I residenti dei Map e Progetti Case: un legame crescente con l’ambiente urbano

I residenti dei Map e Progetti Case: un legame crescente con l’ambiente urbano

Uno studio dell’Università dell’Aquila analizza la qualità della vita nei MAP e Progetti Case, evidenziando come l’età influisca sulla soddisfazione abitativa e sul senso di sicurezza dei residenti.
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I residenti dei Map e Progetti Case: un legame crescente con l’ambiente urbano - Gaeta.it

Recenti ricerche condotte dall’Università dell’Aquila offrono uno spaccato significativo sulla percezione di qualità della vita nei MAP e nei Progetti Case. Questi studi rivelano come l’età dei residenti influisca sulla loro soddisfazione abitativa e sul senso di appartenenza a un determinato contesto urbano. Con focus specifico sui residenti over 46, i dati raccolti mostrano una tendenza a considerare la propria area di residenza come un luogo sicuro e confortevole, nonostante le carenze di servizi.

Un campione rappresentativo

Lo studio, pubblicato su “Cities and Health”, ha coinvolto 100 partecipanti, la cui età media si attesta a 46 anni, con una netta prevalenza femminile . La selezione del campione è stata pensata per riflettere le caratteristiche demografiche italiane e abruzzesi. I ricercatori Danilo Bontempo, Matteo Perazzini, Marco Giancola, insieme a Martina Bucci e Rosanna Passaretti, hanno analizzato le risposte mediante questionari volti a misurare la qualità dell’ambiente residenziale percepito e il benessere individuale.

Questo approccio ha permesso di ottenere informazioni dettagliate sulle esperienze di vita nei MAP e nei Progetti Case, con l’obiettivo di evidenziare come le persone in diverse fasce di età possano reagire in modo diverso alla qualità urbana. I dati, raccolti tra febbraio e luglio 2023, hanno dimostrato un’interessante coerenza con le statistiche demografiche nazionali, suggerendo che la percezione di benessere non è solo una questione soggettiva, ma affonda le radici in un contesto sociale ben definito.

L’impatto dell’età sulla percezione del quartiere

All’interno dello studio, i ricercatori hanno riscontrato che, nonostante i MAP e i Progetti Case siano stati progettati in risposta a situazioni di emergenza post-sisma, gli abitanti tendono a sviluppare un attaccamento ai loro quartieri col passare del tempo. I residenti mostrano una percezione sempre più positiva, caratterizzata dal senso di sicurezza.

Secondo Danilo Bontempo, questo è dovuto all’instaurarsi di legami comunitari. Con l’aumentare della loro età, molte persone formano connessioni sociali che attenuano il senso di isolamento. Le piccole comunità emergono così come un elemento cruciale per la stabilità del benessere individuale e per il miglioramento della qualità percepita dell’ambiente. Anche se mancano servizi essenziali come scuole o negozi, la rete sociale costituita tra i residenti diventa un elemento compensativo che favorisce la coesione e il senso di fiducia nel proprio spazio abitativo.

Questa crescente percezione di sicurezza si traduce in un miglioramento della qualità della vita. Gli abitanti vedono il loro spazio come un rifugio, contribuendo a un maggiore senso di stabilità e soddisfazione.

L’importanza della psicologia dei luoghi

Il professor Enrico Perilli, coordinatore dello studio, mette in evidenza l’attenzione della cattedra di psicologia dinamica verso temi legati alla psicologia dei luoghi, concentrandosi sugli effetti dell’ambiente urbano sulla salute mentale e sul benessere. In pubblicazioni precedenti, il gruppo di ricerca ha già esplorato le problematiche legate all’espansione urbana e all’impatto psicologico delle megalopoli. Quest’ultima ricerca sui MAP e Progetti Case è significativa perché, attraverso un’approccio psicologico, si cerca di comprendere meglio le esperienze abitative post-sismiche.

Perilli mette in relazione questo studio con altre ricerche in corso sul supporto sociale, facendo riferimento all’importanza dei servizi disponibili nei contesti socio-economici fragili. Egli sottolinea che un insieme di servizi, sia tangibili che intangibili, forma una rete di supporto cruciale per i residenti. La comunicazione reciproca, il sostegno del vicinato, e l’accesso ai servizi sono fondamentali per costruire comunità resilienti e piccole reti sociali che migliorano la qualità di vita e riducono il senso di vulnerabilità tra i residenti.

In sintesi, la ricerca condotta dall’Università dell’Aquila offre nuovi spunti sulle dinamiche di vita nelle aree post-sismiche, evidenziando come i legami interpersonali e la percezione di sicurezza possano resistere anche a contesti carenti di servizi essenziali.

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