La siccità e il caldo intenso che stanno colpendo la Lombardia mettono a dura prova le aziende agricole, in particolare gli allevamenti di bovini da latte. Le temperature elevate e l’afa riducono l’appetito delle mucche e aumentano il loro consumo d’acqua, portando a una significativa diminuzione della quantità di latte prodotto nelle stalle. Un fenomeno che impatta non solo sulla produzione ma anche sui costi di gestione degli allevatori.
Come il caldo influenza la produzione di latte nelle mucche lombarde
Durante le ondate di calore, le mucche soffrono uno stress termico che le spinge a limitare il consumo di cibo per evitare di accumulare calore corporeo. Il ridotto apporto alimentare si riflette direttamente sulla quantità di latte prodotta. Coldiretti stima che in Lombardia la produzione possa abbassarsi mediamente del 10%, con picchi anche del 15% nelle giornate più torride. Questo significa concretamente una perdita giornaliera di circa un milione e ottocento mila litri di latte in meno rispetto agli standard abituali. Le mucche, costrette a bere di più per contrastare la disidratazione, riducono il fabbisogno energetico e dunque la funzione lattifera.
Fattori ambientali e gestione delle stalle
L’impatto del caldo non è uguale in tutte le aziende, ma dipende molto dalla gestione della stalla e dalle condizioni ambientali in cui gli animali vengono allevati. In aree dove il ricambio d’aria è insufficiente e la ventilazione scarsa, l’afa provoca maggiori danni e abbassa ancora di più la produzione. La situazione meteorologica eccezionale nel 2025 si ripercuote pesantemente anche sull’intera filiera lattiero-casearia, mettendo alla prova l’equilibrio degli allevamenti della regione.
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Misure adottate nelle fattorie lombarde per fronteggiare il caldo estremo
Per contrastare gli effetti del caldo e limitare le perdite di latte, molti allevatori in Lombardia hanno attivato diverse misure di raffreddamento nelle loro stalle. Sono diventati indispensabili ventilatori potenti che mantengono l’ambiente arieggiato e docce refrigeranti per abbassare la temperatura corporea delle mucche durante le ore più calde della giornata. Questi sistemi, già ampiamente utilizzati, lavorano senza sosta nelle aziende più attrezzate, cercando di mitigare lo stress termico degli animali.
Modifiche nell’alimentazione e gestione dell’acqua
Alimentazione e gestione dell’acqua sono state modificate per favorire il benessere della mandria. I pasti vengono suddivisi in porzioni più piccole e distribuiti più volte per facilitare la digestione. I mangimi sono integrati con sali minerali, potassio e sostanze che aiutano a bilanciare il metabolismo, contrastando così la perdita dei nutrienti causata dall’eccessiva sudorazione. Questa pratica contribuisce a mantenere in attività la produzione di latte, anche se in misura ridotta rispetto alle condizioni normali.
Tuttavia, l’attivazione continua di queste soluzioni comporta un aumento dei consumi energetici e quindi dei costi. Gli allevatori devono sostenere spese maggiori per mantenere ventilatori e impianti di raffreddamento, a fronte di una produzione inferiore, con ripercussioni economiche che si fanno sentire sulla sostenibilità delle aziende agricole lombarde in questa fase critica.
Impatto economico e prospettive future per gli allevamenti lombardi
La riduzione della produzione di latte non si limita solo all’aspetto quantitativo. A valle, la scarsità di materia prima può generare problemi nella lavorazione del latte e nei mercati locali. La Lombardia, che rappresenta uno dei più importanti bacini italiani per il latte, rischia scompensi nella distribuzione e conseguente aumento dei prezzi. Per gli allevatori i costi in più per contrastare il caldo si sommano alla perdita del prodotto vendibile, creando un doppio peso sulle casse aziendali.
Cambiamenti climatici e innovazione tecnologica
A questi problemi si aggiunge il fenomeno dei cambiamenti climatici che rende le estati sempre più calde e con periodi di afa prolungati. Gli allevamenti devono quindi pensare a strategie di adattamento durature e alla possibilità di innovazioni negli impianti di raffreddamento e nella gestione degli animali. L’uso di tecnologie più performanti potrebbe aiutare a limitare l’impatto dei picchi di calore, ma richiederebbe investimenti significativi.
L’attenzione rimane alta anche sulla qualità del prodotto finale. Le condizioni stressanti possono influenzare le caratteristiche del latte, con possibili modifiche nella composizione che devono essere monitorate con attenzione per garantire gli standard richiesti dal mercato. La situazione richiede capacità di reazione e flessibilità da parte degli allevatori, mentre le istituzioni agricole continuano a osservare con attenzione gli sviluppi climatici e produttivi in questa regione chiave dell’agricoltura italiana.