivo viaggio che combina finzione e realtà. Gomes, dopo aver partecipato alla campagna per gli Academy Awards a Los Angeles, incontra il pubblico in varie città italiane, tra cui Roma, Bologna, Torino, Milano, Venezia e Padova.
Un mix di passato e presente
La trama di “Grand Tour” trae ispirazione da un episodio degli scritti di viaggio di W. Somerset Maugham, dal titolo “Il signore in salotto”, pubblicato nel 1930. Miguel Gomes intreccia negli sviluppi narrativi elementi del passato con una visione contemporanea, utilizzando un linguaggio visivo che alterna il colore al bianco e nero. Questa scelta stilistica permette di ricreare un’atmosfera che rende omaggio sia alla storia che alla modernità dei luoghi visitati. La troupe, precedentemente in viaggio durante fasi della pandemia, ha seguito le orme di un funzionario britannico, Edward, che fugge da Rangoon nel 1918, proprio nel giorno dell’arrivo di sua moglie. Questo racconto affianca la ricerca del personaggio femminile, Molly, che affronta la sua avventura con spirito e determinazione, riflettendo una vitalità contagiosa.
Riflessioni sulla vita nel mondo contemporaneo
Miguel Gomes offre una prospettiva unica su temi di grande importanza sociale e culturale attraverso “Grand Tour”. Parlando con l’ANSA, il regista ha evidenziato come il film non intenda rappresentare solo le crisi presenti nel mondo, ma anche le meraviglie e le gioie che emergono nelle vite delle persone comuni. Sotto l’apparenza di storie di grande profondità, il film fonda le sue basi su esperienze quotidiane, dal cibo di strada ai familiari che si muovono in scooter, dalle giostre ai giochi tradizionali come il mahjong. Questa rappresentazione visiva cerca di trasmettere un messaggio di speranza, evidenziando come la vita quotidiana possa essere vibrante e significativa, nonostante le ingiustizie e i problemi globali.
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Un viaggio cinematografico che unisce culture
“Grand Tour” non è solo un film, ma anche un’ode al potere del cinema di collegare e unire le culture. Gomes ha voluto raccontare la gioia di essere vivi in una varietà di contesti, mostrando come diverse tradizioni e stili di vita possano confluire in un’unica narrazione visiva. La pellicola si presenta come un’esperienza che invita il pubblico a riflettere sulle connessioni tra le diverse costumi e le esperienze umane, enfatizzando il ruolo del cinema come ponte tra vari mondi.
Il lancio di “Grand Tour” si attesta come un evento di profondo significato, denomina un progetto che non solo mira a intrattenere, ma offre anche spunti preziosi di riflessione sull’umanità. Con il suo mix di storia, avventura e una presentazione visiva unica, si prepara ad essere una delle proposte cinefile più attese della stagione.