Il bacàn, una delle più affascinanti isolette della Laguna di Venezia, sta vivendo una nuova vita. Contrariamente alle preoccupazioni che circolavano riguardo alla sua sorte a causa dell’installazione del Mose, quest’area sta emergendo come un simbolo di resilienza ambientale e richiamo per gli amanti della natura. Con la sua spiaggia libera e accessibile solo via acqua, il bacàn attira ogni estate i veneziani in cerca di quiete e bellezza.
Un’isola da scoprire
Situato tra l’isola di Sant’Erasmo e la Bocca di porto del Lido, il bacàn si presenta come un sottile lembo di terra e sabbia che riemerge periodicamente dalle acque. Questa peculiarità lo rende una meta perfetta per chi desidera allontanarsi dal caos urbano e trovare un angolo di tranquillità. Accessibile esclusivamente in barca, il bacàn è una vera e propria oasi per chi ama esporsi al sole o raccogliere le famose cape lunghe, molluschi deliziosi che crescono nei fondali circostanti.
La situazione del bacàn ha destato preoccupazioni in passato, poiché l’introduzione del Mose, il sistema di dighe mobili progettato per proteggere Venezia dall’acqua alta, aveva generato timori riguardo alla stabilità e alla scomparsa di quest’isola. Tuttavia, recenti dichiarazioni da parte di esperti dimostrano che tali paure erano infondate. Anzi, il sistema di protezione sta contribuendo a preservare e fortificare la struttura dell’isola.
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L’impatto del Mose sulla laguna
L’implementazione del Mose ha avuto un impatto significativo sulle maree e sull’andamento delle correnti all’interno della laguna. Giovanni Cecconi, ingegnere idraulico con esperienza nel Consorzio Venezia Nuova, ha chiarito che “la riduzione delle maree superiori ai 110 centimetri ha, in effetti, contribuito a stabilizzare il bacàn, rendendolo ancora più resistente.” La flora e la vegetazione stanno già cominciando a prosperare, grazie all’ecosistema unico che si sta sviluppando.
Le dichiarazioni di Cecconi sono confortanti, poiché confermano che l’isola non solo è sopravvissuta, ma sta anche rinascendo. Le piante che stanno emergendo sono simili a quelle delle barene circostanti, dimostrando che l’ecosistema della Laguna di Venezia sta trovando un equilibrio signature. Questo fenomeno di crescita naturale è una testimonianza di come la natura possa riprendersi e adattarsi, anche dopo interventi significativi come quelli del Mose.
La saggezza degli abitanti della Laguna
Tra gli abitanti della Laguna di Venezia, esiste un detto antico: “palo fa palugo”, che significa “un palo fa un’isola”. Questo detto riflette un’importante verità sul dinamico ecosistema lagunare: basta poco affinché le correnti e le maree modellino il fondale, creando continuamente nuove terre. La saggezza condivisa dai residenti della zona è un richiamo a riconoscere come la Laguna di Venezia sia un organismo vivo, in costante evoluzione e cambiamento.
Le esperienze e le storie sulla creazione di nuove isolette offrono spunti di riflessione sulla bellezza della laguna e sui suoi processi naturali. Liscolette e sedimenti, trasportati dalle maree, hanno sempre influenzato il panorama della Laguna, mostrando quanto possa essere potente il lavoro della natura. Così, anche il bacàn, con il suo nuovo status, diventa un simbolo del continuo divenire della laguna, dove ogni cambiamento offre nuove opportunità per la biodiversità.
Il rinascimento del bacàn dimostra, quindi, la capacità del nostro ecosistema di fronteggiare le sfide poste dalle modifiche ambientali e dagli interventi antropici. Celebrare questa rinascita significa non solo apprezzare il luogo in sé, ma anche capire l’importanza della salvaguardia e del rispetto per l’ambiente che ci circonda.